Copycats


Fonte
La National Science Foundation sta indagando su oltre 100 casi di sospetto plagio in proposte che ha finanziato nel 2011, scrive Jeffrey Mervis:

James Kroll, head of administrative investigations within the IG’s office, tells ScienceInsider that applying plagiarism software to NSF’s entire portfolio of some 8000 awards made that year resulted in a “hit rate” of 1% to 1.5%. “My group is now swamped,” he says about his staff of six investigators.

Forse migliora il software anti-plagio? “Coastal” commenta:

They need to crowd source this work. I’m sure there would be many people interested in helping

L’idea è venuta anche a Jeffrey Beall, che tenta di mantenere aggiornato l’elenco degli editori predoni e bufalari. Sommerso anche lui, ha trovato volontari per esaminare eventuali “ricorsi in appello” di editori che si ritengono legit.

Da Retraction Watch
–  vittima di un plagio commesso da Ibrahim Noorani et al. della Business School all’università Benazir Bhutto Shaheed e pubblicato su Studies in Sociology of Science dell’editore predone CSCanada, Brian Nosek dice:

Non trovo offensivo che mi abbiano copiato, ma che lo abbiano fatto così male.

In effetti…

Dopo l’incidente del Journal of Business Ethics, tocca al Journal of Academic and Business Ethics. Sulla homepage, una lettera aperta dell’editore predone avvisa che un articolo è stato ritrattato. Senza dire quale per non scoraggiare la clientela? Jeffrey Beall ha salvato un estratto e il nome dell’autore, Benjamin A. Neil di un’università privata del Maryland:

Benjamin A. Neil 2nd is a graduate of Loyola University Maryland (BA History) and California University of Pennsylvania (MS Legal Studies/Homeland Security). He has been a member of the Maryland State Police since 2002 and holds the rank of Sergeant. (Link aggiunti).

Sperava di diventare First Sergeant o tenured?

Sempre da Beall, ho trovato un rapporto su come l’editore DRUNPP di Sarajevo gonfia il numero delle citazioni. Potrebbe interessare certi dilettanti che sanno solo auto-citarsi.

Per parlar d’altro

Su PLoS One, Abdullah Nurul-Fadhilah, Pey Sze Teo, Inge Huybrechts e Leng Huat Foo scrivono:

breakfast skipping may increase the risk of excessive body adiposity and as a result, may contribute to the risk of obesity and related metabolic consequences. Therefore, daily breakfast consumption with healthy food choices should be encouraged among children and adolescents in order to prevent excessive body weight gain during their critical years of growth.

Anecdote isn’t data: da grandi saltare la prima colazione mette di cattivo umore.

2 commenti

  1. “Business Ethics” d’altra parte è un ossimoro. E “Academic and Business Ethics” è ancora peggio.

I commenti sono chiusi.