Potrebbero anche star a casa

Oggi i capi di stato o di governo dei paesi membri dell’Unione Europea sono a Sibiu, Romania, per discutere “the next strategic agenda for the period 2019-2024”. Il gioco consiste nel trovare le differenze tra il prossimo piano d’azione e quello precedente.
2014-2019, punto 3

  • Towards an Energy Union with a forward-looking climate policy. Geopolitical events, the worldwide energy competition and the impact of climate change are triggering a rethink of our energy and climate strategy. We must avoid Europe relying to such a high extent on fuel and gas imports. To ensure our energy future is under full control, we want to build an Energy Union aiming at affordable, secure and sustainable energy. Energy efficiency is essential, since the cheapest and cleanest energy is that which is not consumed.

2019-2024, decimo e ultimo punto della “Dichiarazione di Sibiu“:

  • Europe will be a responsible global leader. The challenges we face today affect us all. We will continue working with our partners in the world to uphold and develop the rules-based international order, to make the most of new trading opportunities and to jointly tackle global issues such as preserving our environment and fighting climate change.

Greta Thunberg, aiuto!

C’è anche un gioco che consiste nel controllare quanti impegni presi nel 2014 sono stati rispettati, ma sarà per un’altra volta.

*

Potrebbero anche usare la stessa media di riferimento
Copernicus pubblica l’anomalia della temperatura atmosferica globale in aprile:

  • 0.62°C warmer than the average April from 1981-2010;
  • the second warmest April on record;
  • just under 0.1°C cooler than April 2016, the warmest April on record.

e quella europea, stessa classifica ma l’aprile più caldo era stato registrato nel 2018.
La settimana scorsa Nick Stokes usava meno dati e otteneva lo stesso risultato (a occhio) :

  • 0.496°C in April, on a 1994-2013 base

GISS-NASA (1951-1980…), JMA (1981-2010), HadCrut (1961-1990) e CMA (1971-2000) stanno ancora dormendo.

Se a qualcuno interessa, Climate Reanalyzer dell’università del Maine pubblica le mappe termiche delle anomalie previste (1981-2010).

*

Fonte: Joefrei per Wikimedia

Stamattina non c’era tempo per segnalarlo in radio, ovviamente, ed esce troppo tardi per essere incluso nel rapporto sulla biodiversità e le estinzioni. Su Nature di oggi Günther Grill, un post-doc all’università McGill di Montreal, e moltissimi altri stimano la “connettività”, nel senso di tratti ininterrotti da città, strade e soprattutto da dighe, centrali e “riserve” anche sugli affluenti, lungo “12 milioni di chilometri” di fiumi.

Il 97% di quelli lunghi meno di 100 km scorrono liberi, soltanto il 37% di quelli lunghi più di 1000 km, principalmente nel bacino del Congo e dell’Amazzonia, e soltanto il 23% arriva fino al mare. Le disconnessioni interrompono il flusso dell’acqua, da qui la persistenza degli inquinanti, delle specie acquatiche e dei loro predatori, da qui il calo di biodiversità, e dei sedimenti, da qui il calo di nutrienti negli ecosistemi a valle.

Gli autori auspicano strategie nazionali e di bacino per una “gestione” meno sprecona, ma nel suo commento N. LeRoy Poff dell’università del Colorado (un fiume malridotto dalle siccità) non pare molto ottimista

  • In a similar vein, United Nations Sustainable Development Goals specifically call for secure, clean drinking water for human populations, and the protection and restoration of water-related ecosystems that provide services and benefits. However, the manifold pressures on rivers as a result of population growth, and the conflicting demands for achieving global water, food and energy security, make it difficult to balance these needs with the maintenance of river ecosystem function and biodiversity. 

Com. stampa della McGill.

3 commenti

I commenti sono chiusi.