Italian Connection

Il CICAP chiede a Repubblica se questa sia informazione. Infatti sembra una versione locale della direttiva di Xi Jinping che ordina di propagandare i miracoli della medicina tradizionale cinese. Per fortuna “l’esperto”, un agopuntore di Civitanova Marche, cita rimedi che non si vendono in Italia. Per sfortuna, davanti all’affermazione terrificante della giornalista

  • Un’altra formulazione che secondo la stampa cinese avrebbe dato risultati interessanti – si parla di 130 casi curati e oltre 200 rimasti in condizioni stabili su circa 700 trattati – è il Quinfei Padiutang, un decotto a base di piante che purifica il polmone ed elimina le tossine

evita di precisare che c’è una differenza tra virus e tossine e che 470 pazienti peggiorati e forse morti su 700 “trattati” dev’essere il peggior risultato ottenuto finora. Dice solo di non aver trovato “informazioni precise su una formulazione con questo nome” e si limita a raccomandare l’agopuntura e gli esercizi fisici che “rafforzano i polmoni” – senza precisare se come profilassi o come terapia.

La punta di un altro iceberg
I primi a rispettare l’ordine del Leader sono stati ricercatori cinesi fedeli alla linea del Partito dal quale dipende il loro lavoro. Così ogni anno escono centinaia e forse migliaia di pubblicazioni, falsificate o dilettantesche, sulla presunta efficacia di rimedi tradizionali. Da sola, la mitica Elisabeth Bik ne ha trovate centinaia, altri esempi da Leonid Schneider.

Le contraffazioni sono prodotte da gruppi specializzati nel macinare immagini e testi pre-esistenti, detti “paper mills”, cartiere. Non tutte riguardano la medicina tradizionale perché i gruppi si suddividono la materia prima e alcuni riciclano di preferenza immagini di Western blot, per esempio. Tutti alimentano riviste di editori spennapolli o meno, con la complicità di stranieri che si abbelliscono il curriculum con titoli di direttore, redattore o membro di comitati editoriali.

La cartiera cinese di un editore romano
Da For better science, il nettascienza Smut Clyde, assistito da Elisabeth Bik, Morty e Tiger BB8, ha scoperto “l’oscuro”

  • Verduci Editore di Mariella Verduci. Pubblica la European Review for Medical and Pharmacological Sciences (ERMPS), diretta da due professori di medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La maggior parte dei membri del comitato editoriale sono medici universitari italiani e di questi molti appartengono a quell’università 

La presentazione di Leonid mi pare un tantino riduttiva. Ne fanno parte personalità appartenenti a istituzioni più prestigiose di quella dei direttori Aldo Greco e Antonio Gasbarrini o dei loro tre assistenti-direttori. Per esempio

  • F. BANDELLO, MD, FEBO, Professor and Chairman, Department of Ophthalmology, University Vita-Salute, Scientific Institute San Raffaele 

e l’immancabile Camillo Ricordi,

  • Director, Cell Transplant Center and Diabetes Research Institute, University of Miami

di cui i lettori ricorderanno la fiducia nella truffa Stamina. La rivista recluta clienti stranieri con un sito in inglish,

  • un listino prezzi basato sulla lunghezza e per chi ha fretta, una fast-track da €1800 più IVA in su. L’editore avvisa che “Gli articoli accettati devono essere pagati prima della pubblicazione e non su 5 mesi, altrimenti sarà [sic] rimosso”. 

Il pagamento anticipato fa pensare che certi clienti abbiano usato indirizzi mail usa e getta, un’usanza diffusa in Cina, e siano diventati irreperibili dopo la rata iniziale. Nonostante la rivista non sia in open access – i pdf sono a pagamento sia per chi li legge che per chi li scrive* – una singola cartiera cinese ha comprato:

  • 54 pubblicazioni “interamente artificiali” sulle 69 identificate finora

nella sua produzione. La redazione usa davvero un software anti-plagio o l’ha scritto sul sito per scoraggiare i creduloni?
*Per chi è confinato in una zona rossa e non sa come passare il week-end, l’editoriale di medici napoletani sull’emergenza da SARS-Cov2 è gratuito. Per farsi un’idea del livello…
La “buona notizia” italiana è spiegata da Enrico Bucci meglio di come saprei fare io.

***

Rimando a domani l’O’s digest di Science, intanto se questo paper è corretto: la notizia è ottima.

4 commenti

  1. Mi preoccupa la ricezione mediatica dell’ipotesi formulata da Enrico Bucci sul suo blog.
    Rischia di fondersi con le castronerie propalate da quel tizio sedicente biologo che non nomino per non dargli neppure pubblicità involontaria, sul virus “padano”.
    Sul fatto che ci sia un cambiamento nella letalità non abbiamo alcuna evidenza, o mi sbaglio?
    Piuttosto, a che punto siamo sulla comprensione se c’è un cluster unico renano-padano?
    https://twitter.com/nextstrain/status/1234207319556313095

    1. Luigi Moccia,
      Al sedicente andrebbe messo il bavaglio. Gli anticorpi delle polmoniti nel Lodigiano corrispondono al virus che era stato identificato al Sacco confrontando le sequenze geniche con quelle di fine dicembre nel database GISAID. E queste erano state depositate dai virologi cinesi che l’avevano isolato a Wuhan, non in Padania.
      Sul fatto che ci sia un cambiamento nella letalità non abbiamo alcuna evidenza, o mi sbaglio?
      Solo locale e temporanea, da quello che ho visto. Dipende dalla % di popolazione vulnerabile, ospedali attrezzati o no, ricoveri in massa o scaglionati e altre variabili.
      Piuttosto, a che punto siamo sulla comprensione se c’è un cluster unico renano-padano?
      Buona domanda per chi fa modelli epidemiologici. Le rispondo da oca, ma non si fidi.
      E’ un cluster di 3 genomi, un albero filogenetico con un antenato che stava molto probabilmente in Lombardia prima del 15 gennaio
      Temporal resolution assumes a nucleotide substitution rate of 5 × 10^-4 subs per site per year
      rispetto ai campioni isolati a Wuhan in dicembre, su questo mi fido di Nextstrain.
      Mediamente il periodo di incubazione è di 2 settimane e 1,3 il tasso di infettività (R0). Con tutti i viaggiatori italiani e stranieri passati in Lombardia tra dicembre e gennaio, statisticamente mi sembra improbabile che sia l’unico.

    1. I dati sulla Corea non sono paragonabili secondo me. Il focolaio principale si era auto-proclamato tale violando il divieto dei raduni religiosi e i suoi 220 mila seguaci sono facili da rintracciare: i loro dati personali sono nei registri della setta.
      Prima del rischio per gli ingressi dall’Italia, in Germania c’era stato un solo caso e i suoi contatti erano stati subito identificati. Se non ricordo male, uno è stato per un paio di giorni in ospedale, poi mandato in quarantena a casa sua come i suoi possibili co-infetti e nessuno di loro si è ammalato.

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