"L'aumento del 41%"

A gentile richiesta di preoccupati dall’associazione tra glifosato e linfoma non Hodgkin, ho letto l’articolo di Luoping Zhang et al.

su Mutation Research/Review in Mutation Research.

Zhang et al. hanno considerato sei studi, 2 in USA (oltre metà del campione totale), 1 in Canada, 2 in Svezia e 1 in Francia, meno del 10% di quelli pubblicati; la selezione è giustificata, anche se gli autori dicono che sono disomogenei lo stesso. Fra gli aspetti interessanti, almeno per me,
– la rassegna dell’evidenza “a supporto”, cioè gli esperimenti sui topi dai risultati in parte contraddittori;
– sono inclusi i dati pubblicati l’anno scorso da Gabriella Andreotti et al. un follow-up di 54.251 “applicatori autorizzati di pesticidi” (licensed pesticide applicators) seguiti per 11-12 anni, secondo il quale:

  • no association was apparent between glyphosate and any solid tumors or lymphoid malignancies overall, including Non Hodkin Lymphoma and its subtypes. There was some evidence of increased risk of AML [leucemia mieloide acuta] among the highest exposed group that requires confirmation.

– né Andreotti et al. né Zhang et al. hanno conflitti d’interesse.
Semplifico, perché le variabili sono parecchie. Zhang et al. trovano un aumento del 41% del rischio – relativo a quello della popolazione nel suo insieme – nel senso che su 100 mila persone esposte al glifosato per oltre 2 giorni/anno in periodi tra i 2 e i 12 anni, stimano una probabilità di 18 casi – invece di 13 come risultava da una delle stime precedenti. In altre parole, la probabilità di rischio relativo passa da 1 a 1,41 e a 1,45 per le esposizioni maggiori (intervallo di confidenza 95%).
Zhang et al. spiegano a lungo i limiti della propria analisi e concludono:

  • However, given the heterogeneity between the studies included, the numerical risk estimates should be interpreted with caution.

Per di più, gli studi non tengono conto degli effetti dovuti a un uso maggiore

  • where “green burn-down” practices introduced in the mid-2000s may be a particularly important source of population exposures.

Il “green burn down” o “crop dessication” (fr. dessication, ital?) si usa da poco in USA, in Canada non so, ma in Europa si usa da parecchi decenni. Consiste per esempio nello spargere un erbicida sulle coltivazioni un paio di settimane prima del raccolto per accelerare la maturazione del frumento, e raccoglierlo con 7-10 giorni di anticipo.

Stime superiori sono elencate nell’articolo di Zhang et al. Tenuto conto dei margini d’incertezza, mi sembra la conferma di una correlazione. Per ora non si sa quale sia la causa dei vari tipi di linfomi non Hodgkin, ma che sono associati a molti inquinanti – a cominciare dalla diossina.

3 commenti

  1. Il Comitato per l’Etica in Scienza consegnerà nei prossimi giorni le prove sulla corruzione della criminale scientifica giudea Coyaud (nota come “sotto la scrivania del capo” e “sotto la scrivania dell’Ingegnere ebreo” negli ambienti giudaico-massonici criminali italiani) da parte delle lobbies farmaceutiche ebree internazionali. Verrà dimostrato che la sporca individua prende tangenti sia per attaccare il candidato al Nobel alla Fisica ed alla Chimica, Professor Ruggero Maria Santilli, a favore del conservatorismo delle teorie einsteniane, sia per difendere i vaccini einsteniani fondati sulle stesse teorie einsteniane migliorate dal Professor Santilli. La merdosa Coyaud si arricchisce impedendo lo sviluppo della vera scienza e sulla salute delle persone, ma presto giustizia sarà fatta…

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