La crème al contrattacco

In marzo su Science, duemila e rotti scienziati di tutto il mondo che della crisi climatica sanno molto si erano stufati di essere insultati e diffamati da gente che ne sa così poco da negare l’effetto serra delle nostre emissioni di gas serra. Si son stufati anche gli scienziati italiani. In una lettera aperta ai Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio che trovate qui

smentiscono le bufale della Chieti-Pescara Petition. Controllate anche voi, io nelle firme vedo associazioni scientifiche, tanti ricercatori famosi e nessuno fiero di essere al soldo di BigOil & Coal.

Aggiornamento 11/7: da Climalteranti ci sono le firme arrivate fino a ieri sera (300); l’altro ieri la Società italiana di geologia ha pubblicato un articolo molto chiaro sulla crisi climatica e contro chi diffonde “miti” (h/t  A. Fiore):

  • La negazione delle evidenze quantitative, basate sui dati, del cambiamento climatico in atto è un atteggiamento pregiudiziale e non scientifico.

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Ai firmatari della C-P Pet conveniva a) aspettare il raffreddamento globale in corso dal 2002 secondo un suo promotore; b) scrivere a Presidente della Repubblica di far cancellare ogni riferimento ai cambiamenti climatici dai comunicati stampa degli enti di ricerca. Lo fa già il governo Trump, dice Science, che per i promotori della C-Pet è l’organo di propaganda dei “gretini”…

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Il Sole-24 Ore ha tradotto ieri pensierini di Bjorn Lomborg. Deplora la povertà energetica dei poveri, ma questi trarranno benefici delle ondate di caldo in Europa, adesso che l’Unione si è attrezzata per limitarne le vittime, nonché del gas e del petrolio da fracking che consentono perfino agli americani così miseri da avere una casa tutta loro da riscaldarla con pochi dollari.

Condisce il tutto con dati tratti da un imprecisato articolo del Lancet  e da “ricerche” lasciate nel vago:

  • Il caldo estremo provoca in India 25.000 morti ogni anno, di cui l’ondata di caldo più recente rappresenta solo una porzione limitata. Il freddo estremo, però, uccide quasi 50.000 persone all’anno mentre il caldo moderato ne uccide 64.000 e il freddo moderato ben 584.000.

La fonte è questa. Come si capisce dal titolo, non dice nulla del genere. Valuta il rischio di mortalità in eccesso rispetto a una temperatura “ottimale”, quella dei giorni in cui muore meno gente, e alla mortalità media quotidiana su base annua. In Inghilterra per esempio, l’ottimale è 19 °C, qualunque deviazione nel resto dell’anno aumenta il rischio. Non so in Inghilterra, ma in USA la stima era stata smentita dai dati.
Conclusione dell’epidemiologo della domenica:

  • se sono le ondate di caldo a preoccuparci, dovremmo ancora di più investire nell’adattamento, ovvero in cose semplici come impianti di condizionamento per i soggetti più a rischio.

Com’è noto, in India tutti hanno l’elettricità a casa e in ufficio, mai un black-out, mai un lavoro all’aperto. E il calore emesso all’esterno dai condizionatori svanisce all’istante, la termodinamica essendo un’opinione.
(h/t Climalteranti).

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Come ogni estate, l’Economist pubblica “The World If”, degli scenari futuri o un passato contro-fattuale. Quello sulla geoingegneria della radiazione solare che decolla nel luglio 2030 mi sembra giustamente scettico, ma al posto dei governanti attuali prenderei sul serio lo scenario di luglio 2041 sulla resistenza agli antibiotici dei batteri patogeni.

1 commento

  1. In effetti l’ articolo del Lancet linkato dall’ oca fornisce altri dati.
    Dati che risultano comunque sorprendenti perchè attribuiscono globalmente (sommando i casi raccolti dagli epidemiologi in 380 e passa località sparse per il mondo anche se non in modo omogeneo, ad esempio con gravi lacune per l’ Africa) rispetto al totale di oltre 5,7 milioni di morti attribuibili alle temperature (su oltre 74 milioni di decessi registrati) i seguenti rapporti:
    poco più del 94% di morti legateal freddo
    poco meno del 6% di morti legate al caldo.
    Se consideriamo poi le morti complessive in media l’ articolo indica che sul totale delle oltre 200 mila annuali attribuibili alle temperature la parte del leone viene presa dal freddo moderato (oltre 175 mila). Alle temperature estreme, comprensibilmente dato che la loro frequenza è ben più bassa di quelle moderate, sono imputabili non più di 23 mila morti, di cui meno di un terzo (circa 6100 se non ho sbagliato i conti) dovute a temperature estremamente calde.
    Certo le definizioni di caldo e freddo degli studiosi sono un po’ particolari, imo, soprattutto quelle di caldo e freddo moderati, ma questi dati dovrebbero far riflettere e non venire agitati faziosamente nelle diatribe climaticastriche.

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