Nella rassegna stampa di Action Aid, ci sono molti articoli sul conflitto tra il ministro degli Interni, la Guardia Costiera e le Procure siciliane. A parte le solite testate razziste, mi sembra che i colleghi tengano conto dei diritti umani e delle leggi che li tutelano.
Parecchi giornali riprendono l’appello di Marco De Ponte ad affrontare “Le emergenze. Quelle vere” con
un piano nazionale di prevenzione e risposta alle emergenze, ma soprattutto un Dipartimento per lo Sviluppo dei territori colpiti da catastrofe naturale– magari in capo alla Presidenza del Consiglio come quello della Protezione Civile – che sia il motore partecipato e trasparente della ripresa e della ricostruzione civile ed economica post emergenza.
Esistono piani nazionali di prevenzione e risposta alle emergenze sanitarie e addirittura radiologiche nel caso scoppi una bomba atomica, ma nessuno per i disastri che avvengono ogni anno da nord a sud del paese.
Il 24 agosto si ricordano le vittime in Centro Italia, mentre nel paese si registrano nuovi eventi sismici nelle regioni a rischio.
Mi ha fatto venire in mente che il piano francese “Risques majeurs” prevede fondi per le commemorazioni.
La richiesta di ActionAid alle istituzioni è di aprire un tavolo di consultazione partecipata che porti alla definizione di un piano nazionale di prevenzione coordinato con la risposta alle emergenze. Le emergenze quelle vere. Non quelle immaginarie che ci dipingono come il “campo profughi di Europa” che non siamo.
Lettura da abbinare a quella del “piano Tafazzi” descritto ieri sera da E.K.Hornbeck. Il suo commento inizia così, ma non fatevi depistare:
Siamo ormai un’epoca nella quale le fake news trionfano e, per non rimanere troppo ai margini delle cultura contemporanea, provo (di seguito) a proporne una io.
Metta caso che possa aprirmi una nuova carriera.
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O’s digest, Nature suite et fin
La scoperta della figlia di una Neandertal e di un Denisovano da parte del gruppo diretto da Svante Pääbo è un misto stupendo di serendipity e di cocciutaggine. E’ anche merito dei “metodi condivisi” per evitare la contaminazione del Dna di Denny con quello di uno dei ricercatori che nel corso degli anni ne hanno maneggiato l’osso.
Digressione
Nell’Invenzione delle razze – se non ricordo male – Guido Barbujani racconta la disavventura capitata a Scott R. Woodward, un giovane e ambizioso genetista dell’università Brigham Young. Nel 1994 aveva pubblicato su Science una sequenza di Dna estratto “dall’osso di un dinosauro”. E proprio Pääbo e i suoi colleghi – al politecnico di Monaco di Baviera all’epoca – lo avevano rianalizzato insieme a Woodward, trovando una somiglianza dell’88% con una sequenza di Dna umano e un po’ meno con Dna di balena.
Insistere nel dire che quel Dna era comunque di un animale del Cretaceo non ha giovato alla carriera di Woodward, finito all’università di Utah Valley dopo svariate collaborazioni con quella di Pavia – chissà perché – quand’era ricercatore per la Sorenson Molecular Genealogy Foundation che nel vostro Dna vi trovava un parente mormone per cui tutti gli altri lo diventavano automaticamente. Lo aveva scoperto Renato Mannheimer, nipote di un rabbino di Praga, convertito a propria insaputa da una cugina emigrata in USA. Oggi della fondazione resta solo la ditta Ancestry DNA che vende anche in Italia un albero genealogico nel quale siete parente di un personaggio importante.
Fine digressione
Ci sono già metodi affidabili on-line, quindi niente scuse, scrive Lenny Teytelman di protocols.io su Nature:
Still, skimpy protocols stall science, and the scientific community must mobilize itself to do more. Writing “we used a slightly modified version of the protocol from PaperZ”, whether or not the full protocol can be found there, is clearly easier than spelling out all the steps — but it’s not good enough. One day soon, publishing a paper without a link to a useful protocol in a methods repository will seem as outdated as using a mobile phone that can’t connect to the Internet.
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Quanto ActionAid aprirà e gestità qui in italia un centro di accoglienza allora potrà fare la voce grossa. Adesso sono solo bla bla bla vuoti e leggermente ipocriti. Ma è di moda.
passanti occasionali,
AleD diffamava Action Aid accusandola di lucrare sul traffico dei migranti, intascando fondi pubblici per la gestione di centri di accoglienza. Adesso è migliorato, vuole solo dettarle come e quando può “fare la voce grossa”. Roflmao
Ho già spiegato ad AleD che a Genova c’è il mare e in Italia ci sono delle leggi, ma nel suo giro “va di moda” fingere di non saperlo. Riassunto per chi non c’era:
– i centri di accoglienza NON possono essere aperti da privati, ma soltanto dal Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) con l’adesione degli enti locali, e dalle Prefetture che, insieme agli enti locali, emette bandi e decide a chi assegnarne la gestione.
– come altre Ong, Action Aid aiuta – con fondi raccolti in proprio – i migranti ospitati nei centri gestiti da Croce Rossa, Caritas ecc.
Stimatissima spara carastroppole, ho sempre detto che le ong danno una bella mano a riempire i centri di accoglienza proprio perché loro dei centri di accoglienza se ne fregano perché non è di loro competenza.
L’ho detto e lo ripeto, anche più in la se vuole, nessun problema.
Lei che sa mi spiega il ruolo delle cooperative (che sono entità private) nella gestione dei centri di accoglienza e perché Action Aid o chi per essa (altre ong) non possono fare altrettanto, qui, in italia? Non possono perché si pesterebbero i piedi? Mmmmh, cane non mangia cane…
AleD,
lei dice sempre “carastroppole”.
Nessuna cooperativa può aprire un centro di accoglienza, semmai è pagata per svuotarlo. Confonde le Ong con le Prefetture e gli enti locali: sono questi a riempirlo, stabilendo quante persone ci possono stare e per quanto tempo.
perché Action Aid o chi per essa (altre ong) non possono fare altrettanto, qui, in italia?
Gliel’ho già detto. I cittadini italiani pagano Ong internazionali per compiti specifici, non per sostituirsi a tutti gli organi dello Stato.
cane non mangia cane
Le è scappata una verità, è sicuro di star bene? Le Ong internazionali aiutano quelle piccole a crescere e agire “a casa loro”. E’ un compito specifico di Action Aid nel Centro Italia terremotato esattamente come nei campi di rifugiati in Africa, in Asia o in America Latina.
@ocasapiens:
”
I cittadini italiani pagano Ong internazionali per compiti specifici, non per sostituirsi a tutti gli organi dello Stato.
”
:-DDDDDD Ora le navi che fanno la consegna merci sono pagate pure dagli italiani!
Dai su non esageri con le battute. Metta mai che se versiamo più soldi poi salta fuori che oltre a consegnare la merce poi inizino anche a occuparsene, sia mai!
Ah no aspetti, ora è chiaro: le ong che consegnano qui la merce poi non possono anche gestirla altrimenti sarebbero in un palese conflitto di interesse, e apriti cielo!
Bastava anche dirlo subito eh. Anzi, dove la trovo scritta questa ovvietà nei siti delle varie ong?
AleD,
le ong che consegnano qui la merce
Strano che per lei gli esseri umani siano una “merce”? Scusi la domanda personale, ma di mestiere lei traffica in braccianti illegali? O in prostitute/i minorenni?
Ora le navi che fanno la consegna merci sono pagate pure dagli italiani!
:-DDDDDD Le paga anche lei, così come paga Prefetture, enti locali, SPRAR, Caritas, Croce Rossa, associazioni e cooperative sociali per occuparsene.
Con tasse e imposte, gli italiani, gli immigrati residenti in Italia e i turisti pagano le navi della Marina militare, le quali portano più migranti delle Ong.
Con le donazioni, italiani residenti in Italia o all’estero e immigrati residenti in Italia come me pagano le navi usate da Ong, per es. l’Aquarius appena rimessa a nuovo da Medici Senza Frontiere (MFS).
Il bilancio della Marina è sul sito del Ministero della Difesa. Quello di MSF e di altre Ong è sul loro sito.
Idem SPRAR, Caritas, Croce Rossa ecc. Basta inserire “bilancio”, anno e nome in qualsiasi motore di ricerca.