"Shocking, I know"

Il 24 settembre in un comunicato congiunto, i/le presidenti di undici associazioni italiane di omeopati – Fiamo, Apo, Siov, Amiot, smb Italia, Omeofar, Luimo, Fondazione Negro, Sima, Siomi e Aipma – annunciavano che

  • Uno studio pubblicato dalla rivista “Scientific Reports”, del gruppo Nature, ha confermato l’efficacia delle ultra-diluizioni omeopatiche, ma è passato sotto completo silenzio

A loro avviso, lo studio dimostrava

  • non solo l’efficacia del farmaco omeopatico, con effetti biologici statisticamente significativi nell’alleviare il dolore neuropatico negli animali da laboratorio, ma che l’azione indotta è stata simile all’effetto del “Gabapentin”, farmaco convenzionale molto usato, con la differenza sostanziale che il medicinale omeopatico è risultato privo di effetti collaterali, e quindi più sicuro. 

Grassetto nell’originale. Forse era meglio se lo omettevano?
L’indomani il silenzio finiva. La Repubblica copia-incollava questa parte del comunicato, senza virgolette né attribuzione con il titolo “Supponiamo che la scienza cambi idea” e la firma m.t.b., incollandoci in fondo questa perla che nell’originale veniva prima:

  • mentre in Australia, il Comitato nazionale per la salute e la ricerca medica, nell’ambito di un’indagine, ha ammesso “Contro l’omeopatia dati falsati. I report ostili sono frutto di manipolazioni.”

Il tutto figurava in cima a una doppia pagina in cui la scienza – nelle persone di Andrea Grignolio ed Elena Cattaneo – non cambiava idea per niente.

Il Comitato australiano non ha ammesso nulla del genere, ovviamente. La perla – vecchia di tre anni – è  stata risfoderata da Petrina Reichman, vice-presidente della lobby australiana pro-omeopatia, secondo la quale una meta-analisi deve seguire lo stesso “metodo” degli esperimenti clinici omeopatici (nota).

Lo stesso giorno, sul Sole-24 Ore e sul Quotidiano sanità Silvio Garattini stroncava ” lo studio”. Il 26, PubPeer e Enrico Bucci ci trovavano errori marchiani e immagini truccate – rif. il sunto di Gianluca Dotti su Wired.

Ieri, ciliegia sulla torta. Smut Clyde avvisa che su PubPeer emergono frodi precedenti:

  • It turns out that the Indian researchers claiming that homeopathy works have an extensive record of scientific fraud. Shocking, I know.

Con gli stessi complici, Anmada Nayak e Chanakya Nath Kundu hanno falsificato dati e immagini di quattro articoli usciti tra il 2017 e il 2018. Non proprio originali, confermano l’efficacia antitumorale di un vecchio farmaco contro la malaria, dalle proprietà antitumorali note da un decennio (quinacrina non omeopatica).

(Se i Peers di Pub avessero un attimo, per favore guarderebbero i miracoli realizzati da C. N. Kundu con diluizioni di arnica e con nanoparticelle d’argento agli estratti vegetali? Ne avrei anche uno sul resveratrolo e la curcuma che mi sanno tanto di quinacrina. Se poi avessero due attimi, tirerei fuori le riserve.)

Sapesse come sono scioccata io, Dr. Clyde. Era dai tempi delle marchette per la Boiron all’università di Bologna che non mi finiva il rimmel la boccetta dei sali.

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Nota
Siccome la perla era sfuggita ai media, i/le presidenti delle lobby italiane la ricopiavano sul Quotidiano sanità il 28 settembre.
Il 29, era copia-incollata dall’omeopata unicista Alberto Magnetti (il copia-incolla è la sua specialità, rif. “L’adulatore“, “L’adulatore II“, “L’adulatore III“), docente prima all’università di Torino e ora all’Istituto Omiopatico Italiano, generoso di marchette per la Boiron da blogger sulla Stampa.
Da membro della Commissione medicine non convenzionali per l’Ordine dei medici di Torino, l’unicista ha scelto un titolo sobrio ed elegante:

Una supposta gelata per Medbunker & Company

Il suo reflusso gastroesofageo è dovuto alla voce “omeopatia” sul sito della Fnomceo che rimanda alla rassegna australiana. Nei suoi panni, mi prescriverei tre granuli di Arsenicum album 200 ch sei volte al dì, per due mesi.