Ai tempi del colera, cont.

L’angelo custode ha il raffreddore. “Sarà mica il coronavirus?” gli chiedono. Con un sorriso, è un italiano venuto dallo Sri Lanka, non è cinese. Possibile che sia un coronavirus, improbabile che sia il nCoV-2019. Come si fa a saperlo, non ci dicono la verità ecc. Già, come se fosse facile scoprirla…

Con l’amico venuto a riprendere la gatta Jerry lamentiamo le fake news diffuse da giornalisti e politici, “tanto per cambiare”, e da esperti autorevoli, “ma perché!?!”, anche se dovrebbero sapere che la comunicazione sulla “realtà” va lasciata a chi la conosce.

La realtà è che

  • sfortunatamente, quella bestia si muove molto velocemente,

dice Alessandro Vespignani (ogni tanto ne parlo, con il suo gruppo fa – e spiega molto bene – modelli di rischio e di diffusione dell’epidemia) a Kai Kupferschmidt e Jon Cohen di Science. Per fortuna, la realtà è che

  • gli scienziati raccolgono e condividono le informazioni in tempo record.

Quelli cinesi sono stati incoraggiati a condividerle dalle proteste dopo la notizia di alcuni fermi per diffusione di fake news, e dall’intervento senza precedenti della Corte suprema che ha redarguito pubblicamente la polizia di Wuhan per aver fermato Li Wenliangil medico morto di polmonite da nCoV-2019:

  • “Ogni giorno che passa ne sappiamo di più e ogni giorno che passa possiamo migliorare i modelli,” dice Vespignani. 

Si dice spesso che i modelli epidemiologici hanno margini d’incertezza troppo ampi per essere utili, ma penso che Vespignani abbia ragione. Producono “best guesses” finché i patogeni rimangono nuovi e le abitudini vecchie*, poi migliorano. Se non vi va di leggere le spiegazioni di Vespignani in inglese, provo a semplificare in italiano.

Nella realtà ideale, una parte degli abitanti di Wuhan verrebbe isolata, sottoposta a test e tenuta sotto osservazione da specialisti per 3 settimane. Ne risulterebbe una statistica dei sani, degli asintomatici e di quelli con sintomi lievi a T con zero; dei contatti delle ultime due categorie con persone sane; dei malati, dei guariti, delle vittime e della loro tipologia a T più 1, 2 e 3 settimane.

Le variabili sarebbero tantissime lo stesso, ma ci sarebbe una linea-base con la quale calibrare le proiezioni.

Nella Cina reale, raccogliere questi dati significa sottrarre personale e risorse già insufficienti. I kit diagnostici bastano a malapena per i pazienti ricoverati negli ospedali di tutto il paese, nel picco delle polmoniti causate da altri patogeni e dall’inquinamento. Il Comitato nazionale per la salute ha raccomandato di testare soltanto le persone con “chiari sintomi”, e l’Oms di concentrare gli sforzi di contenimento nell’epicentro.

Così i modellisti devono accontentarsi di stime vaghe: circa il 2% di vittime fra il 20% dei pazienti ricoverati con “sintomi chiari”, su un totale di oltre 20 mila casi diagnosticati. Questi sono la “punta dell’iceberg”, dice il modellista Marc Lipsitch a Science, sotto ci sono i loro contatti: 10 persone ciascuno? 100? di più?
Una nave da crociera in quarantena somiglia alla realtà che farebbe comodo a virologi, epidemiologi, antropologi, statistici, bio-informatici e modellisti, solo che ci abita un campione non rappresentativo: i turisti giapponesi o americani non abitano da una vita in città dall’aria mefitica, per esempio.

*Lettura suggerita: “Come il razzismo peggiora (concretamente) le epidemie” di Massimo Sandal per Esquire. (h/t radioprozac)

***

O’s digest – Nature

  • Riassumevo ieri le critiche di Naomi Oreskes et al. ai modelli economici degli interventi di decarbonizzazione, qui c’è la replica di Jessica Jewell et al.
  • Il primo editoriale chiama a condividere in modo rapido e trasparente i dati sul coronavirus, comincia Nature pubblicando i paper in open access. Però nello speciale dedicato alla genomica delle cellule tumorali, solo un paio di paper sono in open access.
  • Nelle News Features, Sara Reardon scrive che la tecnica Crispr-Cas per la correzione (editing) del genoma si è rivelata più difficile da usare del previsto per derivarne terapie ed è superata dall’editing del Rna. Dopo anno di processi sui brevetti Crispr-Cas…
  • Sotto il titolo “Truth decay“, Felicity Lawrence recensisce “The Triumph of Doubt: Dark Money and the Science of Deception” di David Michaels, un aggiornamento di “Doubt is their product”, dello stesso autore (l’anno dopo Obama lo aveva nominato responsabile della regolamentazione sanitaria), e di “Mercanti di dubbio” di Oreskes & Conway. I mercanti repubblicani sembrano avere molti morti sulla coscienza…
  • A proposito di aria mefitica, mi ero persa questa ricerca sull’inquinamento negli USA prodotto nel 2019 dagli incendi in Canada, e il commento di Nature uscito on-line a fine gennaio.

*

Da Climalteranti, il Gentile dr. Mariutti continua a scrivere pensieri bizzarri e falsità, l’oca a chiedere chiarimenti e provvedere al fact-checking. Forse non è il momento di segnalargli che oggi un rapporto sui piani di mitigazione del governo britannico smentisce le illusioni sue e dei conservatori sui miracoli delle tecnologie per la decarbonizzazione?
Siccome dice di non leggere l’oca s. ma su twitter minaccia di querelarmi per quello crede di aver letto, metto qui l’abstract:

  • Breakthrough technologies will be important in the future but we cannot depend on them to reach our zero emissions target in 2050.