Basta pagare

“Il governo cinese promuove pesantemente rimedi tradizionali come trattamenti per la covid-19… sono perfino mandati sotto forma di aiuti internazionali in vari paesi, compresi l’Iran e l’Italia,” scrive David Cyranoski su Nature.

“Aiuti” in meno, altri governi fanno altrettanto. Cita l’idrossiclorochina prescritta da Trump e il decotto di artemisia prescritto da Andry Rajoelina, presidente del Madagascar:

  • Ma quei proclami sono stati criticati dagli scienziati del loro paese. In Cina invece, non si sentono critiche della medicina tradizionale. Ha un giro d’affari di miliardi di dollari all’anno e riceve un sostegno aggressivo dal governo.

Il governo cinese finanzia non soltanto l’industria, le sue esportazioni, docenti in università straniere perché ne insegnino fantasie anatomiche e biologiche, ma anche migliaia di ricercatori che pubblicano risultati falsificati nelle riviste scientifiche, spesso pagando editori occidentali.

Cyranoski ricorda che il 22 febbraio l’Oms aveva comunicato che i rimedi erboristici tradizionali non erano efficaci e che ha ritrattato tutto. Aggiungo solo che in aprile la Cina ha aumentato di $30 milioni il suo contributo all’Oms. Ne è risultato il comunicato dell’altro ieri, un capolavoro di accomodamento, per dirla con Matteo Ricci e gli altri missionari gesuiti: riconosce implicitamente la stessa validità ai dati contraffatti e a quelli autentici.

Nel frattempo Trump ha tagliato il contributo degli USA e il finanziamento di Eco-Health Alliance per le ricerche sino-statunitensi sulle zoonosi perché il Sars Cov-2 sarebbe stato rilasciato dal lab di virologia di Wuhan – vent’anni prima di essere isolato… Tanto per dimostrarsi altrettanto tossico, il governo cinese ha rifiutato di invitare specialisti dell’Oms a partecipare a quelle sull’origine del Sars Cov-2.

Il prezzo lo paghiamo tutti.

*

Se non sapete chi è la ciarlatana anti-vax Judy Mikovits, Orac ne racconta la storia in occasione dell’uscita del film agiografico “PlanDemic”.

*

A.D.R.

Conoscenti occasionali e amiche mi chiedono cosa penso degli opinionisti che nei giornali opinano sui danni economici evitabili causati dal lockdown. Facile: li trovo dilettanteschi, prematuri, cinici, esasperanti…

Mi sembra che nei media europei e anglofoni si sia scatenata la stessa rissa fra incompetenti sull’incompetenza del governo. Con o senza lockdown, avrebbe affondato l’economia nazionale pur di salvare dei vecchietti improduttivi.

Penso male dei modelli economici, ma hanno una logica, è descritta nella rassegna della Banca d’Italia (pp. 1-4). Almeno gli economisti hanno presente alcuni particolari: la globalizzazione del virus, degli scambi commerciali e la bilancia dei pagamenti, il debito pubblico e chi lo finanzia, il peso dei vari settori, il tasso di occupazione, di risparmio, di fiducia nelle istituzioni ecc.

Per ora i modelli su costi e benefici del lockdown e delle sue varie misure, sul calo del prodotto interno o mondiale lordo, sul futuro dei mercati finanziari o sui tempi della ripresa mi sembrano via via più pessimisti. Non solo quelli usati dall’Economist per stimare che la contrazione mondiale sarà del 10%, anche quelli gratis che ho adocchiato dicono che i paesi poveri e – in tutto il mondo – i poveri, le donne e i giovani senza formazione sono e saranno penalizzati per anni.

Le 15 proposte del Forum sulle disuguaglianze e le diversità sono imperfette, discutibili e vanno sicuramente migliorate, ma almeno ne tengono conto.