Nature pubblica in open access due ricerche sugli effetti in Africa subsahariana degli Scopi detti prima del millennio e poi dello sviluppo sostenibile tra il 2000 e il 2015. Con i dati di decine di migliaia di villaggi in 51 paesi su peso e altezza dei bambini sotto i cinque anni, e sul livello di educazione di donne e uomini (quello delle donne è il fattore determinante), il gruppo coordinato da Nicholas Kassebaum e Simon Hay all’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’università del Washington, ha proiettato i progressi (non abbastanza), la loro mancanza (tanta) e la tendenza fino al 2025 (deprimente) sulla mappa del continente con una griglia di 5 x 5 km.
I risultati migliori, ça va sans dire, sono ottenuti dove amministrazioni e Ong locali hanno usato meglio i finanziamenti disponibili.
Mapping child growth failure in Africa between 2000 and 2015
Contano i particolari della variazione da un paese all’altro, cmq cito dalla conclusione:
Between 2000 and 2015, nearly all African countries showed a reduction in the absolute levels of stunting, wasting and underweight in children under five, but observed rates of change varied markedly. If current rates of progress continue, many countries are on track to meet the relevant WHO Global Nutrition Targets at the national level. This includes most of eastern and southern Sub-Saharan Africa and the coastal sections of western SSA at more local scales. However, our results also show particularly high levels of Child Growth Failure, with little evidence of improvement, across the Sahel.
Mapping local variation in educational attainment across Africa
Dalla conclusione:
Our estimates show that although attainment has generally improved for women of reproductive age in Africa since 2000, these gains have now stagnated in many subnational regions. We also demonstrate that in 2015, gaps remain in attainment between the sexes in many areas across Africa; these gaps were relatively stable over time.
I “buchi” nelle serie cronologiche sono stati tappati con un modello geostatistico bayesiano, quindi le stime hanno un loro margine d’incertezza. I limiti sono riassunti nella sezione “future work and caveats” e spiegati in lungo e in largo in quella dei Metodi.
Però “a occhio” le stime mostrano dov’è più urgente intervenire. No surprise, corrispondono alle zone di guerra, di corruzione e furto degli aiuti internazionali. I dati sono pubblici e vista la scala di 5km x 5, mi sembrano utilizzabili anche per valutare, migliorare, sostenere le iniziative delle Ong locali. Proprio quello che ci serviva, grazie Fondazione Gates.
Rif. anche la “news and view” introduttiva di Brian Reich e Murali Halan; l’articolo del Guardian troppo pessimista, trovo, con i pochi mezzi destinati agli Scopi e l’ostilità di molti governi, cosa si aspettava? Meglio il com. stampa dell’univ. del Washington:
The prevalence of wasting decreased considerably in DRC, both at the national and provincial or community levels, over the past 15 years
I “15 anni” si fermano al 2015, da allora sono ricominciate le guerre e le migrazioni forzate.
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Il primo editoriale è un augurio di successo alle buone intenzioni del
‘Code of Ethics for Researchers’ produced by a group of scientists convened by the World Economic Forum. […]
As the authors state, their purpose is to stimulate open conversations “to safeguard a positive and sound research environment”. Accordingly, Nature readers may do themselves and others some good by visiting http://wef.ch/coe and providing feedback. Even better, they might discuss the ideals expressed, and consider how to live up to them in their own lab, research institution or funding agency.
Non nuoce, ma finché la maggioranza dei ricercatori onesti non si ribella…
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foto: agenzia Dire
Imparare a leggere e a contare prima di speculare sui bambini, no?
“Riprendiamoci il pianeta” e “Genitori del no”, seguaci dell’invasato Marcianò e del falsario Wakefield, hanno fatto affiggere manifesti come questo.
Riprendiamoci il pianeta su Facebook precisa: “Ci siamo resi conto di avere scritto una inesattezza nel nostro manifesto che stiamo correggendo, non si tratta infatti di 21.658 danneggiati da vaccino, ma di 21.658 segnalazioni di sospette reazioni avverse”.
Altri sono coraggiosamente anonimi, forse perché le pernacchie “possono avere effetti collaterali gravi”…