Il contributo di UniBo alla fantascienza ellenica: rinvio con quiz

Grazie a proteste, frizzi e lazzi, sul sito dell’Istituto di studi avanzati dell’Alma Mater è comparsa la scritta “Postponed” accanto al titolo in inglish

 “Climate is changing … since 4.5 billion years ago

– Alexa, come si dice Il clima cambia da 4,5 miliardi di anni in inglese?
– Climate has been changing for 4,5 billion years.
– Ah ecco, pareva anche a me.
Niente lecture
– Alexa, come si dice lecture in italiano?
Niente conferenza di Demetris Koutsoyianni il 26 novembre perché, viene spiegato sempre in inglish ma in calce al concentrato di bufale (‘tenti al rimmel)

  • In considerazione del rilevante interesse [lol] espresso dalla comunità scientifica, il seminario  [ma non era una conferenza?] è rimandato a data da definirsi. L’Istituto vorrebbe dare ampio spazio a un dibattito scientifico con una pluralità di interpretazioni scientifiche, entro un approccio interdisciplinare. Le associazioni scientifiche e i ricercatori che lavorano sul tema importante del cambiamento climatico sono benvenuti a fornire suggerimenti  per dar forma al formato dell’evento (in che senso la conferenza di un idrologo al Dip. di ingegneria sarebbe un evento da formattare? Sarà mica la prima…). La nuova data sarà comunicata più tardi. 

Primo suggerimento: farsi correggere i comunicati da persona anglofona.
Secondo: smetterla di raccontare frottole. La comunità scientifica non era interessata a sentire diffamare i climatologi, ma a evitare che qualcuno fosse pagato dai contribuenti per farlo in un’università. E non esiste una “pluralità di interpretazioni” da dibattere né sull’effetto serra causato dalle emissioni di gas serra né sull’inefficacia dell’acqua distillata nel prevenire e curare le infestazioni delle piante alimentari, anche se l’Alma Mater partorisce laureati in agricoltura biodinamica.
Meditavo un FOIA per ottenere la proposta originale che Koutsoyiannis aveva mandato a UniBo nella speranza di farsi invitare in Italia, quando il suo collaboratore e co-autore Antonis Christofides ha scoperto che quel sunto risaliva al 2011. L’occasione era un dibattito ad Atene con Dimitri Lalas, professore di economia dei costi dei cambiamenti climatici, il cui compito era di contrastare le opinioni strampalate dell’interlocutore.
L’Istituto di studi avanzati è così avanzato che ha pubblicato quel vecchio sunto tale quale, suscitando alcune domande nella platea sempre più sbigottita. Intende far sapere

Quiz

  1. a fantascienziati di tutto il mondo che possono vincere un bando da visiting professor – viaggio, vitto, alloggio e cachet – riciclando una provocazione destinata al “formato incontro di pugilato”?
  2. O che il suo comitato di valutazione è composto da incompetenti?
  3. Entrambe le cose.
  4. Altre ed eventuali.

Ricchi premi e cotillons.
Adesso posso raccontarlo. Le mie prime “fonti misteriose”, per dirla con Dario Braga, sono state il direttore dell’Istituto Dario Braga e il “partecipante all’invito” Alberto Montanari. Dall’inizio hanno ingiunto in coro di non parlare del contenuto del sunto, ma di quello della conferenza, ben sapendo che il primo non coincideva con il secondo.
Non riuscivo a crederci, così ho chiesto conferma.
 

7 commenti

  1. Ispirato dal grande interesse suscitato dalla prevista conferenza, ho composto una filastrocca sul tema;
    “Embe’ ?” chiederà qlcn.
    Embe’, dopo “filastrocca” avevo messo un punto-e-virgola, mi pare; mi serviva per riprendere fiato e recitarla, ma se l’ Uditorio preferisce interrompermi …


    snif

    Maestro …

    Maestro, non faccia così, la prego, ci dica almeno il titolo

    Grazie Direttore per l’incoraggiamento, ma sono troppo provato dalla mancanza di rispetto dimostrata da questa interruzio’
    Vedrà che non succederà più, garantisco io; capito, voialtri?

    Il titolo è “ScaremongerinBUUU-TUMTUMTUM-FIII-CHEPPALLEEE
    Maestro, ma dove va?
    Vado a cercare un pezzo di fune, del veleno, una rivolte’
    Ma se ha suscitato un’ entusiasmo incontenibile! Dài, appena si calmano un po’ … Professor Gialletti, si rimetta quella scarpa per favore, chi si crede di essere, Nikita Kruscev? e lei Dottor Trombuti metta via la cerbottana.

    Prego, Maestro

    Ehm.

    Dunque

    Allora

    Ma scusi eh Maestro, ma l’ha già composta, questa filastrocca, o ce la fa qui in diretta, proprio sotto al naso?
    Sono anni che ci lavoro, Direttore, è praticamente perfe’
    Ecco allora veda per piacere di rappresentarla, ché l’intervallo è quasi finito.
    Ochei.
    Scaremongering
    Cucù, cucù,
    anvedi ‘sta Ci-O du’
    è entrata in atmosfera
    e non se va più.
    Cucù, cucù,
    e la temperatu’
    correla proprio bene
    col tasso di Ci-O du’.
    Cucù, cucù,
    le onde van su e giù,
    però il livello medio
    aumenta sempre più.
    Cucù, cucù,
    nell’ Artico gli iglù
    si son squagliati tutti
    e li fanno di bambù.
    Cucù, cucù,
    i lupi e i caribù
    stanno lasciando il passo
    a zebre iene e gnu.
    Cucù, cucù,
    che dire dei Bantù
    si carbonizzeranno
    insieme agli Zulù.
    Cucù, cucù,
    perfino Belzebù
    soffrendo troppo il caldo
    se n’è tornato giù.
    Cucù, cucù,
    vediamo un po’ il menù
    mi porti un grillotalpa
    e un pezzo di caucciùUUUUUUUUUUUU
    E ALLORA! CHI È CHE FA IL VERSO DEL LUPO?
    Nessuno, Direttore,
    Ah no, eh? Eppure io lo sento!
    È la sirena del furgone del Manicomio.

  2. cara Sylvie
    lei può continuare a rimescolare la minestra quanto vuole – visto che l’altro thread stava diventando scomodo (erano venute fuori bene anche le sue “imprecisioni”, no?) adesso ne ha aperto un altro.
    Grazie, il tono è lo stesso e anche l’obiettivo: provocare, insinuare, gettare fango. Se questo è giornalismo scientifico, va bene così. Conosco di meglio e comunque ho imparato da tempo a non cascare nelle provocazioni.
    Sì, abbiamo corretto il tiro, imparato da questo incidente di percorso, modificato il processo che porta dalle proposte al palinsesto di ISA lectures, cancellato la lezione incriminata e rilanciato. A gennaio faremo – e sarà ISA a organizzarlo – un incontro sul clima, non ci mancano certo gli studiosi. Il tema è rilevante e non tutto è ancora stato scoperto.
    Noi scienziati siamo abituati a dubitare e lo insegniamo anche
    Segua il programma di attività di ISA di questa settimana – forse c’è qualcosa per distrarsi
    Martedì 12 novembre alle ore 17:30 presso la Sala Rossa, Palazzo Marchesini, via Marsala 26, Bologna, la conferenza del Prof. Alexandre Lazarian (University of Wisconsin – Madison, USA ) dal titolo “This Turbulent Turbulent World”. La visita di Alexandre Lazarian è organizzata in collaborazione con Daniele Dallacasa del Dipartimento di Fisica e Astronomia.
    Nell’ambito dell’ISA Topic “Identità”
    Martedì 12 novembre dalle ore 12:00 presso il Dipartimento LILEC, via Filippo Re 8, Aula D, la conferenza dal titolo “Biography and Identity in Migration: the case of migrant traffickers in the 17th and 18th centuries”. L’evento rientra nel macrotema “Identità fluide: rappresentazioni e prospettive storiche e attuali” dell’ISA Topic 2019 “Identità: una, nessuna e centomila” ed è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali e il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne.
    Qualsiasi migrazione lascia un’impronta nel vissuto del singolo essere umano e pone quindi domande sull’identità, tanto più quanto questi processi sono legati a trasformazioni globali profonde. Siamo confrontati con questa situazione nella nostra quotidianità, come attori o come osservatori o testimoni. La domanda quindi come la migrazione influenzi la percezione dell’identità non riguarda solo chi migra e cambia paese, lingua e cultura, riguarda anche chi accoglie e si pone in una relazione con la diversità, integrandola o rifiutandola a vari livelli di strutture materiale e/o simboliche. La conferenza del Prof. William O’Reilly, Università di Cambridge, UK. Introduce e modera: Prof. Eva-Maria Thüne e Dott. Anna Nissen.
    Giovedì 14 novembre dalle ore 15:00 presso la Sala Rossa di Palazzo Marchesini, via Marsala 26, Bologna la conferenza dal titolo “Le nuove tutele del diritto all’identità personale on-line”. L’evento rientra nel macrotema “La rete e la “trilogia” dell’identità” dell’ISA Topic 2019 “Identità: una, nessuna e centomila” ed è organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche. Il ciclo di seminari ha ad oggetto lo studio dell’impatto delle tecnologie digitali sul concetto di identità, nella prospettiva del diritto all’identità personale, dell’identità culturale e dell’identità politica. I seminari intendono realizzare un confronto interdisciplinare attraverso la presenza di studiosi di diritto, informatica, antropologia, filosofia, pedagogia, scienza politica, sociologia per riflettere su un concetto sfuggente ma quanto mai rilevante nelle tre dimensioni indagate.
    Sabato 16 novembre alle ore 9:00 presso l’Aula Magna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, Via Filippo Re, 6, Bologna , la conferenza dal titolo “Lingua e identità dei nuovi italiani: un’indagine nelle scuole bolognesi ”. L’incontro è organizzato dal gruppo di ricerca impegnato nel progetto “La classe plurilingue. Ricerca sulla complessità linguistica per una didattica inclusiva”. Il progetto ha sede presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica ed è promosso dalla Fondazione Alsos (https://site.unibo.it/classe-plurilingue/it). L’indagine, accompagnata da interventi didattici e incontri di sensibilizzazione in varie scuole del territorio bolognese, si prefigge la valorizzazione del plurilinguismo nella scuola primaria e secondaria di I grado. Lo scopo del progetto è affrontare le nuove sfide poste dalla partecipazione all’attività educativa dei molti studenti di origine straniera nelle scuole italiane (sia nati in Italia sia nati in un altro stato), ispirandosi al principio che interpreta la coesistenza di più codici in una classe plurilingue come un’occasione di arricchimento per tutti.
    Ancora in novembre
    Martedì 19 novembre alle ore 17:30 presso la Sala Rossa di Palazzo Marchesini, via Marsala 26, Bologna, la conferenza del Prof. Emanuele Delucchi (University of Fribourg, Switzerland ) dal titolo “Rigour and aesthetics: Japanese traditional mathematics” . La visita di Emanuele Delucchi è organizzata in collaborazione con Fabrizio Caselli del Dipartimento di Matematica.
    Venerdì 22 novembre dalle ore 14:00 alle 19:00 presso la Sala Kelsen, Palazzo Gaudenzi – Via Galliera, 3 – Bologna la conferenza dal titolo “Intellectual Property in the Era of Artificial Intelligence”. Will machines end up replacing humans not only in the most routine and tiring tasks, as has been the case for centuries, but also in those activities that constitute the most genuine expression of the human soul? Will intellectual property law have to be rebuilt from the foundations to adapt to the new social, economic and technological reality dominated by creative machines? Should the very notions of creativity, art and authorship be rethought and rewritten? Computer engineers and law scholars will discuss it in an interdisciplinary dialogue.
    Venerdì 22 novembre alle ore 17:00 presso la Sala Rossa di Palazzo Marchesini, via Marsala 26, Bologna, la conferenza del Prof. Kazuhiro Nakamura (Nagoya University Graduate School of Medicine, Japan) dal titolo “Central Neural Mechanisms to Defend Life from Environmental Stressors”. La visita di Kazuhiro Nakamura è organizzata in collaborazione con Domenico Tupone del Dipartimento di Scienze biomediche e Neuromotorie.
    Martedì 26 Novembre attenzione la conferenza del Prof. Demetris Koutsoyiannis (National Technical University of Athens, Greece ) è rinviata a data da destinarsi. La visita di Demetris Koutsoyiannis è organizzata in collaborazione con Alberto Montanari del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali.
    Venerdì 29 novembre alle ore 14:30 presso la Sala Rossa di Palazzo Marchesini, via Marsala 26, Bologna, la conferenza del Prof. Katsuyuki Haneda (Aalto University School of Electrical Engineering, Finland) dal titolo “New design paradigm of low-energy buildings: fifth-generation cellular wireless connectivity as one of the figures-of-merit”. La visita di Katsuyuki Haneda è organizzata in collaborazione con Enrico Maria Vitucci del Dipartimento Ingegneria dell’Energia elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”.
    Dario Braga
    Direttore dell’Istituto di Studi Avanzati

    1. Dario Braga,
      visto che l’altro thread stava diventando scomodo (erano venute fuori bene anche le sue “imprecisioni”, no?) adesso ne ha aperto un altro.
      Così scomodo che sui contributi di UniBo alla fantascienza ne ho aperti tre. Per correggere l’altra mia “imprecisione”, basta che l’ISA renda pubblica la proposta di Koutsoyiannis che ha approvato. Finché non lo fa, le informazioni delle mie fonti continueranno a sembrarmi più credibili della sua versione del “processo”.
      Secondo lei, i membri del Board hanno deciso di pagare un ingegnere perché venga da Atene a raccontare bufale sul clima e a diffamare dei loro colleghi – davanti agli studenti.
      Non ha senso: Franco Battaglia è pronto a farlo in italiano, meglio e gratis.

      Grazie, il tono è lo stesso e anche l’obiettivo: provocare, insinuare, gettare fango.
      Buona descrizione dell’abstract pubblicato dal suo Istituto, mancano solo le bufale sul clima.

      Sì, abbiamo corretto il tiro, imparato da questo incidente di percorso, modificato il processo che porta dalle proposte al palinsesto di ISA lectures
      Dopo le proteste. Nel processo di prima era normale pagare un ingegnere ecc.

      c’è qualcosa per distrarsi
      Per deprimersi? “Introduce e modera: Prof. Eva-Maria Thüne e Dott. Anna Nissen”, l’italiano è un optional e gli invitati da altre sedi sono tutti uomini, meno Ana Ramalho che però non risulta fra gli “speakers”.
      Sigh…

  3. @ Dario Braga
    Sì, abbiamo corretto il tiro, imparato da questo incidente di percorso, modificato il processo che porta dalle proposte al palinsesto di ISA lectures, cancellato la lezione incriminata e rilanciato.
    Che e’ sostanzialmente quello che qui, in tanti, auspicavamo.
    Comunque, lei ci sta dando una notizia: la lezione (lezione?) incriminata e’ stata cancellata; nel vostro sito e’ tutt’ora indicata come “postponed”.
    Il tema è rilevante e non tutto è ancora stato scoperto.
    Giustissimo.
    Quindi mi auguro che gli incontri sul clima di gennaio si concentreranno sulle questioni scientifiche ancora aperte, non sul dubbio se l’attuale riscaldamento climatico sia o non sia antropogenico.
    il tono è lo stesso e anche l’obiettivo: provocare, insinuare, gettare fango
    Eh no… qui chi ha iniziato a provocare non e’ stata la nostra ospite.
    Chi ha iniziato a gettare fango non e’ questo blog ma l’abstract della lezione incriminata.
    Ribadisco: state raccogliendo quello che avete seminato e che era ampiamente prevedibile che avreste raccolto.
    Sicuro che avere imparato da questo incidente di percorso?
    Noi scienziati siamo abituati a dubitare e lo insegniamo anche
    E io l’ho… credo proprio di averlo imparato.
    Non so se ha ragione la nostra ospite o se ha ragione lei.
    Anzi: al momento sono persino convito che, sulla questione della modifica dell’abstract, Sylvie abbia fatto un errore (dando ascolto a fonti inaffidabili; cose che succedono, ai giornalisti) e che lei (prof. Braga) abbia ragione.
    Ma piu’ lei si lamenta delle insinuazioni, senza presentare il documento che la nostra ospite le chiede, piu’ la mia convinzione vacilla e i dubbi si rafforzano.

  4. caro Hornbeck
    un po’ alla volta – e faticosamente – i toni stanno diventando più normali.
    C’è ancora una cosa che forse non è chiaro – chi scrive un abstract, o un paper, o un post in un blog, o fornisce un titolo per una lecture lo fa con il proprio nome. Da noi è normale così. Spero che lei non pensi che gli abstract delle ISA lecture sono scritti o anche solo modificati da chicchessia che non sia l’autore.
    All’università funziona così: è la responsabilità individuale dell’autore, nel bene e nel male.
    Una ISA lecture non è un “concorso per titoli ed esami” – è una disponibilità a condividere le proprie idee/conoscenze e farsi valutare dagli studiosi/scienziati/studenti che avessero voglia/interesse ad andare a sentire. Questo è quello che sarebbe successo. Full stop.
    Vede, ISA esiste da 21 anni. Ha organizzato more or less 400 tra seminari e conferenze. Quest’anno avremo, a fine anno, ospitato 42 ricercatori e ricercatrici – un record – provenienti da ogni parte del mondo e già stiamo preparando la attività del 2020. La precondizione è che la visita sia proposta da un docente UniBo.
    Questo “incidente” ha dimostrato che c’era un “buco” nel processo che porta dalla proposta iniziale al palinsesto finale: serve un livello ulteriore di vigilanza sulla presentazione dei contenuti. Non lo abbiamo mai fatto per il principio di libertà e responsabilità individuale che ho richiamato prima, ma sono tempi difficili – tempi da tifoserie da stadio anche sui temi scientifici – e quindi dobbiamo modificare il processo.
    Vede, caro Hornbeck, abbiamo / ho ricevuto molti messaggi critici non appena è comparsa la notizia del seminario – questo blog è solo una piccola parte – le critiche sono arrivate da più parti e sono state discusse e ascoltate (ma solo qui si è parlato di “kasta”, di soldi, di interventi dall’alto, di “fonti” misteriose – solo qui si è invitato gli studenti a presentarsi con i manifesti del “premio bufala” – solo qui).
    La decisione collegiale presa tra Rettore, Direttore ISA, e proponente è stata quella pubblicata sul sito e diffusa in Ateneo avviando nel contempo la organizzazione di una iniziativa molto più ampia da svolgere probabilmente a gennaio.
    Questo episodio deve farmi riflettere. Parlo ora a titolo personale – da “militante” contro la pseudo-scienza – perché il dogmatismo è dietro l’angolo e il discrimine tra falsa scienza, pseudo scienza, semi scienza e fanta scienza e scienza vera è, a volte molto vago. Da educatori noi dobbiamo fornire gli strumenti per dubitare di qualsiasi cosa non gli strumenti per chiudere qualsiasi bocca prima di aver ascoltato cosa aveva da dire.
    un caro saluto e buon fine settimana
    Dario Braga

  5. Sylvie
    ma che problema ha? i titoli delle lecture vengono spesso cambiati anche perché passa spesso molto tempo tra quando la proposta viene presentata e quando la lecture viene fatta. Forse non riesco a spiegarmi – o forse lei non legge quello che scrivo – il Board approva una proposta di visiting professorship sulla base del CV delle pubblicazioni degli ultimi 5 anni e della motivazione scientifica (tutto materiale fornito dal proponente). I titoli delle lecture spesso cambiano perché la richiesta è quella di essere accessibili a un pubblico “educated but not expert” ed è stato così anche in questo caso.
    Che differenza fa? Quale strana altra insinuazione vuole portare avanti? Il titolo (incluso l’imperfetto inglese che la diverte tanto) e l’abstract sono stati forniti dall’ospite e non hanno subito (legga quanto ho scritto sopra) alcun vaglio. Non lo abbiamo mai fatto, forse lo faremo da ora in avanti. Anzi, sa cosa? prima di mettere in palinsesto una attività ISA gliela sottoporrò per aver l’ “imprimatur” di SC.
    Francamente. Provi a cercare qualche pregio in quello che facciamo, così, per cambiare. 🙂
    Dario Braga

  6. @ Dario Braga
    caro Hornbeck
    un po’ alla volta – e faticosamente – i toni stanno diventando più normali.

    “Toni”?
    Ho ecceduto nei “toni”?
    E dire che mi sembrava di essermi contenuto alquanto.
    Speravo di essere stato duro nella sostanza ma estremamente morbido nei toni.
    Spero che lei non pensi che gli abstract delle ISA lecture sono scritti o anche solo modificati da chicchessia che non sia l’autore.
    Adesso pero’ sono alquanto confuso.
    Prima lei ci dice che “Chi viene selezionato è tenuto a svolgere una ‘Institute lecture’ per la quale, a tempo debito, fornisce un titolo e un abstract – lo fa in piena libertà – NESSUNO gli dice cosa scrivere !”
    Quindi io mi faccio l’idea che titolo e abstract siano stabiliti e fissati dall’autore e che siano sacri, se non immutabili.
    Poi ci scrive che “I titoli delle lecture spesso cambiano perché la richiesta è quella di essere accessibili a un pubblico “educated but not expert” ed è stato così anche in questo caso”.
    Spesso cambiano? Per iniziativa spontanea dell’autore? O su richiesta dell’ISA e/o del proponente, che spiegano all’autore che il pubblico e’ un po’ meno specialista di quanto l’autore immaginava?
    In ogni caso lei ci conferma che, in questo caso, il titolo e’ cambiato.
    Solo il titolo o anche l’abstract?
    D’accordo: lei ci sta dicendo che a cambiarlo (cambiarli?) e’ stato Koutsoyiannis. O sbaglio?
    Inizio anche a sospettare che, tra lei e Sylvie, ci sia una qualche forma di incomprensione a riguardo.
    E che le fonti di Sylvie le abbiano raccontato qualcosa che e’ compatibile con questo cambiamento che lei ci sta raccontando.
    O forse no; faccio poi anche fatica a seguirvi, tutto sommato.
    Ma certo e’ che, a questo punto… se e’ cambiato anche l’abstract e non solo il titolo… io sono molto piu’ curioso di prima di conoscere (1) il testo esatto dell’abstract originario e (2) che genere di richieste avete inviato a Koutsoyiannis (se ne avete inviate) che hanno portato alla modifica dell’abstract.
    Perche’ se l’abstract finale e’ risultato cosi’ provocatorio e insultante (nei confronti della stragrande maggioranza dei climatologi), mi piacerebbe capire se era cosi’ anche la versione originaria e, nel caso, se avete almeno provato a convincere l’autore a essere un po’ meno provocatorio.
    Questo “incidente” ha dimostrato che c’era un “buco” nel processo che porta dalla proposta iniziale al palinsesto finale: serve un livello ulteriore di vigilanza sulla presentazione dei contenuti.
    Vedo la cosa dall’esterno ma, si’… la necessita’ di quel livello ulteriore mi sembra evidente.
    Non lo abbiamo mai fatto per il principio di libertà e responsabilità individuale che ho richiamato prima, ma sono tempi difficili – tempi da tifoserie da stadio anche sui temi scientifici – e quindi dobbiamo modificare il processo.
    E’ vero. Sono tempi difficili.
    O forse lo sono sempre stati; ma ora ancora di piu’.
    Francamente dubito che il problema siano le sole tifoserie o che queste siano anche solo il problema principale.
    A me sembra che il problema principale sia che sono sempre piu’ consistenti gli interessi economici che possono essere influenzati dai risultati scientifici e che quindi cercano di favorirli, ostacolarli, nasconderli, inventarli, distorcerli, amplificarli, a seconda dei casi.
    A questo aggiungiamo che, almeno limitandoci al nostro paese, scelte politiche sciagurate hanno ridotto notevolmente i finanziamenti all’istruzione, compresa quella universitaria.
    Combinando le due cose abbiamo che, da un lato, l’accademia e’ (almeno teoricamente, ma temo anche praticamente) piu’ vulnerabile alle influenze degli interessi economici di cui sopra e, dall’altro, che e’ aumentata la responsabilita’ sociale della stessa.
    Quindi non vi invidio.
    Mi sembra comunque evidente che la questione del cambiamento climatico sia uno di quei temi nei quali l’influenza degli interessi economici e’ piu’ forte. A volte plateale al punto da essere spudorata (se seguisse regolarmente questo blog avrebbe visto almeno un esempio inequivocabile).
    Questo non vuol dire che tutti gli scienziati che hanno posizioni dissenzienti, in campo climatico, siano pagati da questa o quella associazione di aziende legate allo sfruttamento di fonti di energia fossile.
    Ma alcuni di loro sicuramente si’, come a loro tempo alcuni scienziati si fecero pagare per fare studi che cercavano di negare la pericolosita’ del fumo.
    Quindi temo che il principio di liberta’ e responsabilita’ individuale debba (auspicabilmente) essere accompagnato da valutazioni molto piu’ attente che tengano anche conto delle possibili influenze degli interessi economici e, comunque, della responsabilita’ sociale dell’accademia.
    Vede, caro Hornbeck, abbiamo / ho ricevuto molti messaggi critici non appena è comparsa la notizia del seminario – questo blog è solo una piccola parte – le critiche sono arrivate da più parti e sono state discusse e ascoltate (ma solo qui si è parlato di “kasta”, di soldi, di interventi dall’alto, di “fonti” misteriose – solo qui si è invitato gli studenti a presentarsi con i manifesti del “premio bufala” – solo qui).
    Francamente, dopo che lei mi ha detto che non avrebbe avuto nulla in contrario ad ospitare il talk di un terrapiattista o di un creazionista, l’impressione che foste disposti ad ascoltare davvero le critiche era proprio assente.
    Anzi: l’impressione che ne avevo io (e non credo solo io) era che lei, in quel momento, ci stesse prendendo in giro.
    C’e’ davvero da sorprendersi che poi si parli di casta e di soldi?
    Sul fatto che solo qui si sia parlato di interventi dall’alto, forse dipende dal fatto che le “fonti” (misteriose finche’ vuole ma sulla cui esistenza puo’ tranquillamente scommetterci) si sono rivolte a pochi. Forse solo alla nostra ospite.
    Quanto ai cartelli, forse io mi sarei limitato a suggerirlo a professori e ricercatori; non trovo giusto che le generazioni precedenti dicano ai giovani cosa fare: sono perfettamente in grado di sbagliare da soli e noi non siamo credibili, se decidiamo di salire sul pulpito.
    Ma quell’abstract era comunque provocatorio al punto da meritare proteste plateali.
    Questo episodio deve farmi riflettere. Parlo ora a titolo personale – da “militante” contro la pseudo-scienza – perché il dogmatismo è dietro l’angolo e il discrimine tra falsa scienza, pseudo scienza, semi scienza e fanta scienza e scienza vera è, a volte molto vago. Da educatori noi dobbiamo fornire gli strumenti per dubitare di qualsiasi cosa non gli strumenti per chiudere qualsiasi bocca prima di aver ascoltato cosa aveva da dire.
    Me ne rendo conto e, in linea di principio, sono d’accordo.
    Ma la invito a tener ancor piu’ presente, di quello che probabilmente gia’ faceva, la responsabilita’ sociale dell’accademia.
    Questo non vuol certamente dire rifiutarsi di ascoltare.
    Anzi: ascoltare e’ fondamentale.
    Il problema e’ il dove e il come.
    Il problema e’ non dare l’impressione, alla popolazione nel suo complesso, dell’esistenza di un dibattito scientifico paritario quando questo e’ sostanzialmente assente.

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