UE contro plastica usa-e-getta

Come previsto, oggi l’Unione Europea ha pubblicato la “strategia” per riciclare il 55% di confezioni e contenitori di plastica entro il 2030, i sacchetti da 90 a 40%/anno per cittadino entro il 2026. Il passaggio a una “economia circolare delle plastiche” prevede più distributori urbani d’acqua potabile così da ridurre le bottiglie, raccolte meglio differenziate, eliminazione delle “micro-plastiche” da prodotti per l’igiene personale e domestica, campagne di informazione, indagini conoscitive […] e, oltre ai fondi per l’innovazione, 100 milioni di euro per finanziare

the development of smarter and more recyclable plastics materials, making recycling processes more efficient, and tracing and removing hazardous substances and contaminants from recycled plastics.

Nel com. stampa, i rifiuti rendono bene:

There is a strong business case for transforming the way products are designed, produced, used, and recycled in the EU and by taking the lead in this transition, we will create new investment opportunities and jobs.

Nelle buone intenzioni del vice presidente Katainen:

This will help to reduce plastic litter in land, air and sea while also bringing new opportunities for innovation, competitiveness and high quality jobs. This is a great opportunity for European industry to develop global leadership in new technology and materials. Consumers are empowered to make conscious choices in favour of the environment. This is true win-win.”

Dei nostri 25 milioni di tonn/anno, soltanto un terzo viene recuperato e il resto finisce nell’ambiente. In Italia, ci sarà parecchio da fare stando a Riciclo 2016 (da pag. 69 in poi, ma i dati sono più vecchi).

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Non sarebbe stato il morso dei ratti, ma la puntura di pulci e pidocchi a portare le ondate di peste bubbonica nelle città europee tra il Trecento e l’Ottocento, stando al modello al modello – bayesiano – di diffusione dell’epidemia usato da Katherine Dean, Barbara Diamanti dell’università di Ferrara et al., uscito sui PNAS. Ma se Pulex irritans e Pediculus humanus humanus ci hanno tenuto compagnia durante tutto quel periodo, perché non ci trasmettevano la Yersinia p. tra un’ondata e l’altra?

Prevedo qualche critica…

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Carbon Brief pubblica una mini-storia dei modelli climatici, per far arrabbiare Zichichi fra i pionieri ci ha messo anche Von Neumann.

4 commenti

  1. “Carbon Brief pubblica una mini-storia dei modelli climatici”
    Coincidenza: anche io ne parlo, anche se non in una così interessante ed esaustiva prospettiva storica.
    À propos: mi ha ricordato che devo ancora dedicare il post-omaggio al 50esimo anniversario del quinto modello citato , iper-ritardo…

    1. Bel post, Steph, aggiunto link sopra – però hai scritto “scambi radiativi”, i negaioli diranno che i modelli non tengono conto dell’attività solare.

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