Attualità del "Bologna leak"

Nel marzo 2020 invitavo a leggere un articolo di For better science che rivelava come l’università di Bologna avesse garantito l’integrità scientifica di esperimenti sui topi di Elisabetta Ciani et al. Nel 2016 erano stati segnalati alle autorità accademiche da quattro suoi coautori nonché ricercatori del suo laboratorio, tre dei quali si erano poi rimangiato tutto prima di lasciare l’università.
Per decisione delle suddette autorità, il rapporto preliminare e quello conclusivo dell’indagine – svolta da una Commissione apposita con conflitti d’interesse, un classico – dovevano restare segreti. Solito alibi: bisognava rispettare la legge sulla privacy. Come se nelle pubblicazioni scientifiche gli autori raccontassero fatti personali…
Così il rettore Francesco Ubertini aveva potuto mentire sulle conclusioni dei rapporti a Telethon e altre fondazioni, e il lab della prof. Ciani riceveva nuovi finanziamenti.
I rapporti erano arrivati a Leonid Schneider insieme all’articolo della whistle-blower rimasta a Bologna nonostante le ritorsioni e le diffamazioni. E prima ancora a Lucio Picci, professore di economia a UniBo, che nel 2018 aveva chiesto chiarimenti al rettore. Due prorettori gli avevano risposto che un solo esperimento era risultato avere “debolezze”. Siccome la prof. Ciani lo aveva rifatto e ottenuto “l’esito atteso”, era tutto a posto.
Mentivano come il rettore Ubertini, tant’è che due articoli sono stati ritrattati e quattro corretti da riviste serie, mentre la direttrice di Human Molecular Genetics ha preferito prendersela con la whistle-blower e ha rifiutato di toglierne il nome dal paper falsificato.
Su invito di due colleghi del Dip. di scienze economiche, il 20 gennaio scorso Lucio ha ricostruito – con la nota pignoleria – l’iter accademico dell’insabbiamento in una lezione per i dottorandi intitolata

Parte dall’attualità, dai “livelli elevati di sfiducia nei confronti dei vaccini anti Covid” rilevati dal Pew e altri centri di ricerca. Certo, c’è parecchia ignoranza della scienza e dei suoi metodi,

  • Ma mi permetto di ricordarvi che noi siamo economisti, e se pur con varie sfumature, adottiamo una qualche incarnazione dell’approccio delle “scelte razionali”, basata sull’idea di fondo che gli esseri umani certo commettono errori di vario genere, ma non sono sistematicamente stupidi. […] Il problema della fiducia è reale e serio, e se in certe occasioni è meglio dubitare della scienza (o pseudo-scienza)  è anche perché le frodi scientifiche di vario genere non sono infrequenti.

In realtà, il tema della lezione è “La fiducia è una cosa seria” (Galbani – stando a Google). Viene tradita lungo tutta la filiera: fabbricazioni, falsificazioni e plagi commessi da ricercatori “ladri di reputazione”, riviste scientifiche restie a ritrattare; pervasività dei conflitti d’interesse ecc.
La storia del “Bologna leak” è esemplare perché la “risposta istituzionale” è uguale a quella data in tutto il mondo con rarissime eccezioni. Il codice etico e il regolamento dell’ateneo sembrano rispettati – una commissione produce un rapporto che assolve o (quasi mai) chiede una sanzione – ma è solo un’ipotesi ottimista finché l’esito delle indagini non viene pubblicato.

  • La giustizia per essere tale non può essere segreta.

Gli accademici sono liberi di rivelare le sue distorsioni:

  • nel Decreto Presidente Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, […] all’Art. 8 dichiara che “i professori ordinari sono inamovibili e non sono tenuti a prestare giuramento”. E’ anche grazie a questa protezione costituzionale che io, oggi, mi sono sentito libero di rivolgere un’aspra critica alla persona che è al vertice dell’Università presso la quale lavoro.  

Libero di scegliere l’integrità personale e di pretendere un po’ di integrità istituzionale. Di quest’ultima, scrive Lucio alla fine,

  • può sembrare che abbia parlato male, ma vi ho anche mostrato che, con tutti i suoi possibili difetti, l’Università di Bologna è un luogo di grande libertà per tutti.

A condizione che tutto resti tra il professore ordinario e gli studenti on-line quella mattina?

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Il 99% dei cronisti è amovibile e gode del diritto di critica solo se l’editore ne paga le spese legali. “Con tutti i suoi difetti”, il mio lo fa o non potrei citare la lezione di Lucio o dire che la ricerca di UniBo sulla spermidina che limiterebbe la mortalità da Covid-19 pare una marchetta per un integratore alimentare.

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Che carini: