Uniti contro la scienza – quiz

Nei media di destra come sui social, politici e “intellettuali” di regime continuano a inveire contro i ragazzi scesi in piazza che hanno abboccato alla bufala del riscaldamento globale. Loro mica ci son cascati. Un anno e mezzo fa, i loro partiti avevano chiesto invano di emendare così l’art. 3 della legge che ratificava l’Accordo di Parigi:

  • Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato ad impegnare 25 milioni di euro in ciascuno degli anni dal 2016 al 2018 per finanziare lo svolgimento di ricerche dedicate alla valutazione del rischio di un raffreddamento globale in conseguenza dell’alterazione dei cicli delle macchie solari. 

Ora che quei partiti sono al potere, si candidano scienziati disposti a negare l’effetto serra dei gas serra e la fisica tout court. Al perenne Battaglia, il cocco di Berlusconi, si è aggiunto Franco Prodi sul Quotidiano.net il 12 marzo con una premessa identica – in breve: i climatologi sono degli imbroglioni – e un ragionamento meno rozzo di “la CO2 è il cibo per le piante”.

Secondo lui, la maggior frequenza e intensità delle siccità non hanno nulla a che fare con il clima. Sono eventi meteo, non possono essere influenzati dalla tendenza delle temperature o delle precipitazioni e si possono prevedere a distanza di 10-12 giorni massimo.
Dire che la colpa della siccità è dei cambiamenti climatici

  • È una bestialità. Il climatologo serio esamina il presente e lo confronta con trenta anni precedenti. Fino a qualche tempo fa, la fascia andava dal 1960 al 1990. Poi si è spostata in avanti, dal 1980 al 2010. Ma sempre sui trent’anni.

Nessuno attribuisce le siccità al riscaldamento globale, ovviamente. Gli “studi di attribuzione” stimano la sua influenza.

I meteorologi australiani che dalla fine degli anni ’80 prevedono le siccità con cinque o sei mesi di anticipo in base alle temperature dell’oceano Pacifico tropicale che annunciano una false calda o fredda dell’ENSO saranno lieti di sapere che erano sbagliate. Gli agricoltori e gli allevatori ancora di più: il Niño moderato (sic) iniziato in luglio non è stato stato seguito tra dicembre e marzo dalle abituali ondate di calore, da record questa volta, che hanno bruciato i raccolti e ammazzato tanti animali. Pura illusione, dice il prof. Prodi:

  • Non c’è conoscenza sufficiente per fare previsioni sul clima. Non si può distinguere l’apporto antropologico da quello che è naturale e dipende dall’astronomia, dall’astrofisica, dalla struttura e dalla composizione dell’atmosfera.

Le previsioni sul clima si fanno con i dati di trent’anni confrontati a quelli dei trent’anni precedenti, diamine! Astronomia, astrofisica, composizione e struttura dell’atmosfera non sono mai state prese in considerazione dai climatologi per cui le simulazioni dei modelli – che chiama ostinatamente “previsioni” invece di proiezioni – sarebbero tutte false.
Le esternazioni del 77enne, ancora indignato di non essere più direttore di un Istituto del CNR dal 2008, erano riprese da Libero il giorno dopo con questo titolo:

  • Meteo, il fisico Franco Prodi: “Bestialità, basta balle”. La grande menzogna sul cambiamento climatico

Il 15 marzo, cercava di smentirlo con un’intervista sull’Huffington Post molto accondiscendente verso gli studentelli tanto carini ma ignoranti che si stavano mobilitando. Non hanno capito “la natura del problema”.

Non si era informato sul tema degli scioperi, a Bologna non aveva mai visto i ragazzi sfilare in precedenza con il cartello “Ci avete rotto i polmoni” e le immagini della plastica sulle spiagge e in mare. Non sapeva che si trattava di Venerdì per il Futuro e contro il degrado del pianeta in generale. Ripeteva loro, come usa fare da dieci anni a questa parte, una lezioncina scritta dai tempi di Rio 1992 sugli striscioni e riassunta in “Non c’è un pianeta B”.

In parole sue:

  • Curiamo l’ambiente. Il deterioramento ambientale, quello sì è quantificabile, attraverso i metalli pesanti negli oceani [la plastica no?], la qualità dell’aria, il brown cloud dell’Asia ad esempio. Serve una ripartenza degli accordi internazionali per limitare l’inquinamento, tenere sotto controllo i combustibili fossili. Bisogna ripensare collettivamente i modi di produzione, per salvaguardare la qualità dell’ambiente.

Detto questo, come Franco Battaglia crede o finge di credere che, indottrinati da ricercatori servi del potere, gli studenti siano contrari unicamente alle emissioni di CO2:

  • Bisognerebbe fare più attenzione a questa parte della ricerca che non è quella dialogante con le Nazioni Unite.

Quello è il dramma! Gli studenti sono “uniti dietro la scienza”, quella del 99% dei ricercatori che, diversamente da Prodi e Battaglia, non solo pubblicano tuttora ricerche sul clima, ma valutano le pubblicazioni dei colleghi nei rapporti dell’IPCC (pro-memoria  per i bambini: l’IPCC non è l’Onu, ma un ramo della convenzione dell’Onu sui cambiamenti climatici, finanziato da alcuni dei paesi firmatari per organizzare e pubblicare la rassegna delle ricerche in materia).

  • C’è troppa gente che parla senza sapere le equazioni di trasferimento radiativo in atmosfera.

Un suo refrain. Su Quotidiano.net, “la gente” non era connotata. Nel contesto della siccità in Val Padana è probabile che si riferisse agli agricoltori. Nel contesto della “ricerca dialogante con le Nazioni Unite” è una diffamazione.

  • Ci sono aspetti di fisica molto complessi: capisco il principio di precauzione ma non è un principio scientifico.

Infatti il principio di precauzione è un principio di “governance”, serve da guida per prendere provvedimenti che riguardano tutta la società. Per esempio la diffusione della resistenza agli antibiotici ha aspetti politici, economici, sociali ben più complessi della fisica, e sarebbe insensato – oltre che letale – aspettare altri decenni prima di contrastarne gli abusi. Per esempio i vaccini pediatrici prevengono malattie gravi e a volte letali, sarebbe insensato aspettare un’epidemia per somministrarli.

  • La nostra situazione è che siamo in una corriera in corsa con i finestrini offuscati.

Meno male che dice di capire il principio di precauzione!

  • Ma attribuire sicuramente il riscaldamento globale alle emissioni della sola CO2 è scientificamente quantomeno avventato.

E’ stato scientificamente misurato di quanto aumenta, insieme alla concentrazione di CO2 atmosferica, la quantità di energia solare conservata dalla superficie terrestre. Qui c’è un video per chi non ha voglia di leggere i particolari. Sarebbe divertente vedere Prodi dimostrare che l’aumento di energia non c’entra con quello della temperatura.
E nessuno attribuisce il riscaldamento globale alle emissioni della sola CO2, ovviamente. Quello del 2016-2017 è attribuito a un doppio Niño sovrapposto all’aumento preesistente della temperatura. I gas serra, come mostra il plurale, sono più di uno – tra i quali la CO2 è più rischiosa perché resta per secoli in atmosfera.

Quiz

Franco Prodi troverà senz’altro il coraggio di sfidare il ridicolo e di proporre, non fosse che sotto forma di ipotesi, una causa alternativa all’aumento delle emissioni di gas serra. Ma quale?

  • Il calo dell’attività della corona solare (finanziamenti del MIUR)
  • le congiunzioni di Giove e Saturno e cicli astronomici vari (finanziamenti dell’università Federico II)
  • vulcani sottomarini fanno da caldaietta e sciolgono la banchisa artica (idem)
  • un maggior trasferimento radiativo dal nucleo terrestre all’atmosfera (finanziamenti da cercare)
  • l’atmosfera è una struttura isolante chiusa con un coperchio (finanziamenti dell’Aeronautica)
  • altre ed eventuali

19 commenti

    1. Paolo C.,
      Grazie, i Climalteranti erano dappertutto – dovrebbero farsi una rassegna stampa.

      Steph,
      Ups – aggiunto il link.
      Prodi: sperava di aprire un grande dibattito con questo editoriale e tre paper altrui (rimmel), ma non se n’è accorto nessuno…

      1. GiorgioIV,
        è capitato sul blog sbagliato, qui si parla spesso di statistica. Comunque se vuol farsi un’idea approssimativa, può guardare sul sito delle Regioni quali non hanno programmi di educazione ambientale nelle scuole.

  1. @ Paolo C.
    Ieri c’era Pasini su La7
    Purtroppo c’era anche la Tommasi: “Alcuni studiosi, cioe’ Zichichi, che ci ha detto che l’influenza sul cambiamento climatico delle specie vegetali e’ molto piu’ alta rispetto a quella della specie umana e che questo problema c’e’ anche su Marte dove non c’e’ la vita, dove non c’e’ l’industrializzazione.”
    Cercavo di capire cosa cercava di dire ma mi e’ venuto un crampo al cervello: su Marte non ci sarebbe la vita ma l’influenza delle specie vegetali sul cambiamento climatico sarebbe maggiore di quella dell’industrializzazione?

  2. oca sapiens
    per la verità ho parlato di (inadeguata) e (auspicabile) “educazione al consumo” non di semplice generica “educazione ambientale”.

    1. GiorgioIV
      se guarda i bandi sul sito delle Regioni, vedrà che la sostenibilità (come definita dall’ONU negli scopi del millennio) fa parte dell’educazione ambientale.

      Paolo C.
      forse lo sta diventando di nuovo, rif. bike-sharing, car-sharing ecc.

  3. Pensare che prima del boom economico “consumo” era una parolaccia…
    Potenza dei fossili…

  4. OT
    Sul Messaggero Veneto di ieri:
    https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2019/03/16/news/tre-studenti-contro-il-presidente-dei-biologi-1.30103663
    Tre studenti contro il presidente dei biologi. I ragazzi su Facebook attaccano Vincenzo D’Anna. L’Ordine fa ricorso e chiede la rimozione della pagina “Biologi per la scienza” dove si legge che si tratta di una comunity che non si sente rappresentata dall’Ordine nazionale dei biologi e che chiede la rimozione del presidente Vincenzo D’Anna. Udienza cautelare il 2 Aprile. Penso lo sapesse già, saluti

  5. gentile ocasapiens
    è vero che l’educazione ambientale (nelle scuole) è diffusamente esistente ed è spesso proposta in linea con la definizione ONU. Condizione necessaria ma non sufficiente perché sia acquisito un adeguato grado di consapevolezza (al di là degli aspetti strumentali collaterali).

    1. GiorgioIV,
      Condizione necessaria ma non sufficiente perché sia acquisito un adeguato grado di consapevolezza
      Così dicono tutti, e i ragazzini lo rimproverano agli adulti. La consapevolezza è delegata agli scienziati, tanto nessuno li ascolta se non durante brevi rituali. Succede la stessa cosa per la resistenza dei batteri patogeni agli antibiotici e decine di altre crisi – spesso aggravate dai cambiamenti climatici in corso – tanto ne patirà di più la prossima generazione.
      Ma tutto questo non c’entra con il suo pensiero sull’impossibilità statistica che spero sia cambiato.

  6. gentile ocasapiens
    Vedo che quella frase vi ha (posso dirlo?) quasi destabilizzato. Fate conto che l’abbia cambiata.
    Comunque con la massima stima, cordiali saluti

  7. @ GiorgioIV
    Vedo che quella frase vi ha (posso dirlo?) quasi destabilizzato
    “Divertiti”.
    Il termine corretto e’ “divertiti”.
    Anche senza “quasi”.

  8. @ GiorgioIV
    Certo a ciascuno il proprio modo di divertirsi.
    E i suoi tentativi di destabilizzazione sono impagabili, da questo punto di vista.

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