L’altro ieri Bruce Aylward, il capo della missione dell’OMS in Cina, parlava bene delle misure imposte dalle autorità per contenere l’epidemia di Covid-19. Non aveva molta scelta, temo, gli esperti cinesi del WHO sono nominati dal governo. La stampa di regime è orgogliosa del Sommo Leader che ha saputo mobilitare il popolo cinese e sta vincendo la guerra. O l’ha esportata?
Le infezioni in altri paesi hanno superato quelle interne, il contenimento messo in atto per un mese non è bastato.
La strategia giusta è quella della “mitigazione” che rallenta la velocità della diffusione e il suo impatto, stabilire un “distanziamento sociale” dai gruppi più suscettibili di trasmettere il virus come ai tempi della spagnola, dicono Marc Lipsitch (gran divulgatore) e altri epidemiologi famosi a Nature. Chiudere scuole, chiese, stadi, teatri, annullare fiere, concerti ecc.
David Heymann – sul campo per decenni, bravo e coraggioso – non è d’accordo. Contenimento e mitigazione non sono in alternativa:
- He expects that countries such as Italy and South Korea will try to contain the cases they can and trace their origins, while preparing mitigation measures. “I think that people put way too much emphasis on a pandemic.” I think what’s important is a basic understanding of outbreaks and how to deal with them,” he says.
Gli esperti si contraddicono? Per forza, interpretano l’informazione di cui dispongono con i propri prior bayesiani, aggiornati via via che arrivano nuove informazioni. L’esperienza di Lipsitch, un teorico, non è quella accumulata da Heymann “in prima linea”. Per quel che conta l’esperienza di una cronista, conviene ascoltare gli argomenti di entrambi.
Il Giappone ha sottovalutato il rischio di epidemia, figurarsi quello di pandemia. Su Science, Dennis Normile elenca le critiche al ministero della sanità che ha messo in quarantena passeggeri e personale sulla Diamond Princess, con il risultato di diffondere l’epidemia a bordo e a terra.
Non solo i “funzionari” del ministero mandati ad assistere il personale nella gestione della quarantena erano impreparati e senza protezioni adeguate, ma
- Most of the roughly 90 health ministry employees who visited the ship during the first 2-week quarantine that ended on 19 February initially returned to their normal work duties, but in light of the infections, the health ministry yesterday revised its policy and now those potentially exposed to the virus on the Diamond Princess are self-quarantining at home for 14 days, according to a ministry official who asked not to be identified.
Anche i turisti giapponesi asintomatici erano stati ritenuti immuni a priori – com’era successo con l’HIV. Adesso il Giappone è il paese con il maggior numero di casi confermati (>900) dopo la Cina e la Corea del Sud (>1200) dove il direttore del Dip. di medicina preventiva delle infezioni la città di Daegu, il focolaio con oltre 600 casi, è della setta cristiana che non crede ai virus ma al reverendo Lee. Dopo settimane di trattative, il governo ha ottenuto di poter testare i 250 mila fedeli.
Trump, che crede a se stesso, ha deciso di contraddire i fatti e i propri esperti, di minimizzare e di togliere $2,5 miliardi ai programmi anti- epidemie – dal finanziamento dimezzato e dai coordinatori azzerati nel 2018 perché li aveva nominati Obama – per riassegnarli all’emergenza in alcuni stati.
Il monitoraggio dell’influenza ne risentirà proprio quando servono dati in tempo reale per confrontarli con quelli della Covid-19. Per es. bambini s’infettano +/-? Sono +/- contagiosi degli adulti? Gli adulti con influenze da altri coronavirus sono immunizzati in parte? Ecc.
(Ho una domanda per i milanesi. La zona centro-ovest è eccezionale? I supermercati sono ben riforniti e poco affollati; a parte qualche ciclista nessuno indossa una maschera; i flaconi di amuchina sono in vendita perfino dai tabaccai al prezzo di 4,90 – 5,50 euro, secondo la marca.)
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Le emergenze, cont.
I governanti dei paesi ricchi hanno una testolina come quella di Franco Battaglia: non ci sta più di un’emergenza per volta. A ogni carestia, la FAO e il World Food Programme li supplicano di versare qualche decina di milioni anche sotto forma di aiuti in servizi e prodotti alimentari. Sì, certo, ma li promettono e poi non li versano. Passano i mesi, gli affamati aumentano e i soldi per sfamarli pure.
La siccità continua in Etiopia, Somalia, parte del Kenya, Burkina Faso, Mali, Niger e Mauritania. Due mesi fa, le locuste si son svegliate. Stanno divorando il poco che c’è prima della semina. Il 20 gennaio servivano $76 milioni subito. Sì, certo, aiutiamoli a casa loro prima che ci invadano.
L’altro ieri ne erano arrivati 16: 1 dagli Stati Uniti, 1 dal Belgio, 1 sotto forma di addetti e materiali per sterminare le locuste dall’Arabia Saudita; 3 dal fondo Onu per le emergenze e 10 dalla fondazione Gates.
Quanto alle locuste, quelle rimaste in Africa erano arrivate in Eritrea, Sud Sudan, Uganda e Tanzania e per la prima volta, in una provincia della R.C. del Congo. Quindi servono $138 milioni di cui 50 per l’Etiopia dove fanno fuori i miliardi di piantine che – nel caso fosse piovuto – dovevano creare foreste e salvarci dalla crisi climatica. E al contrario delle piantine, le locuste crescono e si moltiplicano.
Anche la testolina dei giornalisti mi sembra come quella di Battaglia – a parte Paolo Alfieri e colleghi dell’Avvenire che scrivono anche dell’emergenza a Idlib.
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L’arte della comunicazione a-scientifica
Se l’epidemia di covid-19 non ritarda le consegne, dal 10 marzo ci sarà un’epidemia di disinformazione nelle librerie. La virologia non è “la scienza”, molti coronavirus sono innocui o causano al massimo un raffreddore, nemmeno il Sars-Cov2 porta la peste (grazie a nome degli “appestati”), la Yersinia pestis è un batterio e in copertina manca il nome di Pier Luigi LoPalco.