Che fare? (cit.)

Climalteranti ha tradotto “L’Appello degli scienziati del mondo sull’emergenza climatica” che era uscito su Bioscience, scritto da quattro maghi della sintesi per conto dell’Alliance of World Scientists, sottoscritto da 11.258 dottorandi, ricercatori e professori di 153 paesi (elenco qui  – e nota sotto).
Dopo la descrizione dei problemi attuali e della loro probabile evoluzione, ci sono sei suggerimenti per affrontarli:

  • risparmio energetico e transizione a fonti di energia pulite
  • riduzione degli inquinanti climatici di breve durata (metano, fuliggine, idrofluorocarburi e simili)
  • ripristino degli ecosistemi e tutela della biodiversità
  • riduzione degli alimenti di origine animale e aumento di quelli vegetali
  • passaggio a un sistema economico meno distruttivo
  • calo del tasso di natalità attraverso il “conseguimento della piena parità di genere, inclusa l’istruzione primaria e secondaria come base universale, specialmente per le ragazze e le giovani donne“.

Grassetto mio. Promemoria: ogni anno circa metà delle gravidanze sono indesiderate. Se le donne fossero libere decidere se, quando e con chi avere figli, le nascite sarebbero 70 milioni/anno e la popolazione si stabilizzerebbe.

Nei suggerimenti mancano i sistemi di ingegneria del clima, obietteranno i tecnocrati. Suggerisco loro questo video in cui  il comico Steven Colbert fa a polpette David Keith (che aveva studiato Heidegger con il filosofo della tecnologia Albert Borgmann, quello che, il Gentile dr. Mariutti dixit, accusa la defunta critica letteraria e romanziera Susan Sontag di aver… segue qui).
A chi preferisce pensare, suggerisco il libro del filosofo Christopher Preston, “L’era sintetica. Evoluzione artificiale, resurrezione delle specie estinte, riprogettazione del mondo”, capitoli VIII e IX, Einaudi, 21 euro.

(A proposito di video. “Eat shit, Bob” Murray, il più grande produttore americano di carbone ora in bancarotta, ha ritirato il ricorso in appello nel processo per diffamazione che aveva intentato a John Oliver. Libero di parlarne dopo due anni di bavaglio legale, il 10 novembre il comico gli ha dedicato un capolavoro con musical finale.)

Nota
L’appello è stato scritto da quattro ricercatori, “finanziati in parte” dal Worthy Garden Club che li ha rifocillati durante la stesura finale. E’ un birrificio con ristorante, una serra e un giardino sostenibile per appassionati di orticultura e scienze naturali, e un osservatorio con un bellissimo telescopio per astrofili. I tesserati del club organizzano con i ricercatori interni ed esterni attività di citizen science – per es. il censimento delle specie locali di api e bombi – per gli abitanti e le scolaresche di Bend e dintorni, nell’Oregon.
Si dice che con i suoi luppoli il birrificio faccia la miglior birra dell’Oregon, ma non ho controllato.

*

Manifatturare la controversia, io?
Grazie al movimento dei ragazzi, la conversazione globale riguarda il “Che fare?”.  Ascoltare gli scienziati, certo, delegare gli interventi collettivi ai governanti, che per ora sono al servizio dei Bob Murray, valutare, scegliere per sé cosa mangiare, quali consumi ridurre o cambiare, se e quando e quanti figli avere – per esempio.

Sabato, alla presentazione di Mercanti di dubbi, ho conosciuto Marco Grasso. Per pochi minuti sembravamo incarnare le  due posizioni, caricaturate proprio in quei giorni su Forbes. Starebbero spaccando il movimento per il clima e l’ambiente. Da un lato Greta Thunberg et al. (io compresa) secondo cui basterebbe cambiare “stile di vita”, dall’altro Michael Mann (e gli scienziati come Marco Grasso), per il quale

  • parlare di cambiamenti comportamentali e di responsabilità personale riflette una forma morbida di negazionismo. Senza citare Greta per nome, ha detto  “Innanzitutto, c’è un tentativo da parte loro di deflettere l’attenzione dalla ricerca di soluzioni politiche al riscaldamento globale e di promuovere cambiamenti individuali che influenzano la dieta, i viaggi e altri comportamenti personali… Questo approccio è una forma più morbida di negazionismo e per molti versi più perniciosa.”

Due frasi fuori contesto, come ai tempi di Climategate, complimenti.

Mann non aveva detto nulla del genere, of course, e non c’era nessuna “brutta svolta” né “gara a chi urla più forte”.
“Da parte loro” si riferisce a quelli che, spesso in malafede, accusano il movimento di ipocrisia e i fautori del Green New Deal di voler far tornare gli americani all’età della pietra, sotto un regime comunista. “Per loro”, se gli ambientalisti fossero sinceri, scriveva Mann riprendendo memi ricorrenti sotto i tweet di Greta Thunberg, Bill McKibben e i propri,

  • vivrebbero staccati dalla rete elettrica, mangerebbero solo quello che coltivano, indosserebbero solo vestiti che hanno lavorato a maglia da zero. […] Un tale livello di sacrificio è inaccettabile per la maggior parte di noi.

Per coerenza, gli ambientalisti dovrebbero rinunciare a ogni confort moderno. E’ una vecchia tattica. Negli anni Ottanta, per riparare il buco dell’ozono, avrei dovuto rinunciare al deodorante…

Forse Michael Mann se lo ricorda?

  • C’è una lunga storia di “campagne di deflessione” finanziate dall’industria che mirano a distogliere l’attenzione dai grandi inquinatori per scaricare l’onere sugli individui. L’azione individuale è importante, qualcosa che tutti dovremmo difendere. Ma sembrare costringere gli americani a rinunciare alla carne, o ai viaggi o ad altre cose centrali per lo stile di vita che hanno scelto, è politicamente pericoloso: gioca a favore dei negazionisti la cui strategia tende a ritrarre i difensori del clima come dei totalitaristi che odiano la libertà. 

Ma non bisogna perdere di vista “il gorilla nella stanza”:

  • La nostra civiltà dipende dai combustibili fossili per l’energia e i trasporti, che rappresentano i due terzi delle emissioni di carbonio. 

Quindi servono cambiamenti “sistemici”:

  • un prezzo sulle emissioni di carbonio e incentivi per l’energia rinnovabile e un consumo ridotto. […] Ma il prezzo del carbonio va progettato in modo che le comunità marginalizzate, le più minacciate dagli impatti climatici non lo siano anche da quelli economici.

Dopo una grandinata di critiche sui social, oggi Forbes pubblica “Greta Is Right: Study Shows Individual Lifestyle Change Boosts Systemic Climate Action” (gli ambientalisti con un’impronta-carbonio ridotta sono più ascoltati).  E a scanso di equivoci, Michael Mann aveva paragonato la leadership della ragazzina a quella del Potus su Newsweek.
Ci sono centinaia di studi sull’efficacia o meno delle varie azioni possibili, ma efficaci a che scopo?

Quelle di Marco Grasso si concentrano sulla “giustizia climatica” retributiva, e meno su quella distributiva di cui Greta Thunberg è portavoce. In Oily Politics, Grasso addossa l’onere alle Big Oil

  • I 60 produttori più importanti di petrolio e metano hanno contribuito ad oltre il 40% delle emissioni industriali cumulative tra il 1988 e il 2015; le prime dieci per quasi il 22% e le prime venti per oltre il 30%

Metà delle quali dal 1990 in poi. Oltre a dover partecipare alla decarbonizzazione insomma, se le Big Oil vogliono conservare la propria “licenzia di operare”

  • hanno un dovere più ampio verso la società, quello di rettificare le proprie azioni [moralmente] sbagliate, che sono risultate in impatti climatici negativi.

II dovere verso la società è detto in gergo “corporate responsability to stakeholders”. Sebbene sia un concetto recente si insegna nelle università, viene predicato dai giornali finanziari anche perché se nel loro piccolo gli stakeholders s’inc… son capaci di “bruciare” un marchio e i suoi profitti.

I processi intentati alla Exxon Mobil, si basano sullo stesso “argomento morale”. Le azioni malvage delle Big Oil sono ben documentate: campagne di disinformazione sul clima e di acquisto di politici, scienziati e opinionisti; diffamazione/eliminazione di oppositori e whistle-blower ecc.  nonostante la “consapevolezza dei pericoli”, dei danni recati da queste attività e della loro capacità di ridurli.

Lo trovo altrettanto immorale di Marco Grasso, ma non posso chiuderle per decreto e lui nemmeno. Invece posso ridurre il mio consumismo e votare contro le politiche che lo incentivano insieme a disuguaglianze mostruose.
E partecipare ai movimenti che denunciano l’ideologia dominante dell'”arricchitevi” per cui se i poveri sono poveri è colpa loro, s’arrangino e soprattutto stiano a casa loro.
E trovare altre donne con le quali sottrarmi al dominio del patriarcato e avere la libertà di decidere cosa fare nella vita.
E…
Bisogna fornire opzioni, scriveva Michael Mann sul Times, non togliere libertà. Per questo la consapevolezza delle opzioni è indispensabile. Se non parto da me, non riesco a risalire lungo la catena delle responsabilità fino a quelle che ridurranno l’Aramco a chiedere la carità ai cinesi.
E non solo le colpe di Big Oil.
E non solo per il clima.
Siccome tout se tient (cit.), c’è bisogno di tutti (cit.).

20 commenti

    1. Paolo C.
      ne dice così tante che gli ho risposto …
      bambini di passaggio,
      in Italia (come in Svezia e altrove), il sito di ogni fornitore “spiega come si leggono le bollette”. Non con un video per fortuna.

  1. Quando Greta farà un video dove spiega come si leggono le bollette e cosa ci sta scritto?
    Perché non partire dal concreto per davvero invece di cincischiare a vanvera ad oltranza, e incazzarsi pure se non si viene cacati? Capisco che è più facile, ma insomma…

  2. Certo che fa proprio specie che gli 11mila firmatari come consigli non riescano a far altro che produrre un elenco di ovvietà generiche e con prospettive di implementazione che ad essere ottimisti sono dell’ ordine di svariati decenni.
    Riguardo al boom demografico di oche ed ochi implumi in corso da più di un secolo se valgono i SE allora se il resto del mondo avesse la natalità media di Italia e Germania il problema sarebbe risolto brillantemente.

  3. Ocasapiens: non tante, il nostro ha oramai il fiato corto, ma sempre di troppo. Capisco, è una tentazione irresistibile rispondere, ma adesso lo lascerei perdere.
    SPPI nel suo commento sta per?

    1. Noah,
      Science and Public Policy Institute, la lobby scalcagnata.

      alberto,
      le farà specie, ma riassumono per il grande pubblico gli studi di migliaia di ricercatori, e alcuni dei “consigli” sono già implementati da nazioni, stati e città.
      Riguardo al boom demografico… in corso da più di un secolo se valgono i SE
      Malgrado i SE, il tasso di fertilità continua a calare in tutto il mondo di pari passo con la scolarizzazione delle ragazze.
      Qui trova un buon riassunto delle proiezioni dell’Onu e dei loro limiti.

  4. Ho letto l’ultima replica. Ha fatto bene a seguire il mio consiglio. Sarebbe stato un peccato perdersela.

  5. oca: è proprio qui il punto.
    Guardando i grafici riassunti molto opportunamente è chiaro che i consigli “già implementati da nazioni, stati e città” hanno avuto un effetto praticamente NULLO negli ultimi 20 anni non solo sulle emissioni di GHG ma più in generale sulle traiettorie di sviluppo insostenibile (e distruttivo per il resto del pianeta) dell’ umanità.
    Riguardo al tasso di fertilità i dati della fig. 1b mostrano il seguente fatto.
    dal 1980 al 2000 è precipitato da circa 3,8 figli/donna a 2,6
    dal 2000 ad oggi si è avuto un brusco rallentamento del calo che è passato da 2.6 a 2.4.
    Possibile che lei non sia preoccupata che questo brusco rallentamento (che poi dovrebbe spiegare, visto che se la teoria della scolarizzazione è corretta significherebbe che nel XXI secolo il miglioramento globale è nettamente peggiore di quanto realizzatosi alla fine del XX secolo) avrà come conseguenza, anche se il trend continua così e non rallenta ulteriormente, che nei prossimi decenni la terra ospiterà molte centinaia di milioni di esseri umani, ciascuno giustamente che vorrà consumare e consumerà risorse e aumenterà la pressione antropica sugli ecosistemi del pianeta?
    Riguardo le proiezioni dell’ ONU, le conosco, e sono preoccupanti, anche nello scenario moderato.

  6. alberto
    “visto che se la teoria della scolarizzazione è corretta”
    Insomma, non si tratta di opinare, qui: è provato che in condizioni socio-economiche precarie , la scolarizzazione delle ragazze è la migliore e più efficace soluzione per ridurre il tasso di fertilità. Ci sono un sacco di ragioni che spiegano questa relazione causale, sono convinto sia in grado di trovarle da solo; ma gliene cito solo una di tipo pragmatico: l’aumento dell’età in cui le donne hanno il primo figlio.

    1. alberto,
      un effetto praticamente NULLO negli ultimi 20 anni
      Citation please
      Possibile che lei non sia preoccupata che questo brusco rallentamento
      Al contrario. Sono millenni che lottiamo per non essere trattate come bestie da monta e da mezzo secolo siamo sempre di più a riuscirci. Ci sono addirittura uomini che ci aiutano, quelli che hanno firmato l’appello per esempio.

  7. E… colpire dove anche un piccolo gesto fa male. L’ha segnalato anche Caserinik un tweet, su Internazionale di questa settimana c’è un pezzo splendido di McKibben su banche e finanza. I politici si muovono troppo lentamente, e sulle banche e sulla finanza il moral shaming funziona (un po’) di più. Se potessi aggiungere una voce all’elenco degli “e…”, metterei al primo posto questa: spostare gli investimenti personali (se se ne hanno, ovvio), dalle fossili alle rinnovabili. E spiegare e convincere amici e amici degli amici a farlo.

    1. Diego,
      giusto. Tra l’altro la sua campagna funziona, la European Investment Bank sembrava tentennare, invece no.

      alberto,
      Lei esclude che il risparmio energetico e l’uso di energie rinnovabili abbiano ridotto le emissioni rispetto allo spreco e all’uso delle fossili. O che le mangrovie ripristinate non hanno ridotto i danni da alluvioni – Citation please.
      (che io non so spiegare ma a quanto pare a lei e all’ oca continua a sfuggire)
      Non so come spiegarle che l’importante per me e anche per parecchi uomini è che le donne libere di disporre del proprio corpo continuano ad aumentare ogni anno (anche in Italia).
      se le piace pensare che possa avere un minimo di ricadute concrete, faccia pure.
      Se le piace pensare che non sia così, faccia pure. Ad altri farà piacere sapere che tra le ricadute concrete, ci sono i finanziamenti per gli obiettivi dello sviluppo sostenibile.
      11 mila raccomandazioni per i progetti che collegano i primi cinque in ordine di priorità impressionano anche la Banca Mondiale.
      l’ aumento della scolarizzazione (ottenuta non gratis, badi bene perchè bisogna spendere soldi ossai energia)
      Infatti. Siccome nelle regioni più povere i generatori a gasolio costano troppo, le autorità locali e le Ong costruiscono scuole (e ambulatori) a energia rinnovabile – solare di solito.
      i suggerimenti per invertire la tendenza sono facili solo in astratto
      In pratica la tendenza si è invertita >50 anni fa.
      L’ONU rivede di continuo le sue proiezioni, l’ultima volta in giugno.
      Il ribasso è dovuto al fatto che nel frattempo erano uscite stime più accurate e verificabili.

  8. oca: “Citation please”
    Basta guardare i trend globali riportati nell’ Appello e rifletterci sopra.
    Ad esempio: fig2a e 2c. CO2 e N2O in atmosfera: nessun rallentamento negli ultimi decenni; fig 2b: per il metano il rallentamento di fine secolo è sparito.
    Analogo discorso per la fig 1k riguardante le emissioni di GHG: forse un lieve rallentamento negli ultimi anni, ma dopo l’ accelerazione avvenuta a cavallo del 2000.
    Se si comprano i 6 suggerimenti generici (in astratto sono validi oggi come domani come venti o trent’ anni fa) con gli effetti relativi avuti finora si vedrà che questi sono praticamente nulli. Se lo vuole negare per indorare la pillola faccia pure, ma tutte le figure 1 da a fino ad f lo dimostrano (la l potrebbe portare ad una piccola speranza nel caso fosse raggiunto un massimo di emissioni pro capite, se non fosse per il fatto che la 1a mostra una crescita per ora inarrestabile della popolazione).
    Riguardo alla consistenza per la condizione femminile (non sua di certo o di chi vive nel “primo” mondo) di un aiuto maschile tramite la firma su un appello relativo al clima, se le piace pensare che possa avere un minimo di ricadute concrete, faccia pure.
    steph: non ha capito il punto. Certo che l’ aumento della scolarizzazione (ottenuta non gratis, badi bene perchè bisogna spendere soldi ossai energia perchè questa è la base dell’ economia reale, anche se gli economisti lo dimenticano) diminuisce il tasso di fertilità.
    Il guaio è che se guarda la fig 1b del suddetto appello invece che sfondare una porta aperta scoprirà che il tasso di decremento ha avuto un punto di flesso a cavallo del 2000. E questo (che io non so spiegare ma a quanto pare a lei e all’ oca continua a sfuggire) è allarmante, perchè contribuirà a mantener per decenni la crescita demografica globale a valori di divrese decine di milioni all’ anno per arrivare secondo la prospettiva mediana dell’ ONU a 11 miliardi circa a fine secolo.
    Qualcuno se ne preoccupa, anche se i suggerimenti per invertire la tendenza sono facili solo in astratto
    https://www.pewresearch.org/fact-tank/2015/06/08/scientists-more-worried-than-public-about-worlds-growing-population/

  9. alberto
    ma a quanto pare a lei (…) continua a sfuggire
    Questo è lei che lo pensa e lo scrive. Non ho mai scritto che mi sfugge il cambio del tasso di decremento del tasso di fertilità dopo il 2000, e neppure che questo non sia preoccupante. Ho solo rimarcato quanto non sia opinabile (come invece lei lasciava intendere) la relazione causale suddetta, in condizioni di precarietà socio-economica.

  10. oca: se lei vuole negare la realtà dei dati riportati nell’ “Appello degli scienziati…” faccia pure.
    Le emissioni di GHG dell’ umanità, anche se siamo ormai alla COP25, continuano come trend a salire unabated. Le fonte rinnovabili negli ultimi vent’ anni hanno avuto una grande crescita (solare e fotovoltaico stanno raggiungendo come fonte di elettricità il nucleare a livello globale) ma le fonti fossili non solo non si sono fermate ma la loro crescita è stata superiore a quella delle rinnovabili (vedi fig 1h), per cui non si è avuta nella realtà nessuna riduzione delle emissioni, ma si è verificato un loro aumento.
    Riguardo alle mangrovie, sono ecosistemi importanti per il sequestro di carbonio e come dovrebbe ben sapere in pericolo.
    Per piacere, eviti di usare metodi da troll, tagliando le frasi degli altri e interpretandole a suo piacimento cambiando i termini del discorso altrui: la Banca Mondiale e le autorità locali non c’ entrano nulla. I soggetto della frase da lei tagliata era “la firma su un appello relativo al clima”, il cui effetto concreto sulla condizione femminile mondiale a me pare ovvio razionalmente che non possa che essere trascurabile
    Se vuole parlare seriamente del boom demografico, può informarsi nel sito ufficiale dell’ ONU (cliccando su graph trova una banca dati completa)
    https://population.un.org/wpp/
    I dati parlano chiaro, in termini assoluti (la tendenza di cui parlavo era questa vedi grafico 1a dell’ Appello) l’ andamento della crescita della popolazione mondiale non ha avuto non solo alcuna inversione, ma nemmeno alcun rallentamento 50 anni fa (se mai accelerazione dal 1950 al 1990 seguita da crescita quasi lineare).
    Se invece vuole considerare il tasso di fertilità per capire come si è evoluto nel passato e gli scenari futuri deve cliccare su “Probabilistic Projections” , poi “Fertility” e alla fine “Total Fertility”.
    Si accorgerà che negli anni ’50 non si è avuta alcuna inversione, dato che fino agli anni ’70 si è mantenuto quasi costante a livello di 5 figli/donna; l’ inversione parte verso a cavallo degli anni ’70 portando il tasso a crollare a livello di 3.5 verso la fine degli anni 80. In seguito (a questo punto inizia la fig 1b dell’ Appello) si è avuta un’ accelerazione fino a circa il 2000 (arrivando a 2.7) per poi decelerare tanto che oggi siamo a 2.4, ben al di sopra del tasso di mantenimento naturale.
    Se lei non è in grado di spiegare questa preoccupante decelerazione (che ovviamente andrà capita con studi specifici cercando di individuarne le cause e provando ad elaborare possibili soluzioni diverse da nazione a nazione, al di là di quanto fatto finora e ovviamente non con appelli generici) non importa.
    Eviti però di costruirsi una realtà parallela, con i meccanismi di razionalizzazione seguiti da negazionisti climatici, andando a generalizzare in maniera errata casi particolari (es. la penetrazione delle energie rinnovabili nel terzo mondo è inadeguata rispetto all’ aumento di consumi di fonti fossili; sono i Paesi ricchi come USA e UE, oltre alle nuove grandi potenze come la Cina che stanno investendo a maggioranza assoluta miliardi di $ nelle rinnovabili)
    Le proiezioni dell’ ONU più recenti, se vuole un riassunto le può trovare qua
    https://population.un.org/wpp/Publications/Files/WPP2019_10KeyFindings.pdf
    Ad oggi il valore mediano atteso nel 2100 e 10.9 miliardi e anche se lo stile di esposizione dell’ onu è di tipo understatement, le proiezioni sono allarmanti (e non solo per le implicazioni negative sull’ emergenza climatica che continua unabated).
    @steph: ho cercato di capire quale relazione causale avrei lasciato intendere in precedenza, ma non ci sono riuscito.

    1. alberto,
      oca: se lei vuole negare la realtà dei dati riportati nell'”Appello degli scienziati…” faccia pure.
      Grazie dell’autorizzazione, ma non l’ho fatto né intendo farlo.
      Chiunque collabori con un’Ong per il women empowerment sa che l’Appello è un ottimo documento a sostegno (supporting documents) delle proposte che mandiamo ai donatori istituzionali. Tanto più alla Banca Mondiale che usa anche le stime Copenhagen Consensus Center.
      Si accorgerà che negli anni ’50 non si è avuta alcuna inversione
      Dice a me? Ho scritto “>50 anni fa“. Significa “verso a cavallo degli anni ’70” per dirla con parole sue.
      Se lei non è in grado di spiegare questa preoccupante decelerazione (che ovviamente andrà capita con studi specifici
      Se lei fosse in grado di informarsi, troverebbe gli “studi specifici” paese per paese nei rapporti pubblicati da agenzie dell’Onu, Banca Mondiale, OECD (omissis), fondazioni (anche su temi “specifici“) e Ong. Insieme alle iniziative per rimediare, i paesi dove sono impossibili e per quali motivi.
      andando a generalizzare in maniera errata casi particolari
      Forse non ha letto quello che ho scritto in risposta al suo argomento “l’ aumento della scolarizzazione (ottenuta non gratis, badi bene perchè bisogna spendere soldi ossai energia)”? Glielo ricopio.
      Infatti. Siccome nelle regioni più povere i generatori a gasolio costano troppo, le autorità locali e le Ong costruiscono scuole (e ambulatori) a energia rinnovabile – solare di solito.
      anche se lo stile di esposizione dell’ onu è di tipo understatement
      Meno male o al posto di 309 milioni, nell’ultima revisione saltava fuori un miliardo in meno!
      Mi preoccupano i motivi del rallentamento, non il rallentamento in sé. Stando al rapporto rivisto dell’ONU (e altri che ho letto):
      con l’aggiunta prevista (projected) di oltre 1 miliardo di persone, alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana potrebbero rappresentare oltre metà della crescita della popolazione mondiale tra il 2019 e il 2050.
      Le soluzioni sono note – educazione delle donne e family planning – così come le cause che ne impediscono l’adozione: violenze, guerre, furto degli aiuti umanitari, criminalizzazione delle Ong ecc.
      I due terzi dell’aumento della popolazione globale fino al 2050 sarà dovuto alle strutture attuali [delle fasce] di età e avverrebbe anche se nei paesi con un tasso di fecondità oggi elevato, le nascite calassero immediatamente a due per donna durante la sua vita.
      Uomini e donne vivono in media più a lungo mentre la mortalità perinatale e infantile diminuisce. Sono già stati considerati problemi “preoccupanti” e le soluzioni sono state sterilizzazione coatta, politica del figlio unico e – guarda caso – aborto selettivo delle nasciture.
      No, grazie.

  11. alberto
    avevo capito che lei la mettesse in dubbio quando scriveva ” visto che se la teoria della scolarizzazione è corretta. Probabilmente ho interpretato male io.
    Nel merito della questione sollevata e a scanso di ulteriori equivoci: concordo sostanzialmente con lei. A livello globale gli sforzi sono parzialmente offuscati dalla crescita della popolazione e dei consumi.
    Popolazione: una riduzione di mezzo punto del tasso di fertilità implicherebbe – nelle proiezioni ONU – una diminuzione della popolazione mondiale a partire grossomodo dal 2050 (scenario auspicabile, ma difficile, sebbene tutt’altro che impossibile); mezzo punto in più, invece, il BAU demografico verso il raddoppio (scenario assai poco credibile).
    Consumi: in tutto il “primo mondo” è in atto un forte disaccoppiamento fra evoluzione del PIL/pro capite e delle emissioni di CO2/pro capite. Il primo cresce, le seconde calano, più o meno significativamente. Chiaramente, le emissioni totali no, in questa parte del mondo calano leggermente (EU) o rimangono più o meno stabili (USA, JAP) e ovviamente andrebbero ridotte drasticamente. Bisogna vedere cosa succederà con la rivoluzione tecnologica, ma probabilmente non basterà.
    Nei PVS la cosa è differente e soprattutto in quelli emergenti (Cina in primis) crescono anche le emissioni pro capite, rendendo la media globale abbastanza stabile sulle 5 t da un decennio.
    A livello globale si nota pure un disaccoppiamento fra crescita del PIL annuo e delle emissioni annue: il primo cresce più o meno linearmente da circa due decenni (circa 60 trillions of US$ venti anni fa, 90 dieci anni fa, 120 oggi), le seconde più lentamente (circa 25 Gt di CO2 venti anni fa, 34 dieci anni fa, 38 oggi).
    Magra consolazione o indice di qualcosa che sta cambiando seppur troppo lentamente rispetto ai tempi della termodinamica?

  12. @steph: concordo sostanzialmente con lei. Il disaccoppiamento tra crescita PIL e crescita emissioni è in atto da diversi anni, solo che è di tipo relativo, ossia una velocità di crescita percentualmente inferiore delle seconda rispetto alla prima. Che ciò sia comunque indice di un cambiamento nella direzione corretta lo penso anch’ io, solo che è del tutto insufficiente.
    Per un cambiamento reale delle dinamiche negative delle attività umane sul clima del pianeta occorre però che il disaccoppiamento sia assoluto, ossia che al crescere del PIL (secondo il concetto di sviluppo sostenibile, sul quale avrei delle riserve, ma pare generalmente accettato) le emissioni diminuiscano. Questo sarebbe il vero punto di svolta e nonostante le indicazioni della comunità scientifica, di cui questo appello è solo l’ ultimo di una lunga serie, non solo non è avvenuto finora ma non ci sono purtoppo nemmeno prospettive realistiche che avverrà nei prossimi anni.
    http://productiongap.org/
    oca: vedo che continua ad utilizzare una forma spinta di straw man argument, ossia il tagliuzzare frasi estrapolate dagli interventi suoi interlocutori, interpretarle in maniera comodamente distorta e replicare a queste sue distorsioni facendo finta che siano una risposta alle idee di partenza.
    A me sembra che a furia di battibeccare continuamente con negazionisti, troll, omeopatiti etc ormai si sia assuefatta al loro modo scorretto di argomentare e lo abbia fatto proprio.
    Nel caso particolare continui pure a credere che esistano soluzioni note al problema gigantesco del boom demografica in atto che non vengono applicate per la cattiveria di alcuni (qualche centinaia di milioni almeno) esseri umani.
    Riguardo alla repentina diminuzione del tasso di fertilità registratosi dall’ inizio degli anni ’70, ha ragione a dire che è partito circa 50 anni fa (avevo letto male); vorrà dire che l’ epoca le guerre, le violenze e il furto degli aiuti alimentari erano eventi limitati e le ONG benvolute.

    1. alberto,
      il tagliuzzare frasi estrapolate dagli suoi interlocutori
      Temo che dovrà abituarsi ai blog. Non si usa ricopiare interamente i commenti per rispondere alle “idee di partenza”: tutti possono leggerli e riportare le citazioni nel loro contesto.
      Nel caso particolare continui pure a credere che esistano soluzioni note al problema gigantesco del boom demografica…
      “Continui pure a credere” che nessuna agenzia dell’ONU, altra istituzione internazionale, ente di ricerca, governo, ministero ecc. al mondo abbia mai accertato che, per esempio, “la teoria della scolarizzazione è corretta”, e che l’educazione delle donne e il loro accesso al family planning riducono il tasso di fecondità.
      Poi non si meravigli se qualcuno la considera un negazionista…
      [e] non vengono applicate per la cattiveria di alcuni (qualche centinaia di milioni almeno) esseri umani.
      o un troll…

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