Ultime notizie della spedizione Challenger

Tra il 1872 e il 1876, la corvetta Challenger della marina di Sua Maestà la regina Victoria – senza più cannoni e con un motore a vapore usato solo per tirar su le sonde che facevano prelievi dai fondali – ha circumnavigato il globo e l’Impero britannico.

Da fuori non sembrava, ma i suoi laboratori erano dotati di microscopi, macchine fotografiche e altri strumenti high-tech. A bordo decine di scienziati e tecnici hanno analizzato e misurato per tre anni e mezzo l’analizzabile e misurabile all’epoca. Hanno anche raccolto circa 4000 esemplari di creature mai viste prima, ritratte dal vivo da disegnatori prima di finire in alcol o salamoia nei boccali.

Nel 1884, sono cominciati a uscire i famosi Rapporti (recensione di Nature nel 1886) e si è capito che l’Impero aveva fondato una nuova scienza: l’oceanografia.

(Purtroppo W. Thompson, il direttore scientifico che era riuscito a far convivere una ciurma di prime donne – John Murray per dirne una – non ha potuto vederli: era morto due anni prima).

The Challenger Revisited
L’ultimo rapporto è uscito il 31 gennaio su Scientific ReportsIn un magazzino del Museo di storia naturale di Londra, la micro-paleontologa Lyndsey Fox ha scoperto campioni di plancton, piccoli foraminiferi in un’armatura di carbonato di calcio dalle forme spettacolari. Un secolo e mezzo fa, le nostre emissioni di gas serra non avevano ancora “acidificato” gli oceani, quindi con due colleghi le è venuto in mente di compararli con foraminiferi della stessa specie, raccolti dalle spedizioni Tara negli stessi posti dell’oceano Pacifico equatoriale tra il 2009 e il 2016.

Risultato:

  • tutti i campioni moderni avevano gusci più sottili fino al 76% delle loro controparti storiche… Ulteriori analisi di simili archivi biotici consentiranno ai ricercatori di quantificare gli effetti del cambiamento climatico antropico in tutto il globo.

L’acidificazione degli oceani è detta la “gemella cattiva” del riscaldamento globale. Rif. anche Evin Malsbury su Science

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A proposito. Paolo C. segnala che Copernicus ha stimato l’anomalia della temperatura globale di gennaio. E’ la più calda registrata, superando di +0,03 °C il gennaio del Nino 2016. In Europa, è stata

  • 3.1°C warmer than the average January in the period 1981-2010. Average temperatures were especially high over large parts of northeastern Europe, in some areas more than 6°C above the 1981-2010 January average. 

Mi ha fatto venire in mente un paper su Nature Climate Change. Yuan Wang e il gruppo di Jonathan Jiang del Caltech calcolano che nell’emisfero nord tra il 1970 e il 2005 il calo dell’inquinamento da aerosol, dovuto alle leggi sull’aria pulita, ha riscaldato le temperature dell’Europa meridionale tamponando così gli eventi estremi nell’Eurasia settentrionale. Da noi, insomma, le onde di Rossby non stazionano per settimane insieme al freddo polare…

Su Nature di domani ma in data di oggi, Naomi Oreskes, Geoffey Supran e una manciata di economisti, giuristi ed ecologi mostrano perché i risultati dei modelli (i benedetti IAMs) economici usati da Jessica Jewell et al. sono inaffidabili. Sottovalutano la riduzione delle emissioni di gas serra ottenuta con l’eliminazione di certi sussidi per i combustibili fossili. E anche i vantaggi politici ed economici di un mercato dell’energia competitivo, cioè libero, nel favorire e diffondere innovazioni che mitigano gli impatti dei cambiamenti climatici.

Spiegazione di Geoffrey Supran per noi dummies e conclusione:

  • Hundreds of millions of tons of CO2 reductions from the removal of a single type of subsidy is nothing to be sneezed at.

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News sparse

In Colombia non c’era mai stato un ministero per la scienza, l’innovazione e la tecnologia fino al dicembre scorso. Mabel Torres, la prima titolare, millanta la scoperta di una tisana, derivata da un fungo usato nella medicina tradizionale cinese, che cura svariati tipi di tumore, scrive Emiliano R. Mega su Nature.  Rif. anche Rodrigo Ortega su Science.

Jeffrey Mervis di Science ha intervistato il procuratore generale del Massachusetts che ha accusato di reati vari Charles Leider, il famoso chimico che aveva creato un laboratorio “di Harvard” al politecnico di Wuhan all’insaputa di Harvard dove adesso è “sospeso” ma sempre stipendiato. Sospetta che abbia favorito uno spionaggio, ma non l’ha accusato di spionaggio, precisa, contrariamente a quanto riportato da NY TimesScience, Economist, forse da altri e sicuramente da me.

Come spiegato da maicolengel su Butac, Affaritaliani pubblica una réclame per due prodotti omeopatici approfittando dell’epidemia da nCov-2019. La firma Giovanna Bardellini, “vice presidente dell’Istituto Malattie Croniche” Samuel Hahnemann (le polmoniti virali non sono malattie croniche, ça va sans dire).

A suo avviso, non esistono decine di coronavirus ma uno solo e “presente” da sempre, ma non precisa dove. Ha un unico recettore, il CD-13, quindi il suo istituto, presente su Omeoweb, cura l’infezione con l’anti-CD13 in diluizione non precisata. In caso di problemi respiratori, nel senso che il primo prodotto non è servito a niente e i primi sintomi dell’infezione stanno peggiorando, con il secondo: pillole di Stannum inteso come “stagno metallico” in diluizione non precisata.

Nella conclusione invece, la dott. Bardellini precisa di essere gomblottista:

  • Io non so se questo n-CoV-2019, così è stato soprannominato il virus in questione, sia stato “creato” in laboratorio e diffuso poi per incidente o preciso volere; ormai sul web circolano tanti pareri, alcuni da fonti molto attendibili, e chiunque abbia voglia di approfondire la sua conoscenza ha a disposizione tanto materiale. Certo è che la domanda “cui prodest?” si fa pressante e gli scenari possibili sono veramente tanti: quando ci sono di mezzo ingenti poteri economici, vedi la produzione di nuovi vaccini in tempi record, sovvenzionata da uno degli uomini più ricchi del pianeta, beh, il dubbio è doveroso..

Medbunker ha notato che queste fake news sono diffuse anche da Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine dei biologi.