Il citizen hacking è stato fulmineo. Sabato, quando Amazon ha annunciato che da oggi avrebbe chiuso Parler, donk_enby (she/her) ha organizzato su Twitter il salvataggio e l’archivio di un milione e rotti di video, foto e commenti nei giorni precedenti e successivi all’assalto al Campidoglio.
Circa 80 terabyte… Da sola non ce la faceva (la aiutavano un paio di prof, ma mi ha fatto venir in mente Lisbeth Salander lo stesso, da qui il titolo del post).
In breve – coriggetemi se sbalio – ha identificato una breccia nella funzione “reset password”, creato un account da amministratore, scritto il codice che ha moltiplicato questi account, e volontari che non facevano parte di Archive team li hanno usati per partecipare allo scarico.
L’intero contenuto di Parler salvato da Archive Team, all’università di Stanford e altre sarà messo su Internet Archive (ripulito dai metadati). Almeno storici, sociologi, antropologi ecc. non protesteranno che la documentazione è sparita.
L’uso della breccia potrebbe essere illegale. La giovane ricercatrice sta in Austria e nella UE le piattaforme sono responsabili della propria sicurezza e della privacy degli utenti. Non so cosa dicono le leggi europee o austriache nel caso di un hacking internazionale “a fin di bene”.
Per quando riguarda il copyright, salvare documenti resi pubblici dagli autori di per sé non è un reato. Se non lo hanno fatto loro, semmai ne garantisce la proprietà oltre alla libertà di espressione. Gli inquirenti hanno accesso a Internet Archive come tutti i cittadini, certo, e non vedo chi potrebbe privarli di questo diritto.
Dall’articolo di Gizmodo
- Parler investor Dan Bongino, a Fox News commentator and former NYPD police officer, said in a Parler post on Saturday — shared on Twitter by BuzzFeed reporter John Paczkowski — that the company was “not done with Apple and Google” and encouraged users to “Stay tuned to hear what’s coming.” One user replied: “It would be a pity if someone with explosives training were to pay a visit to some AWS Data Centers – the location of which are public knowledge.”
Al che ieri il presidente di Parler si è indignato su Fox News perché Big Tech voleva affossare la sua azienda e violava il Primo emendamento (che non c’entra nulla), e annunciato che con un po’ di finanziamenti avrebbe creato un social che noi umani ecc…
Don Bongino, un ex poliziotto regolarmente trombato alle elezioni, fa da portavoce di Trump, o meglio di Dan Scavino che ne scriveva i testi (quelli senza errori) e quando Trump era sospeso temporaneamente, li postava sul proprio account Twitter.
Agg. 12/01 – c’era anche un articolo su Ars Tecnica, altre info nei commenti.