Peso massimo (per ora)

Da un po’ non leggevo notizie delle collaborazioni Ligo e Virgo, a parte le voci di una ventina di allerte per (forse) onde gravitazionali arrivate dagli USA e da Pisa durante il lockdown, i cui segnali vanno ancora studiati. Poi ieri su Phys. Rev. Letters – pdf gratis da arXiv – e Astrophysical Journal Letters hanno pubblicato l’analisi dell’onda gravitazionale rilevata il 21 maggio 2019 (GW190521).

Deducono che arrivi dalla fusione, circa 7 miliardi di anni fa, di due buchi neri con rispettivamente 65 e 85 volte la massa del Sole i quali, sommandosi, hanno prodotto un buco nero con la massa di 142 Soli e 8 di resto nel margine d’errore.

C’è una certa agitazione perché in teoria non dovrebbero esistere buchi neri con masse tra 50 e 130 Soli e beccarne due in una volta sembra un po’ esagerato, scriveva pochi giorni fa Natalie Wochover su Quanta. Di allerte ne ha contate 22, è sicuramente più affidabile lei.
Rif. anche BBC

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Nature ha scelto di dedicare la copertina al paper di Evan Fricke, un ricercatore del SESYNC – università del Maryland – e Jens-Christian Svenning, il direttore di Biochange – univ. di Aarhus. Peso massimo anche questo, per via dei dati e della potenza di calcolo. Hanno utilizzato 24.455 “accoppiamenti unici” – interazioni esclusive – tra 1.631 mammiferi e uccelli frugivori e 3.208 specie di piante fruttifere, e la dispersione dei semi delle seconde in 410 reti di ecosistemi, per valutare l’impatto delle specie introdotte dagli esseri umani – volontariamente o meno – sulla biodiversità nelle varie zone geografiche.

Eccezioni come le Hawaii a parte dove gli animali “stranieri” hanno sostituito quelli estinti a vantaggio delle piante locali, l’impatto è negativo. Gli ambienti naturali diventano più omogenei perché le specie introdotte la fanno da padrone:

  • The prevalence of introduced interactions is directly related to human environmental modifications and is accelerating, having increased sevenfold over the past 75 years. These dynamics alter the coevolutionary environments that mutualists experience, and we find that introduced species disproportionately interact with other introduced species.

Così l’ecosistema diventa più vulnerabile – come per l’agricoltura.

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Leditoriale collega Black Lives Matter allo sfruttamento delle cellule HeLa onnipresenti nella ricerca biomed. Discendono da quelle del tumore che uccise Henrietta Lacks prelevate per analisi nell’ospedale di Boston dov’era ricoverata, date a ricercatori senza il suo consenso. Nel 1951 non si usava chiederlo, men che meno se il/la paziente era ner* e pover*

  • But the story of Henrietta Lacks also illustrates the racial inequities that are embedded in the US research and health-care systems. Lacks was a Black woman. The hospital where her cells were collected was one of only a few that provided medical care to Black people. None of the biotechnology or other companies that profited from her cells passed any money back to her family.

Però il seguito non sarebbe successo a un’americana bianca.

  • And, for decades after her death, doctors and scientists repeatedly failed to ask her family for consent as they revealed Lacks’s name publicly, gave her medical records to the media, and even published her cells’ genome online. (Following an outcry, the genome was soon removed.)

La sua storia e quella dei suoi discendenti, vittime di truffatori e avvocati predoni, è stata raccontata da Rebecca Skloot in un libro emozionante (Adelphi).