Riposizionamenti

Nel gruppo Ipazia 2.0 alla Libreria delle donne, c’è la biostatistica Sara Gandini – una delle 100 esperte di riferimento per i media. Di recente si è appassionata alla vitamina D, un po’ troppo trascurata, dice, non solo perché non è brevettabile, ma perché nelle terapie oncologiche, i suoi effetti sono complicati da isolare. Isolarli è la sua specialità, poi tocca ad altri usare i risultati nella clinica.
Da un’occhiata su PubMed avevo visto che la vitamina D è una delle tante molecole studiate per un “repurposing” o riposizionamento – come quello dell’aspirina da un secolo in qua – partendo dall’idea che il loro meccanismo di azione sia efficace o sinergico in altri contesti.
In teoria dovrebbe essere così, in pratica per accertarlo ci vogliono centinaia di studi e relativi finanziamenti. Da una statistica casalinga (scusa Sara!) delle pubblicazioni, mi era sembrato che il riposizionamento fosse spesso il pretesto usato da Big Pharma per rinnovare un brevetto che sta per scadere e “allargare il mercato”.

Mi riposiziono anch’io.

Ci ho ripensato a proposito di una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità. Ho parlato male dei suoi dipendenti che reclamizzano il Trigno o l’AlkaWater, ma in realtà la maggior parte dei ricercatori fa cose serie. La settimana scorsa…

Riass. punt. prec.
Nel 2003 l’epidemia di SARS aveva fatto venire in mente ad Andrea Savarino et al. le proprietà anti-virali e anti-infiammatorie della clorochina, il vecchio farmaco contro la malaria già riposizionato sotto forma di idrossiclorochina contro l’artrite rumatoide. Un paio di anni dopo il loro articolo sul Lancet Infectious Diseases, cominciavano a uscire le prime conferme in vitro per i virus e retrovirus che citavano.

All’Ist. Sup. di Sanità intanto, Savarino et al. studiavano gli effetti di farmaci analoghi in combinazione con antiretrovirali nel caso dell’AIDS. Poi c’è stato l’arrivo del virus Zika in America e l’anno scorso gli esperimenti di un gruppo di brasiliani e Savarino mostravano che

chloroquine reduces the number of ZIKV-infected cells in vitro, and inhibits virus production and cell death promoted by ZIKV infection without cytotoxic effects. In addition, chloroquine treatment partially rever[s]es morphological changes induced by ZIKV infection in mouse neurospheres.

“Parzialmente” e in vitro.

La settimana scorsa
Un gruppo dell’università del Washington ha scritto di aver misurato lo stesso calo in vitro nei trofoblasti umani, le cellule che formano la placenta e nutrono l’embrione. Lo ha poi misurato in vivo  in femmine e/o maschi di topi infettati con il virus Zika e post-mortem nei feti da essi generati, rispetto al gruppo di controllo che aveva ricevuto una specie di placebo e relativa prole:

an autophagy inhibitor, hydroxychloroquine, approved for use in pregnant women [contro la malaria e malattie auto-immuni], attenuated placental and fetal ZIKV infection and ameliorated adverse placental and fetal outcomes. Our study reveals new insights into the mechanism of ZIKV vertical transmission and suggests that an autophagy-based therapeutic warrants possible evaluation in humans to diminish the risks of ZIKV maternal-fetal transmission.

Il riposizionamento dovrebbe accorciare i tempi di sperimentazione e rendere il farmaco disponibile in caso di epidemia, dicono tutti a cominciare da Savarino, però dal suo primo articolo sono passati 14 anni.

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p.s. A proposito dei miracoli anti-tumorali del Trigno, della grappa di artemisia e altri anti-ossidanti, raccomando l’articolo di Savarino et al.

[They] actually promote cancer growth…

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Minacce di censura

Gli anti-vax pugliesi querelano Massimiliano Scagliarini, della Gazzetta del Mezzogiorno, per aver citato le bufale che hanno raccontato alla Commissione sanità del Consiglio regionale.

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Biofrequenze terapeutiche

Tre settimane fa, gli adesivi venduti da Gwyneth Patrow sul suo sito a $60 la decina, perché a basa di una fibra usata dalla NASA per le tute spaziali, sono stati valutati da Mark Shelhamer della NASA:

What a load of BS this is.

Come il resto delle sue merci d’altronde… Per rifarsi una credibilità, l’attrice ha attaccato la ginecologa Jen Gunterhilarity ensues un po’ ovunque.

Nei prossimi post, promette di prendersela con altri critici; Tim Caulfield, Stephen Colbert, la NASA, spera la platea che ha ordinato altro popcorn.

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Presto, i sali per il ten. col. Guidi! I meteorologi americani si son riposizionati:

In contrast to prior surveys that found many weathercasters who were unconvinced of climate change, newer results show that approximately 80% of weathercasters are convinced of human-caused climate change.

Peggio ancora:

A majority of weathercasters now indicate that climate change has altered the weather in their media market over the past 50 years, and many feel there have also been harmful impacts to water resources, agriculture, transportation resources and human health.

Grassetto mio. Quando l’alt.uff. riprende i sensi, rassicuratelo. Un quarto ha paura di dirlo in onda:

About a quarter of TV forecasters feared that if they spoke about climate change on air, “the feedback from management is or would be predominantly negative,” according to the survey results, and 5 percent acknowledged that the election of President Donald Trump, who has been consistently dismissive of climate change, will cause them to speak less about it.

Al management non far sapere che, per esempio,

Nerem’s team calculated that the rate of sea-level rise increased from around 1.8 millimetres per year in 1993 to roughly 3.9 millimetres per year today as a result of global warming. In addition to the satellite [TOPEX/Poseidon] calibration error, his analysis also takes into account other factors that have influenced sea-level rise in the last several decades, such as the eruption of Mount Pinatubo in the Philippines in 1991 and the recent El Niño weather pattern.