Alzato il livello dello scontro

Al CERN, “dopo le eccellenti prestazioni dell’LHC nel 2010 e 2011”,  hanno deciso di far passare l’energia del fascio da 3,5 a 4 TeV che in totale fanno 8 TeV con una luminosità fino a 20 femtobarn (aggiunta: *inversi*, precisa Marco, vedi commento. Da dividere per due, ma i cinque raggiunti da ATLAS a me sembravano già tanti).

Dettagli da Marco che incrocia le dita e siete tutti pregati di fare altrettanto fino a ordine contrario.

Sui PNAS, Thomas Near e altri nove biologi vanno all’attacco dell’Asse bigoilo-creazionista con una ricerca sull’evoluzione delle glicoproteine antigelo nei Notothenioidei dell’Antartide, che corregge la cronologia degli ultimi 42 milioni di anni grazie a dati genetici e climatici. Sono i più abbondanti in zona, e l’alimento di base di varie specie di pinguini, balene, foche ecc.

Visto il tempo che ci hanno messo, i pesci, a dotarsi di antigelo, sulla loro capacità di acquisire proteine da stress termico prima di finire lessati dal riscaldamento in corso, la prognosi di Near et al. è molto riservata.

Alzato anche il livello dell’acqua
Sempre sui PNAS, esce The Water Footprint of Humanity di Arjien Hoekstra e Mesfin Mekonnen. Raccomandato alle Ong, tanto più che Hoekstra lo pubblica in open access, come molte altre sue ricerche. Calcolano l’impronta idrica in volume per i diversi paesi, suddividendo l’acqua incorporata nei prodotti consumati i in piovana (verde), da falde o di superficie (blu) e inquinata (grigia).

Nel periodo 1996–2005 l’impronta idrica globale è stata in media di 9.087 Giga m3 all’anno (verde 74%, blu 11%, grigia 15%). La produzione agricola contribuisce per il 92%

…cidenti! Credevo che contribuisse per il 70%

Circa un quinto è andato in prodotti da esportazione. Nel commercio dei prodotti agricoli e industriali, il volume totale del flusso mondiale di acqua “virtuale” era di 2.320 Gm3/anno (verde 68%, blu 13%, grigia 19%).

Prima i prodotti a base di cereali (27%), seguiti dalla carne (22%) e dai latticini (7%).

L’impronta idrica del consumatore medio globale era di 1.385 m3/anno.

Come al solito. un americano medio consumava 2.842 m3/anno, un cinese 1.071 e un indiano 1.089. La figura a pagina 4 del paper mappa i flussi.
PNAS_fig2_water_map

Che il Messico, l’Algeria e il Medioriente siano importatori netti d’acqua, si capisce. Ma l’Europa occidentale ne ha in abbondanza eppure la importa; l’Australia no, eppure la esporta.

Gli autori scrivono che i dati sul consumo per paese per categoria di prodotti sono incerti (figura 3 del paper). Non possono rintracciare ogni elemento di ogni prodotto, e magari qualche componente fatta in un paese viene modificata in un altro, mescolata con un’altra in un terzo, impacchettata in una confezione proveniente da un quarto ecc. Mentre i dati globali sono più affidabili.

Particolari sulla metodologia da Water Footprint.