Dal 2009 al 2013, tra Gran Bretagna e USA le indagini di undici commissioni parlamentari e accademiche hanno concluso che la curva delle temperature nell’emisfero nord ricostruite da Michael Mann, Bradley e Hughes nel 1998 e nel 1999
non era né falsificata né sbagliata. Le temperature si erano impennate proprio come nella “lama” in fondo alla curva. Lo hanno confermato una quarantina di curve locali, emisferiche e globali, ma anche qui Il Giornale, Il Foglio, Libero e altri organi di disinformazione hanno continuato a diffamare Michael Mann, come da copione pagato da BigOil & Co.
Dopo accuse particolarmente infamanti da parte del bigoilista Tim Ball al soldo della lobby canadese Frontier Centre for Public Policy, sei anni fa Michael Mann s’è deciso a querelarli entrambi. Per non rischiare una condanna della Corte suprema della British Columbia, ieri la lobby ha pubblicato questa lettera sul suo sito – annunciava ieri “Mike” (per la capo-redattrice e le centinaia di ascoltatori venuti ad incontrarlo un anno fa alla festa di radiopop)
Scuse accettate con cortesia, insieme al resto del patteggiamento.
Il processo contro l’orrido Tim Ball prosegue. Ora che il suo finanziatore – il cui scopo dichiarato è di influenzare la “public policy”, non solo di far licenziare un prof – lo ha smentito con una lettera pubblica, è meno probabile che la querela di Mann sia archiviata come quella di Andrew Weaver. All’epoca un giudice canadese aveva ritenuto le diffamazioni di Ball troppo “ridicole” per essere credibili: ogni persona di buon senso le interpretava come la parodia involontaria di negaioli invasati.
Nel dare la notizia, Greg Laden allude ad altre cause in corso.
Dal 2017, la causa contro Mark Steyn del Competitive Enterprise Institute e Rand Simberg della National Review che ne pubblicava i deliri, è in “discovery phase”. E’ complicata perché riguarda la libertà di esprimere qualunque opinione riguardante figure pubbliche che è tutelata dal primo emendamento. Nei tribunali americani attualmente ce ne sono migliaia, e dipendono dai limiti stabiliti da leggi statali (dette statuti SLAPP e anti-SLAPP).
In breve: posso scrivere che Trump è corrotto (opinione), non che mi ha rubato il portafoglio (fatto), ma in Oklahoma – per dire – devo dimostrare che la sua corruzione è di pubblico dominio.
Un anno e mezzo fa, la Corte d’appello del District of Columbia aveva stabilito che Steyn è libero di dire che Mann è un falsario, ma non di aver falsificato i dati della mazza da hockey. Aveva al contempo stabilito che Michael Mann aveva portato evidenze della loro “malevolenza” (malice), cioè di aver pubblicato accuse sapendo che erano false e/o senza controllarne la falsità o meno.
Steyn e Simberg avrebbero già dovuto portare evidenze della propria buona fede, ma hanno ottenuto un paio di rinvii.
***
O’s digest
Science ha un “numero speciale sugli organoidi“, un tantino trionfalista secondo me. L’editoriale di Jane Lubchenko e Steven Gaines è sugli oceani – oggi è la loro giornata mondiale – “in cerca di una nuova narrativa” ora che quella prevalente è
- “The ocean is massively and fatally depleted and disrupted. The ocean is simply too big to fix.” The result? Depression and lack of engagement and motivation
O prevale l’indifferenza. La cosa interessante, trovo, è che oggi non solo i climatologi ma anche gli oceanologi devono vedersela con i catastrofisti, alleati volontari o involontari di chi sta distruggendo i beni comuni in cambio di profitti a breve termine. La cosa un po’ deludente è che la “nuova” narrativa proposta da Lubchenko & Gaines è quella delle associazioni scientifiche e delle Ong dai tempi di Rio 1992, riemersa alcuni mesi fa grazie al movimento dei ragazzini. Perché non dirlo?
Per i cambiamenti climatici, potrebbe esserci una buona notizia. Larour et al. del Caltech e dell’università della California descrivono il sollevamento della crosta terrestre nel mare di Admunsen e dintorni; se continua come negli ultimi 500 anni circa, nel loro modello frenerà il “disancoraggio” del ghiacciaio Twaites (TG) e il suo effetto trascinamento sul ghiacciaio Pine Island di fianco, il due più traballanti in Antartide occidentale. Nel loro modello
- At year 2350, including these feedbacks – aggiustamenti isostatici elastici e viscosi, rimbalzo gravitazionale dovuto all’assottigliamento del ghiaccio ecc. – leads to a ca. 20-year delay in dynamic mass loss of TG, corresponding to a 26.8% reduction in sea-level contribution, along with a reduction in grounding-line retreat of 38% and elastic uplift rates reaching ca. 0.25 m/year.
Da qui al 2100 non succede quasi nulla. Rispetto a quello stimato da altri modelli di geo-crio-dinamica, il contributo della fusione del Twaites e del Pine Island all’innalzamento del livello del mare si riduce solo del 1,34%. Nel suo commento, Eric Steig fa tanti complimenti agli autori e ricorda che non fanno una “previsione specifica”:
- There are too many unknowns about the topography of the glacier bed at the finest spatial scales, the process of glacier calving, and how winds and ocean currents will change. Rather, the results should serve as a guide to the magnitude and sign of the uncertainty in existing predictions, and as a road map for future research.
*
Nella loro petizione (recensione prossimamente su Climalteranti), Crescenti, Scafetta, Battaglia & Co. seguono l’esempio del politologo Roger Pielke Jr: scelgono una ciliegia, bacata, per negare il contributo del riscaldamento globale agli eventi meteo estremi. Nel Nord America, scrivono, non sono aumentati i cicloni tropicali atlantici – che quando arrivano nel Nord America si chiamano uragani, mais glissons.
Dopo aver tentato far pubblicare quella petizioni dai siti di Società di geologia, i promotori si son ridotti a metterlo su quello dell’ASTRI, un gruppuscolo di 20 has been e wannabees nel quale spicca… (‘tenti al rimmel!)
Nella realtà, gli eventi meteo si stanno estremizzando dappertutto. In Nord America è più evidente almeno finché Trump non vieterà ad agenzie federali, stati, multinazionali, assicurazioni ecc. di pubblicarne i danni e alla NOAA di compilarli.
A proposito, su Water Resources Research Simon Papalexiou (univ. Saskatchewan) e Alberto Montanari (univ. Bologna) analizzano 8730 precipitazioni/giorno registrate tra il 1964 e il 2013 da circa 100 mila stazioni idro-meteo. All’inizio, l’aumento delle precipitazioni estreme era lieve. Dal 2004 la tendenza coincideva con l’accelerazione del riscaldamento: globalmente erano aumentate del 7% e in Europa dell’8,6%, rispetto alla media decennale precedente. La superficie diluviata rimaneva la stessa, cambiava solo la quantità dei diluvi.
*
La “perspective” di Science è sulla “sfida del metano” nel senso che non si riescono ad identificare le fonti delle nuove emissioni. Sono state trovate quelle della produzione illegale in Cina, ma anche contando l’aumento dei ruminanti d’allevamento, di quelle del permafrost e del fracking, la somma resta inferiore alla concentrazione atmosferica. Servirebbero più osservazioni perché:
- The latest Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) emission scenarios that limit warming to 1.5°C assume that the amount of CH4 in the atmosphere will decrease by 35% between 2010 and 2050. Yet, between 2007 and 2014, the amount has risen by an average of 5.7 parts per billion (ppb) per year, and by an average of 9.7 ppb per year since 2014. If this rise continues unabated, cuts to carbon dioxide and other greenhouse gases will need to be even steeper to achieve the Paris goal.
*
Nel caso doveste chiudere il becco ad Alessandro Strumia e strumioni a seguito, Katie Langin riassume l’ennesima ricerca sulle assunzioni in fisica. A pari merito con i candidati, le candidate sono discriminate e ancora di più se il loro nome fa sospettare una pelle non abbastanza bianca.
Nel caso non bastasse, Mitch Leslie assesta un’altra mazzata al credulo Strumia, secondo il quale la differenza minore tra la lunghezza dell’indice e del medio rivela invidiabili tratti maschili, per esempio il numero di citazioni in fisica delle alte energie.
***
Se siete sportiv*, su Science Advances c’è un articolone (in open access) sul massimo di energia che potete incorporare con l’alimentazione nel caso di sforzi brevi e lunghi. E tante cose che non sapevo, per esempio una corsa in Antartide richiede la stessa energia di una ai Tropici.
Papalexiou e Montanari: correggi il link, rimanda ad un tuo vecchio post (peraltro, pure interessante…). Lavoro molto interessante, da comparare/abbinare per es. a quest’altro. Basi per una nuova puntata della mia serie sull’estremizzazione del clima.
PS: che comiche la lettura della petizione. Grande recensione su CA.