La scomoda verità 2 mi ha fatto venire in mente L’Alpe, una bella rivista – anche esteticamente per la scelta delle illustrazioni, la stampa molto curata – di scienze umane, fondata quasi vent’anni fa a Grenoble per gli appassionati dell'”arco alpino”. L’ultimo numero, “Tempi duri per i ghiacciai“, è un’elegia che deve molto a Emmanuel Le Roy Ladurie, uno dei primi storici del clima, in particolare dell’arretramento dei ghiacciai, e degli impatti sociali degli eventi meteo estremi.
A Milano L’Alpe si trova alla libreria Hoepli, altrove non so, comunque merita non fosse che per la sua intervista: “La météo des disettes et des révolutions”. Lo stesso editore (La Découverte) pubblica Hérodote – un po’ in difficoltà mi sembra – nata sotto lo slogan “la geografia serve innanzitutto a fare la guerra”, mentre Le Roy Ladurie spera tuttora che la storia serva a fare la pace.
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Nick Stokes ha calcolato l’anomalia di settembre
TempLS mesh anomaly (1961-90 base) was down from 0.673°C in August to 0.613°C in September. This compares with the smaller drop of 0.02°C in the NCEP/NCAR index, and a substantial rise (0.12) in the UAH LT satellite index. UAH is up a lot in the last two months.
globalmente circa -0,06 °C rispetto ad agosto, quasi un rientro nella norma.
Victor Venema scrive “A short history of homogenisation of climate station data”. La storia è davvero breve, ma a) continua; b) ha una luuuunga bibliografia.
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aTTP commenta il “Commentary” di Mark Zelinka et al. su Nature Climate Change, gratis e tutto storico, di facile lettura. Supersintesi: a dispetto di negaioli e bigoilisti, in trent’anni la capacità di capire, osservare – con sensori satellitari in primis – e simulare le nubi è molto migliorata e fa concludere che “il loro feedback globale sia probabilmente positivo”.
Mancano ancora dati, soprattutto sopra l’Oceano meridionale attorno all’Antartide:
Given that uncertainty in cloud feedback remains a dominant cause of uncertainty in projections of global warming and hence more societally relevant aspects of climate, such as sea- level rise and changes in precipitation, continued progress is necessary. Given how far we have come since 1990, and the recently accelerating developments noted above, increasing optimism is warranted.
Andrei piano con l’ottimismo. Il feedback positivo è che nell’insieme le nubi amplificano il riscaldamento globale, invece di tamponarlo un po’…
Ancora nubi. Sulle Geophysical Res. Lett. Joel Thornton et al. dell’università del Washington, scrivono che l’inquinamento dell’aria con l’ossido di zolfo emesso dalle navi lungo la rotta che attraversa lo stretto di Malacca causa un aumento delle nubi, dei temporali e dei lampi che colpiscono le navi. (h/t The Economist)
Chissà cosa succede sulle coste… L’anno scorso l’IMO ha abbassato il limite legale di zolfo nel carburante da 2,7 a 0,5% entro il 2020, quindi la situazione dovrebbe migliorare, tanto più che anche quest’anno è aumentato il traffico marittimo nell’Artico.
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Da Carbon Brief, Zeke Hausfather paragona le temperature previste dai modelli a quelle osservate. Come al solito vince Hansen et al. 1988… Le deviazioni sembrano alte, ma riguardano l’anomalia media, decimi di grado.
Complimenti al nostro avanzo di galera preferito, però con i mezzi e i dati disponibili negli anni Trenta, Stewart Callendar c’era andato molto vicino solo calcolando l’effetto serra della CO2, dicevano Phil Jones et al. un anno fa.
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Aridaie…
Su Science, Axel Beyer et al. restringono il raggio del protone anche loro, questa volta in atomi di idrogeno (surgelati), ma devia ancora dalla teoria.
Chissà Aldo Antognini cosa ne pensa…
…” fa concludere che “il loro feedback globale sia probabilmente positivo”
Una conferma , peraltro.
è vero, infatti sembra più un “consensus study” che un “commentary”.
Anche qui pare che il consenso sia sui feedback positivi
https://www.carbonbrief.org/hyperthermals-what-can-they-tell-us-about-modern-global-warming
Impressionante la figura da Zeebe e Zachos 2013…