La NASA ha preso tante cantonate sui batteri locali e alieni che i sei papers usciti ieri su Science Express sono piuttosto abbottonati. Comunicato stampa sulla presentazione fatta ieri all’AGU e super-sintesi mia:
– l’abbondanza di idrocarburi clorurati nelle rocce sedimentarie a Yellowknife Bay suggerisce che carbonio organico di origine marziana oppure da meteoriti potrebbe essere presente. Ma non è affatto detto che la fonte del carbonio negli idrocarburi di cui sopra sia marziana;
– le radiazioni cosmiche e solari misurate sulla superficie del cratere Gale consentiranno di calcolare i tempi di sopravvivenza di microbi presenti o passati ed eventuali tracce di possibili firme bio-organiche nell’ambiente marziano milioni o miliardi di anni fa;
– la storia della crosta marziana è cambiata nel tempo, certo, ma almeno in quel cratere non ci sono segni di weathering chimico, quindi l’erosione è stata veloce durante un paleoclima che era maledettamente freddo e arido;
– Cumberland,, un sasso analizzato da Curiosity, è affiorato di recente (un centinaio di milioni di anni fa) dal cratere e potrebbe quindi conservare qualche biomarcatore organico non ancora distrutto dalle radiazioni cosmiche;
– da sassi a grana fine – con composti di ferro e zolfo, carbonio, azoto, idrogeno, ossigeno – si deduce che c’era un ambiente lacustre/fluviale durato per decine o centinaia di migliaia di anni, abitabile da forme minime di vita;
– i minerali di Cumberland indicano che la formazione di argilla marziana e quindi la presenza di acqua liquida si siano protratte oltre il Noachiano.
Nessuna traccia certa di vita certa, se non quella di una specie terrestre che ha mandato un fantastico laboratorio di geo-bio-chimica a fare ricerca su un altro pianeta.
Detto questo, se volete andare su Marte, potete partecipare alla sottoscrizione della Mars One su Indiegogo
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Local cooling
Nei dati satellitari degli ultimi trent’anni, la temperatura terrestre più bassa è stata registrata il 10 agosto 2010 in mezzo all’Antartide: circa – 93,2° C.
Local warming
Secondo il titolo del Guardian, la US Navy prevede una fusione totale della banchisa artica nell’estate 2016; ma il paper al quale rimanda spiega perché i modelli non sono affidabili, quello della US Navy in particolare, perché la proiezione si basa sulla tendenza e sul minimo del 2007. Ma è fatto da dottorandi.
Bipartisan, no grazie
Renzo Lucioni, “progettato in Perù e assemblato negli Stati Uniti” e studente di informatica a Harvard, ha mappato in una serie di grafi le votazioni concordi e opposte dei senatori repubblicani e democratici nelle sessioni dal 1989 al 2013, con tendenza crescente all’antagonismo. Istruzioni per l’uso del suo modello.
Bravo Lucioni!
A trent’anni da The Visual Display of Quantitative Information (http://www.edwardtufte.com/tufte/books_vdqi) un corso sul materiale di Tufte dovrebbe essere inserito gia’ alle superiori (e’ un modo bello e utile di fare statistica, matematica e arte).
gvdr
Grande, e per noi mathematically challenged anche Envisioning Information.
A prop: sara’ di nuovo una segnalazione gia’ fatta, ma anche le idee visionarie di Bret Victor aka “worrydreams” (e le loro realizzazioni) sono sempre molto stimolanti. Di particolare rilevanza la sezione “Kill Math” del suo sito 🙂 http://worrydream.com/