Caixin ha la reputazione di essere il miglior giornale cinese per le inchieste sulla corruzione e le notizie economiche e finanziarie. Il fatto di appartenere a un gruppo di imprese non direttamente controllate dal Partito potrebbe lasciargli uno spazio di libertà in più per riferire dell’epidemia da nCov-2019?
Quelli che ho letto su Caixin Global, l’edizione inglese, sono più critici verso le autorità locali e nazionali di quelli del China Daily e dell’agenzia Xinhua. Di solito li trovo ben fatti, l’eccezione è l’articolo sul periodo di incubazione di 24 giorni, un po’ allarmistico.
Wei-jie Guan e molti altri ricercatori cinesi hanno messo su medRxiv (non peer-reviewed) la descrizione delle “caratteristiche cliniche” di 1.099 casi. I pazienti erano stati ricoverati in 552 ospedali di 31 province entro il 29 gennaio. Il periodo medio di incubazione era di 3 giorni (“range 0-24”), i casi gravi il 6,1% e la mortalità – quasi sempre di pazienti già compromessi – dell’1,36%, quindi inferiore a quella della SARS anche se il tasso di contagio è superiore.
Wuhan era sempre l’epicentro. Ci sono molte informazioni che serviranno a contenere l’infezione, compreso quella sui pazienti ricoverati con i sintomi “giusti”, ma senza febbre. E alcuni contagi sono avvenuti attraverso le feci, un’igiene minima li avrebbe evitati.
Nell’insieme sembrano percentuali rassicuranti – in altri 603 pazienti ricoverati nel Guandong, la mortalità scende allo 0,88% – ma gli autori scrivono:
- Our study has some notable limitations. First, some cases had incomplete documentation of the exposure history, symptoms and laboratory testing given the variation in the structure of electronic database among different participating site and the urgent timeline for data extraction. Some cases were diagnosed in out-patient settings where medical information was briefly documented and incomplete laboratory testing was applied. There was a shortage of infrastructure and training of medical staff in non-specialty hospitals, which has been aggravated by the burn-out of local medical staff in milieu of a surge of cases.
E avanti così. Gli autori hanno coraggio, avrebbero potuto limitarsi a fare raccomandazioni generiche.
Zhang Jin e Liu Yingzi, il capo del partito e il direttore della commissione sanitaria dello Hubei sono stati licenziati, forse giustamente, ma non sono i responsabili delle carenze nazionali. Gli ospedali specializzati appartengono quasi tutti all’Esercito del popolo, essendo i più redditizi. Sono stati costruiti soltanto nelle megalopoli e ci fanno carriera ricercatori militari dalle pubblicazioni spesso dubbie e concentrate sulla medicina tradizionale cinese come vuole il Leader Supremo – non i clinici.
Stando all’OMS, metà dei medici cinesi non ha una laurea, fuori delle grandi città soltanto un 10-15% ce l’ha, e molti praticano la medicina tradizionale. Siccome questa è propagandata dal Leader Supremo, due settimane fa l’agenzia Xinhua raccomandava ancora un intruglio che “sopprime” il virus.
E mancano soprattutto gli infermieri, sono 2,54 per mille abitanti e quasi sempre donne prive di formazione. Nella UE sono l’1% della popolazione.
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Par condicio
Nella sua proposta di bilancio 2021, Donald Trump ha ridotto di mille miliardi i finanziamenti per Medicaid e ACA, di 3 miliardi quelli degli NIH, di 700 milioni quelli dei CDC di Atlanta e di metà quelli dell’OMS. E dice che l’epidemia in corso non è grave perché c’è solo in Cina e quest’estate il virus “scomparirà”…
“e la mortalità – quasi sempre di pazienti già compromessi – è dell’1,36%, quindi inferiore a quella della SARS anche se il tasso di contagio è superiore”
Leggo e riporto da un luogo privato considerazioni non peer reviewed che mi paiono interessanti che un nessuno ha scritto in risposta ad un altro nessuno
”
Non si muore direttamente di coronavirus, come non si muore direttamente di influenza (che di influenza si tratta), ma delle complicazioni che insorgono a seguito dell’indebolimento del sistema immunitario causato dal virus.
La fanno da padrone le complicazioni respiratorie, prime fra tutte quelle derivanti da una polmonite: cioè, quando il virus ti ha lavorato ben bene, sono poi i batteri che ti uccidono.
I batteri li stendi con gli antibiotici, che però indeboliscono ulteriormente l’organismo e fanno un baffo al virus, che indebolisce l’organismo mentre i batteri, se sono sopravvissuti, diventano resistenti a quegli antibiotici, per cui servono dosi più forti, che però indeboliscono ulteriormente l’organismo, che è l’unico che può avere ragione del virus.
Quindi se hai un corpo giovane e forte, puoi farcela. Se sei debole (perché già malato da tempo o vecchio), soccombi.
Non per nulla il coronavirus, come tutte le influenze, è pericoloso per gli anziani (dai 65 in su – sì, hai letto bene: siamo un popolo di vecchi), non per i giovani, i quali invece muoiono più facilmente in auto, *specie se intorno c’è un vecchio che guida*…
Questa è un’influenza.
La cosa su cui riflettere è che le influenze stagionali colpiscono mediamente e ufficialmente almeno 2 milioni di italiani in un mese, mentre questa avrebbe colpito 80 mila persone nel mondo nel doppio del tempo.
Secondo te è possibile?”
Ps
La domanda era rivolta dal nessuno all’altro nessuno, ma in effetti devo dire che per me è impossibile rispondere che i conti tornano.
Cimpy,
le polmoniti interstiziali non sono influenze, manca il respiro di botto, e i conti non tornano. Durante l’influenza stagionale, ci sono molte più persone contagiate di quelle ricoverate. Poi sono virus contro i quali abbiamo un bel po’ di anticorpi finché non arriva un ceppo mutato di brutto – come per la spagnola.
Per farsi un’idea, secondo i CDC, in USA l’anno scorso si sono ammalate 35,5 milioni di persone, il 10% della popolazione.
Quando c’è un “primo incontro” con un virus contagioso, nessuno sa se e come si combinerà con quelli che abbiamo già e non ci fanno niente. Le scimmie hanno un SIV, i pipistrelli un Ebola, i cammelli un Mers-Cov e non si ammalano.