Grand Est

Su Science, ricercatori dell’Institut Pasteur et al. stimano che il 4,4% dei francesi siano stati contagiati dal Sars Cov-2, come altrove insomma. La sorpresa è la figura 1 che mostra una concentrazione di ricoveri per covid-19 grave e di decessi nel Gran Est – il nord-est in realtà: Alsazia, Lorena e Champagne – e nell’Ile de France, cioè Parigi e dintorni.
La metà ovest della Francia sembra un altro mondo…

Molto più a est, il Vietnam e lo stato indiano del Kerala sono i due modelli di contenimento più studiati per capire i motivi di un successo che nessun paese ricco, nemmeno la Nuova Zelanda, è riuscito a eguagliare. Il Vietnam è diventato un esportatore di dispositivi di protezione (e di riso), e il Kerala si sta preparando a rimpatriare “in sicurezza” 300 mila emigrati, in maggioranza dai paesi del Golfo.

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Dalla conferenza stampa dell’Oms ieri è emerso più chiaramente che nel situation report, un consenso degli epidemiologi teorici e “sul campo“; il Sars Cov-2 continuerà a circolare fino a una campagna coordinata di vaccinazioni di massa. Nel modello (iniziale) di Marc Lipsitch et al. un’immunità di gregge naturale era molto improbabile prima del 2025. Per ora le stime della popolazione contagiata nei vari paesi sembrano confermare la previsione.

(Lipsitch ha scritto un bell’articolo – secondo me – sulla differenza tra epidemiologia e medicina basata sull’evidenza di trial clinici e meta-analisi.)

Invece la mia previsione su un ripensamento degli antivax era proprio sbagliata, stando a Neil Johnson et al. che hanno studiato il “campo di battaglia” (FaceBook in inglese) e pubblicano i risultati su Nature.

Nel commento di Philip Ball, alcuni ricercatori sono preoccupati dalla corsa spericolata a un vaccino contro il Sars Cov-2, una corsa chiamata addirittura “Warp Speed” dal governo Trump. Se e quando ci sarà, bisognerà trovare il “messaggio” più convincente, ma sarà difficile farlo accettare se ci sono già meno infezioni, dice Heidi Larson che dirige il Vaccine Confidence Project:

  • La gente cambierà idea se il governo dice che con il vaccino può andare a lavorare.

Il messaggio calerebbe dall’alto, servirebbe dove la gente non ha fiducia nel proprio governo e per di più sarebbe ricattatorio, peggio di così…

Su Science, Heidi Larson sembra dire il contrario. Fa notare a Meredith Wadham che nello studio, mentre i gruppi pro-vaccino (i punti blu) ripetono tutti lo stesso messaggio senza riuscire a convincere gli indecisi (verdi)

  • i gruppi anti-vaccino [rossi] comprendono numerosi gruppi più piccoli che discutono un’ampia gamma di temi riguardanti la salute e la sicurezza. Questo li rende capaci di rispondere a preoccupazioni diverse e fa sì che le persone indecise si sentano ascoltate. “E’ come se la comunità della sanità pubblica avesse ancora il vecchio modello IBM e non l’approccio da start-up di Silicon Valley… I rossi l’hanno capito.”

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Queen Elisabeth and her knights

Su Nature l’articolo da non perdere è il ritratto della mitica Elisabeth Bik fatto da Helen Shen, come dicevo ieri, elogiata da Enrico Bucci tra molti altri. A proposito di una sua operazione “su grande scala”, vengono citati anche i suoi fedeli scudieri

  • Altri detective di immagini hanno lavorato per segnalare e comparare i paper, compresi gli investigatori con lo pseudonimo @mortenoxe, @TigerBB8 e @SmutClyde che in gennaio hanno pubblicato un elenco di paper sul blog del giornalista scientifico Leonid Schneider.

I suoi quattro moschettieri insomma…

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Oggi Leonid d’Artagnan passa in rassegna alcune delle ciarlatanerie spacciate come cure o profilassi per la covid-19 da ricercatori che hanno fatto carriera con falsificazioni – alcune documentate “dall’investigatore con lo pseudonimo Clare Francis” – mai ritrattate dalle riviste e che le università hanno rifiutato di prendere in considerazione:

  • Actually, no, this is not funny.

A chi lo dici, guascone!

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Tra altre notizie sull’affidabilità o meno di tamponi e test, il mese scorso il governo italiano ha scelto il test della Abbott, certificato pochi giorni fa dalla FD&A. Sembra molto più preciso di quelli della concorrenza, ma è stato convalidato solo su 1000 campioni.
Ai primi di marzo, la Casa Bianca aveva scelto di usare il tampone della Abbott che ora risultare dare dal 33 al 48% di falsi negativi. Almeno il personale, i politici repubblicani, i lobbisti e gli industriali in visita erano convinti che il virus era poco contagioso e il paese non doveva neanche frenare.

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