Gli àuguri

Erano quelli che un tempo decifravano presagi – fausti o infausti – nel canto e nel volo degli uccelli, e oggi lo fanno nelle notizie.

Gli uccelli abbandonano le coste dell’Australia da agosto. Gli incendi sono iniziati in pieno inverno australe e da questa “primavera” dilagano su mezzo continente. “Il cambiamento climatico somiglia a questa estate furiosa”, scrive Nirilie Abram su Scientific American. Ma gli incendi boschivi ci sempre stati, obiettano i governanti al soldo di Big Coal, è colpa dei piromani. Oppure degli ambientalisti che impediscono gli incendi controllati, mai dell’aumento della temperatura e della siccità.

Su Nature, il presagio di Cecilia Tortajada e Pierre van Rensburg è che dovremo bere acqua potabile riciclata perché quella di prima mano “scarseggia sempre di più”. Citano anch’essi l’Australia, per un vasto sistema di riciclo lasciato incompiuto quando le piogge hanno interrotto l’ultima grande siccità.

Quest’anno anche i conflitti violenti per l’accesso all’acqua aumenteranno in Africa, Medioriente, Asia del sud e del sud-est, stando al World Resource Institute. che in dicembre ha aggiornato le previsioni per ottobre 2019-settembre 2020.

A proposito di conflitti violenti, da Biopolitical Philosophy Eric Winsberg sostiene che i media “amano le guerre” perché hanno scelto come porta-voce della crisi climatica Greta Thunberg, ma non chi chiede perché nelle stime dell’IPCC per gli Stati Uniti non ci sono le emissioni militari di gas serra (ai miei tempi, la logica faceva parte della filosofia). E’ un àugure pieno di buone intenzioni, ma sembra interessante soprattutto la bibliografia.

Solo che non ho accesso a

L’esercito statunitense – il più grande inquinatore del pianeta – emetterebbe circa 100 milioni di tonnellate/anno di CO2, scrive Winberg. Per il 2017 però, la stima di Scientists for Global Responsability è di 59 milioni di tonn/anno di CO2 equivalente (slide 13) – nel 1975 erano 120 milioni (slide 27), un progresso… –  più 280 milioni per l’industria bellica americana (slide 14): totale 339 milioni, circa il 6% delle emissioni statunitense. Con l’indotto “vario”, si arriva a 400 milioni.

Il paper e il rapporto sono usciti quest’estate, troppo tardi per essere inclusi nel prossimo rapporto IPCC, ma forse oltre a Greta Thunberg, quest’anno a proposito di clima, qualche giornalista citerà la politologa Neta Crawford anche se non cinguetta sui social?

Insieme ad altre due ricercatrici, dirige “Costs of War“, un progetto dell’istituto Watson all’università Brown, ed è citata anche dalla stampa italiana, ma non per quanto riguarda le emissioni militari di gas serra…

Cieli sereni se possibile, acque limpide e buone letture per tutto l’anno, l’oca s. che se lo augura così:
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