Shutdown & breakdown

Dubito che oggi Trump ammetta di aver “chiuso il governo” federale con troppa spensieratezza, ma nei media lo hanno già ammesso i membri della sua amministrazione. Da giorni è tutto un coro di “non sapevo che governare fosse così complicato”.

Gli shutdown non erano stati indolori sotto Clinton, Bush Jr e Obama, ma al terzo giorno erano scattate le procedure per garantire i servizi indispensabili. Questa volta non è successo. D’altronde più di metà dei segretari – l’equivalente dei nostri ministri – si sono dimessi, sono stati licenziati o sostituiti da “facenti funzione” senza la minima idea di quale funzione.

Con l’aggravante che Trump doveva nominare centinaia di dirigenti nei primi mesi del 2017; se l’è dimenticato o nessuno se la sente di candidarsi?

Così ha delegato la coordinazione dello shutdown a Mick Mulvaney, un congressista repubblicano di terza fila che un tempo l’aveva dileggiato. L’unico che abbia accettato di diventare il suo “Chief of Staff” – l’equivalente di un primo ministro in una repubblica presidenziale – nonché facente funzione di dipartimenti acefali senza la minima idea ecc.

Lo “sciopero” caotico imposto da Trump sta paralizzando le agenzie federali per l’ambiente e la ricerca, lamentano in coro le riviste scientifiche. David Malakoff scrive oggi su Science:

Many of the scientists at those shuttered agencies have been furloughed without pay, barred from working at home, and prohibited from checking their government email. A travel ban has hurt attendance at several major conferences and caused organizers to cancel other events.

Quello è il meno.

The shutdown is also creating chaos for university researchers, private contractors, and others who collaborate with idled federal scientists, or depend on affected agencies for funding, facilities, and data. Besides doing lasting damage to some research projects, the standstill is threatening livelihoods. “In a moment’s notice, I went from believing I had secure income to not knowing when I would be paid,” says Marshall McMunn, an ecologist at the University of California (UC), Davis, on an NSF postdoctoral fellowship. He can’t even find out whether it’s OK to take a part-time job to help pay his bills.

Molti dipendenti federali devono ottenere una “security clearance” per poter lavorare a tempo parziale altrove, ma siccome sono chiusi anche FBI, NSA ecc. non possono nemmeno chiederla.

David Malakoff non ne parla, ma lo shutdown crea problemi per la ricerca in generale, un’attività globalizzata nella quale gli USA investono più di ogni altro paese. Spesso è prevista da convenzioni internazionali: sanità, clima, biodiversità, reti di geo-monitoraggio, armamenti vietati, inquinamento marino ecc.

Come per il commercio, la difesa o gli aiuti umanitari, Trump un po’ di ragione ce l’ha: gli altri paesi “si approfittano” degli USA. Con poche eccezioni – Singapore, Corea del Sud, Svizzera e? – risparmiano sulla spesa, tanto paga zio Sam.

Qui, la Commissione europea chiede da decenni ai paesi membri di investire una maggior percentuale del PIL nella scienza e la tecnologia. Resta inascoltata, nessuna agenzia europea riceve gli stessi fondi dei National Institutes of Health o della NASA.
I sovranisti locali hanno un bel dire, ma non sanno nemmeno come creare un Ufficio meteo simile a quello britannico. Figurarsi lanciare una costellazione di satelliti come i Sentinel – indispensabili per la sicurezza dei cittadini, per esempio quelli esposti a disastri idrogeologici ricorrenti come gli italiani.

Nel caso di uno shutdown per mesi, come annunciato tre giorni fa da Trump, i politici si sveglieranno o nelle elezioni europee faranno campagna contro “Bruxelles”?

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Breakdown

A proposito di problemi globali, scienza e tecnologia, Un Web Reputation Agent – uso narrare le gloriose avventure del Kitegen  – aveva accolto con pari scetticismo  entusiasmo l’operazione Ocean Cleanup da 20 milioni di dollari. Oggi UWRA segnala che la pattumiera “Wilson” lunga 600 metri e dai filtri alimentati a energia solare sta rientrando a San Francisco, rotta e vuota – dalla vigilia di Capodanno.

Riass. punt. prec.

Riassunto per i fainéants

Inventata dal 24enne Boyan Slat, forse più dotato per la raccolta fondi che per la progettazione, Wilson era figlia di 273 modelli e sei prototipi costati cinque anni di lavoro a 70 ricercatori e ingegneri. In settembre, salpava trionfalmente verso “Grande macchia d’immondizia” a galla sul Pacifico tra la California e le Hawaii. In ottobre avvistava la sua prima plastica senza poterla raccogliere, e a fine dicembre si rompeva per “guasto strutturale”.

Per notizie più particolareggiate condite con un po’ Schadenfreude, rif. The Guardian e Fortune.