I nativi di San Pietro

Fra i regali anonimi e immeritati, ricevo il Giornale di Astronomia e rimango sempre incantata dagli articoli storici. Nell’ultimo numero, Giovanni Paltrinieri racconta il passaggio a fine Settecento dall’orologio italiano a quello francese. Quante polemiche tra quadranti e meridiane!
D’altronde la novità d’oltralpe cambiava la percezione del tempo: divideva la giornata in due metà come se fossero vissute allo stesso modo. Lo smarrimento sarà stato peggiore di quello che proviamo da quando dobbiamo star a casa e farci gli orari nostri…

All’Accademia degli Immobili, il 28 febbraio 1783 Giulio Cordara de’ Conti di Calamandara “recita” un discorso – citato a lungo, mi spiace mutilarlo – contro l’orologio Oltramontano con soltanto 12 ore indicate sul quadrante. Invece i patrii quadranti e i rintocchi delle campane segnano il tempo “naturale” del lavoro umano:

  • Noi cominciano a contare le ore dal tramontare del Sole, e tutte le 24 contiamo seguitamente ad una ad una, sino a che il Sole torna a tramontare di nuovo. […] Insomma, io stabilisco per base fondamentale, che come tutte le azioni della vita devono aver riguardo alla morte, così tutte le operazioni del giorno devono aver riguardo alla notte. Infatti, come colla morte finiscono le azioni tutte della vita, così colla notte finiscono tutte le operazioni del giorno.

Il Vaticano esecra la moda Oltramontana. All’inizio dell’Ottocento, in cima alla facciata di San Pietro (a destra) fa erigere un orologio solare, con una sola lancetta, che “mostra il Tempo consacrato a Dio”.
In un libro uscito nel 1889, Margaret Scott Gatty scrive che

  • Esso indica le ore dalle 10 alle 22, seguendo l’antico metodo italiano in cui le ore 24 sono contate dal momento dell’Ave Maria, mezz’ora dopo il tramonto.

Suo marito era il reverendo di Saint Mary a Ecclesfield, le sarà sembrato appropriato. Un po’ meno quello che c’è dietro:

  • Il tetto di San Pietro costituisce un villaggio. Ci sono punti vendita, ripostigli, capanni per animali domestici, una fucina per i lavori di carpenteria, stanze da bagno, forni. Per molte famiglie questa è la loro zona nativa. Gli operai di San Pietro, chiamati Sanpietrini, succedono l’un l’altro da padre in figlio, formano una specie di tribù. I nativi di questa terrazza hanno leggi e costumi propri, e in aggiunta hanno anche questo loro speciale Orologio, in cui le ore sono segnate in numeri romani.