Venerdì delle ceneri e per il clima

Solito sondaggio casalingo tra l’altro ieri e oggi al mercato, al supermercato, dal parrucchiere, al bar sotto casa, dalla formaggiaia non più perché entriamo uno per volta. Tutti (n = 26 se non ho sbagliato il conto) hanno visto immagini dei cieli rossi in California; 7 anche quelle di incendi “fino al Canada” di cui tre citano l’Oregon e il Washington; 0 nel Pantanal, in Cile, in Argentina e altrove in America Latina.

Un conoscente di Berkeley, per ora al sicuro, commenta “it’s the North-South divide”.
Non proprio, perché ci ricordiamo quasi tutti, penso, che per nove mesi l’anno scorso bruciava mezz’Australia, e quest’anno gli incendi sono iniziati d’inverno in Siberia. “Non si fermano più.” “E’ come la pandemia” (al supermercato). Forse l’analogia è dovuta al fatto che nel quartiere molti hanno parenti e amici negli USA. Non si fermano neppure tifoni, uragani e alluvioni.

Circa il 50% dei sondati si fermano invece a discuterne, preoccupati e sicuri che gli eventi estremi aumentino per colpa dei cambiamenti climatici. Anche se li ha convinti il movimento dei ragazzini, per un po’ mi attribuisco il merito lo stesso…

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O’digest
Alcuni anni fa divertendosi come un bambino, Roald Hoffmann torturava l’idrogeno in un’incudine a diamanti a pressioni sempre più mostruose finché perfino i diamanti si spaccavano. Ormai è in pensione totale pure lui, ma legge Nature e gli piacerà sicuramente  il paper “Evidence for supercritical behaviour of high-pressure liquid hydrogen“.

Gli autori – coordinati dal giovane e bravo Michele Ceriotti – usano la parola “polimorfismo”, come lui, e la pensano come il suo collega torturatore, il fisico Neil Ashcroft. Concludono che la loro simulazione

  • suggerisce una transizione graduale tra strati isolanti e metallici nei pianeti gassosi giganti, e riconcilia le discrepanze esistenti tra i vari esperimenti come una manifestazione di un comportamento supercritico.

Complimenti a tutti e auguri, i miei due amici emeriti ne sarebbero felici. Ma i racconti di Hoffmann mi fanno dubitare che basti a riconciliare le discrepanze e ad accontentare gli astronomi. Com. stampa del Politecnico di Losanna.

Sempre su NatureDiana Kwon recensisce il preprint di Mikael Laakso et al. “Open is not forever: a study of vanished open access journals”. Hanno scoperto che 176 riviste scientifiche (“scholarly”) in open access sono scomparse dalla rete tra il 2000 e il 2019, quasi tutte entro cinque anni dalla fine delle pubblicazioni, la punta dell’iceberg probabilmente. Tra l’altro segnalano che il problema riguarda anche le riviste in rete accessibili solo su abbonamento.

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Lo speciale di Science  – in open access con un’ottima introduzione di Elizabeth Pennisi – è sulla “variazione genetica” – la loro espressione, o “trascrittoma” – non fra le persone, ma fra i tessuti di una singola persona sana, mappata dal consorzio Genotype-Tissue Expression (GTEx), un progetto del National Institute of Health statunitense, che ha appena compiuto la terza fase della sua missione.

Raccomando “L’impatto del sesso sulla variazione genica nei vari tessuti“. Di solito la variazione è evidente a occhio nudo, però nell’organismo è decisamente modesta:

  • circa il 37% dei geni mostrano un bias sessuale in almeno un tessuto, ma nell’insieme con effetti sessuali piccoli (median FC = 1.04).

C’è anche una parte sulle patologie,  non la raccomando a lettori e lettrici che soffrono di ipocondria…

Antropocene silente

Un mega gruppo internazionale di sismologi, geologi e geografi ha confrontato i segnali arrivati dai sismografi in giro per il mondo durante la pandemia con quelli registrati in passato. Così hanno potuto quantificare il rumore di fondo aggiunto dalla nostra mobilità e da altre attività al “rumore naturale” della crosta terrestre quando non siamo chiusi in casa.

A fine marzo è iniziato il periodo “della grande quiete” sismica, scrivono,

  • la riduzione del rumore sismico antropogenico globale più lunga e marcata che sia mai stata registrata. […] Le osservazioni sismiche dell’attività umana durante i lockdown del COVID-19 ci hanno consentito di valutare l’impatto degli interventi di mitigazione sulla vita quotidiana, in particolare il tempo per stabilire i lockdown e uscirne.

Non si occupano dell’Italia, ma se vi incuriosisce lo fanno due paper in bibliografia, quello di Piero Poli et al. è in open access.

Per me sarebbe il paper della settimana sennonché c’è concorrenza.

Nelle carote di foraminiferi, si possono leggere i cambiamenti del clima dovuti alla forzante dei cicli orbitali per… 66 milioni di anni. Almeno Thomas Westerhold e altri 23 paleoclimatologi ci hanno provato. Hanno identificato

  • Quattro stati climatici—Hothouse, Warmhouse, Coolhouse, Icehouse—in base alla loro risposta specifica alla forzante astronomica, una risposta che dipende dalle concentrazioni di gas serra e dal volume delle calotte glaciali polari.

Chapeau. Noi sapiens, si stava nella ghiacciaia poi s’è fatta la rivoluzione industriale.

10 commenti

    1. Ciao Michael, tutto bene?
      E’ un medico molto alternativo. Ne ho parlato più volte anche perché parecchi dei suoi capolavori in genetica umana sono usciti sull’International Journal of Geometric Methods in Modern Physics e non riesco a capire come siano riusciti a superare la peer-review.
      Per quella di altre riviste, guarda gli ultimi commenti qui sotto.

  1. Pare abbiano trovato la fosfina nell’atmosfera di Venere, potrebbe significare o qualche forma di vita o qualche reazione chimica a noi sconosciuta che deve preodurla in continuazione poiché viene distrutta dagli ultravioletti.

  2. Capisco bene che di fronte alla scoperta della fosfina nell’atmosfera di Venere, all’Antropocene silente in periodo di lockdown, ai ballardiani cieli rossi simil-Blade Runner 2049*, alla storia climatica post-estinzione K-Pg indotta dalla forzante dei cicli orbitali con feedback annessi e connessi, quello che ti segnalo sembra robetta da educande. E tuttavia, getta un’occhiata qui:
    https://virologyj.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12985-020-01401-2
    Il medicinale a base di erbe contiene il principio attivo ottenuto dall’echinacea rossa e viene venduto da un’azienda di medicina naturale svizzera (è/era disponibile in farmacia in forma di compresse o gocce in un flacone da 50 ml al prezzo di circa 13 euro senza prescrizione medica). La sua efficacia è stata rilevata in vitro su cellule umane provenienti dalle vie respiratorie superiori: i dati mostrano che il prodotto sarebbe in grado di inattivare i virus Sars-CoV-2. Resta comunque da vedere come l’effetto possa riprodursi a livello fisiologico.
    Oggi mi sono recato in farmacia qui in Svizzera per mera e morbosa curiosità (lo ammetto). A parte la prevedibile coda (20 minuti buoni di attesa), varcata la soglia “ho visto cosa che voi umani non potreste immaginare….” (per tornare a B.R., il primo, quello “vero”): clienti che litigavano e si strappavano il preparato di mano, e questo era solo il lato “più civile” della calca. Pare che un’intera partita di centinaia di flaconi sia stato ordinato dal Potus in persona…Il bello è che devo avere ancora in casa un flacone oramai scaduto da un paio di anni, magari lo vendo al mercato nero 😉
    Anni fa lo avevo iniziato a prendere come cura preventiva per raffreddori autunnali. E puntualmente, un paio di settimane dopo aver iniziato la cura, mi son beccato un potente raffreddore. Tsk tsk tsk.
    Per tornare seri: come tutti sanno tranne i professionisti della divulgazione di news da click e like, si tratta dell’ennesimo studio preliminare, in vitro, e tra l’altro, fra gli autori ci sono anche collaboratori della ditta che produce il medicamento. Comme d’habitude, bisognerà fare un’attenta valutazione dell’effettiva validità di questi risultati preliminari. I risultati in vitro possono essere promettenti ma vanno assolutamente verificati tramiti studi clinici sull’essere umano, idealmente controllati con un placebo, per poter trarre conclusioni sulla su effettiva efficacia.
    *A proposito di cieli: oggi pomeriggio sulla Jungfraujoch rintracciate PM2.5 con una concentrazione di 8 microgrammi per metro cubo. L’origine è palese: gli incendi californiani, le cui particelle di fumo sono arrivate sui cieli europei (hai visto i cieli britannici gialli di ieri mattina, per es. a Shepperton, dove viveva Ballard? nei prossimi giorni il giallo/arancione potrebbe essere visibile all’alba e al tramonto anche da noi) trasportate dal jet stream – in questo periodo particolarmente teso e zonale – per oltre 8000 km e con poca diluizione, il che non è molto comune. La nuvola di particelle si trovava ieri ad un’altezza di 5000 metri, mentre oggi è scesa a circa 3500 metri e secondo le previsioni dovrebbe abbassarsi ancora a 1500 metri domani e in pianura mercoledì. Per fortuna usiamo già le mascherine, direi…
    Quasi quasi viene fuori un post dal titolo “Blade Runner 2020″…

  3. Comunque, per 1/3 del prezzo, ti consiglio un buon gin. Magari, fra i botanicals segreti, c’è pure l’echinacea rossa. A quanto ne so, stimola altrettanto bene le difese immunitarie, ma costa meno ed è migliore come gusto.

    1. zoomx,
      grazie della segnalazione, ne parlo nel post di oggi, è un paper in open access, tutto sotto le righe, fanno il massimo per trovare errori, contaminazioni – proprio bello.

      steph,
      che racconti straordinari, non solo la rissa nella “civile” conf elvetica, pure le polveri nel cielo di Blader Runner che ti arrivano sull’uscio.
      ennesimo studio preliminare, in vitro,
      Ussignùr, un’altra réclame per una roba naturale quindi miracolosa…

      maresciallo stefano,
      altra proiezione deprimente, sigh… cmq è interessante, volevo leggere la ricerca di cui parla l’articolo, ma non ho fatto in tempo.

  4. I ringraziamenti vanno a Paolo Attivissimo il quale voleva mostrare un’esempio del fatto che gli scienziati le grosse scoperte non sono neanche in gradi di nasconderle per pochi giorni in quanto c’era un embargo per il lancio della notizia alle 17 del 14.
    Alla fine tra i commenti e tra chi ha rimesso in circolazione la notizia che era sfuggita qualche giorno prima e poi cancellata la cosa è saltata fuori.
    Ed è interessante anche se ci potrebbe essere la spiegazione di un’origine geologica a noi sconosciuta. Io spero nella biologica.
    Aggiungo che oltre alla diminuzione del rumore sismico si è anche registrata una diminuzione del rumore elettromagnetico e probabilmente anche di altri tipi di segnali. Ne parlano nel blog INGV ad esempio.

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