Siamo tutti filistei

“Buongiorno,” scriveva ieri il giornalista David Klion, “il primo ministro di Israele fa scienza delle razze su Twitter.” Articoli di Science e del National Geographic, immagina Netanyahu, confermano “quello che sappiamo dalla Bibbia”. I filistei – gli abitanti della Philistia, la Palestina occidentale – sarebbero arrivati dall’Europa meridionale molto prima che “i palestinesi” arrivassero dalla Penisola araba:

  • The Palestinians’ connection to the Land of Israel is nothing compared to the 4,000 year connection that the Jewish people have with the land.

The irony…

Il figlio di un emigrato polacco e di una cittadina ottomana di origini lituane, polacche e bielorusse, rivendica lo ius sanguinis  – o per dirla in tedesco il Blut und Boden – per una popolazione fatta al 90% di immigrati dal 1948 in poi, e lo nega a chi abita quella terra ininterrottamente da millenni.

Nel paper di Science Advances (spiegato meglio dal National Geographic), Michal Feldman et al. coordinati da Choonwong Jeong dell’università di Seoul e Johannes Krause del Max Planck di Iena, confermano semmai che – spoiler alert – noi europei “siamo tutti bastardi“.
Come per la maggior parte degli archeologi, per gli autori della Bibbia i filistei erano cretesi, e dei barbari da ricacciare in mare, ma sembra che ad Ashkelon i contemporanei la pensassero diversamente.

Gli autori del paper hanno estratto il Dna da ossa e denti, appartenenti a dieci individui e risalenti a tre periodi:

  • tra il 1650 e 1200 a. C., il Dna suggerisce l’impronta di un “flusso genico” forse dal Caucaso e dall’Iran, un’ipotesi da confermare perché i reperti sono pochi e la risoluzione molto bassa;
  • un secolo dopo, nelle ossa di neonati seppelliti sotto le case di filistei c’è un 2-9% di Dna “europeo”, forse greco meridionale, cretese, sardo e/o iberico; il resto è “levantino”, un gruppo vago in rapporti stretti anche se non sempre amorosi con gli “europei meridionali”;

(Nella Bibbia a questo punto, Davide abbatte un gigante filisteo; i filistei sconfiggono gli eserciti di Saul; Davide è alleato con i “cretesi” quando suo figlio Absalon gli fa la guerra e la perde insieme alla vita.)

  • nel 900-800 a.C. nelle ossa di uomini (c’è il Dna del cromosoma Y, oltre al Dna mitocondriale) sepolti nel cimitero filisteo, il Dna europeo dei filistei non è più identificabile.

La statistica non è proprio robusta, ma è probabile che sia andata così perché Ashkelon era un porto di mare in tutti i sensi.

Arrivavano marinai, mercanti e migranti da ogni parte del Mediterraneo. Dopo re Davide come alla fine dell’età del bronzo, i palestinesi erano geneticamente indistinguibili, ma si distinguevano dalla cultura: le case, il cimitero, la dieta, il vasellame, la scrittura…

E magari i racconti, le ricette, le canzoni e i ricordi tramandati in un’altra lingua. Come i bretoni a Montréal o i padovani a Melbourne o gli ebrei polacchi a New York.
Bastardi anche prima di partire.

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L’Associazione Patto Trasversale per la Scienza – poi detto Patras – pubblica una lettera aperta ai vertici dell’Airc a proposito dello scandalo scoppiato di recente nella crème biomedica milanese, intitolata – la lettera:

Non so perché dicano così, la scienza italiana ce le ha eccome. In fisica delle alte energie per esempio, Alessandro Strumia è stato sanzionato pubblicamente dall’università di Pisa e non è più “guest professor” al Cern.
Sarà che oltre ai vertici dell’Airc la lettra è indirizzata alla stampa il cui silenzio è altrettanto assordante di quello dei vertici in questione?
I firmatari si rivolgono ai muti vertici perché

  • prendano immediatamente una posizione pubblica rispetto all’indagine della procura di Milano

e, come Telethon che ha un codice etico chiaro,

  • si dotino di procedure più stringenti  che garantiscano sulla bontà della selezione per l’assegnazione dei fondi, che vigilino sulla qualità della ricerca prodotta e, infine, che limitino grandemente il rischio di condotte scientifiche scorrette. 

Qui dev’essere saltata la frase “E una volta dotatisi delle summenzionate procedure le facciano rispettare, cribbio.”

  • Ne va della reputazione delle tante associazioni e fondazioni che, come AIRC, meritoriamente raccolgono fondi per sostenere la ricerca italiana. Lo dobbiamo ai tanti concittadini che con le loro donazioni permettono il finanziamento della ricerca, ma ne va, più in generale, della reputazione della scienza.

Da concittadina, applaudisco e sottoscriverei però

  • non mando lettere in grassetto corsivo
  • preferirei sapere quali soci l’hanno firmata. Al Patras aderisce gente che vanta tuttora sul sito della propria università di essere redattore e del “comitato scientifico” di riviste per ciarlatani e minaccia di “prendere vie legali” contro chi osa dirlo;
  • il vizietto di Photoshop ce l’hanno anche ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori, del Cnr, della Statale che finanziamo tutti meno gli evasori. Ai vertici, neanche una cartolina?