FuF: calore anomalo nel vuoto esotico

For better science pubblica un secondo articolo sulla FuF appena uscita dal letargo grazie a quasi 10 milioni di euro, versati da noi contribuenti ai suoi araldi, tramite la Commissione Europea. Oggi dopo una breve introduzione di Leonid Schneider, Smut Clyde ritrae con un entusiasmo debordante nei commenti alcuni protagonisti di successi, fantascientifici ed economici, raggiunti in 30 anni.

Nel cast i lettori dell’oca troveranno i nuovi Galileo-Marconi-ecc. del Bel Paese, tra i quali torreggia l’inventore di un “Hardonic Reactor” noto in patria come “il genio di Capracotta“.

L’oca pregherebbe Smut C. di correggere il refuso se fosse una vera signora e non ricordasse da un lato il consorzio di Benevento che nel 2010 ha acquisito per 1,1 milione più IVA un reattore a “hardons” mai entrato in funzione da allora. E dall’altro che due anni fa la Commissione Europea ne ha regalato uno da 6 milioni a una joint-venture tedesca del genio di Capracotta e della Florida.

I lettori dell’oca scopriranno anche altre sigle con le quali la FuF è stata ribattezzata e il senso – se così si può dire – del titolo di questo post. La speranza è che termini meno discreditati di “fusione fredda” diano una parvenza di plausibilità a ipotetiche cause di anomalie misurate à la Andrea Rossi.

I ritratti di Smut Clyde fanno ridere, ma sospetto che la sua intenzione sia seria – per favore non s’offenda – perché illustrano il metodo (a)scientifico dei FuFisti:

  • Un’anomalia singola ma coerente può contare molto anche se le teorie a contorno sono contraddittorie e incoerenti; vice versa un nuovo paradigma della fisica può contare molto anche se spiega osservazioni frammentarie e inaffidabili… ma c’è bisogno dell’una o dell’altro