Perdite

Dei necrologi per Joep Lange che ho letto finora, quello dell’Economist mi sembra somigliargli di più.

Ci vorrebbe un libro in realtà, la sua storia è quella della lotta all’AIDS tra nord e sud del mondo, e il racconto dell’amicizia tra il ricercatore olandese bianco, benestante, sicuro del suo posto in una società sicura, e Jerry Coovadia, il pediatra “coloured” del Kwazulu Natal, sospetto perché non abbastanza africano, perseguitato da Thabo Mbeki ed espulso dall’ANC perché non accettava di negare l’esistenza dell’HIV.

Senza la fiducia che la loro amicizia suscitava negli altri, chissà se ci sarebbe stato il famoso trial clinico con  neonati, così difficile da progettare già dal punto di vista etico, che ha dimostrato come una singola dose di triterapia riduceva la trasmissione dell’HIV dal latte materno.

Lange ha scritto molto sull’AIDS e come prevenirlo, dovendo scegliere un suo intervento per le Ong direi anch’io questa lettera a PLoS Medicine. In poche righe denunciava la demagogia, e l’ignoranza, di certi attivisti che volevano far saltare i trial PREP, e da attivista per oltre vent’anni concludeva

There is no other area of medicine where activism has been so strong and has accomplished so much as in the HIV/AIDS field. Let’s be just a little brave, and stand up to protect that legacy.

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Science compete con Nature a chi fa la copertina più triste? Questo leopardo del Borneo è “fortunato di essere vissuto così a lungo” nel caso la cataratta nell’occhio destro fosse dovuta all’età…

We live amid a global wave of anthropogenically driven biodiversity loss,

scrivono Rodolfo Dirzo di Stanford et al., ma

Despite this continued loss, some substantial progress in reversing defaunation is being achieved through the intentional movement of animals to restore populations

scrivono Philip Seddon dell’univ. di Otago et al.

“Sostanziale” mi pare un po’ ottimista perché di solito la “rifaunazione” dura quanto  il finanziamento per realizzarla. Inoltre la “defaunazione” distrugge anche l’habitat delle specie autoctone che spesso, come le otarie antartiche di ieri non ne hanno un altro, ricordano Erik Stokstad e Sacha Vignieri.

E la specie umana è poco disposta a tollerare il ritorno delle specie che è riuscita a estinguere, ricordano Justin Brasharesh et al. di varie univ. California.  Da quelle in via di estinzione ricava 400 miliardi/anno, e il conseguente depauperamento delle risorse porta all’incremento del numero di schiavi, usati per  farle fuori. Morale: bel supplemento pieno di dati, ma deprimente.

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Sarebbe lecito somministrare con “protocollo compassionevole”  possibili terapie contro il virus Ebola, sebbene siano ancora allo stadio di ricerca in vitro? chiede Martin Ensenrink. Non in paesi africani dove Big Pharma ne ha già combinate di ogni colore. Oppure

With 1048 reported cases and 632 deaths since March, the West African Ebola outbreak shows no signs of tapering off and has even reached several capital cities

e bisogna tentare di tutto? Non è nemmeno possibile secondo me, la sfiducia nei bianchi è tale che sono aggrediti anche i membri locali delle équipe sanitarie. Be’, passo a notizie più allegre che già quelle non scientifiche…

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In attesa del TPR2
Stando a Camillo Franchini nella discussione che prosegue con energia ma senza grande efficienza sotto il post “Efficienza energetica“, dovrebbe interessarvi il TPR2. Ne dubito.

Nel frattempo vi segnalo che anche Daniel Clery parla degli scienziati “pionieri”, finanziati da miliardari per progettare reattori a fusione calda alternativi a ITER:
Some of the new technologies look bizarre, but venture capitalists are convinced that each holds at least a slim chance of an enormous payoff.

In confronto, i capitali per l’e-cat son noccioline. No, Daniel C. non dice niente sull’hydrino power, ma se vi interessa trovo qualcosa da starnazzare…

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Bizarrer and bizarrer
Gli eso-pianeti attorno a Gliese 581 erano un’illusione ottica, scrivono Paul Robertson et al. Accid… mi spiace per il titolare del radiotelescopio ucraino che si faceva pagare per mandare messaggi ai Gliesiani. E anche per chi stava aspettando una risposta entro il 2028…

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Sincroni, asincroni, sincroni

Il clima del Nord Pacifico e quello del Nord Atlantico sono legati, of course, ma cambiano nello stesso senso o in senso opposto?  La risposta sembra dipendere dalle proxies usate, quindi metto sotto “in attesa di conferma” la ricerca di Summer Praetorius e Alan Mix, univ dell’Oregon.

Hanno paragonato la composizione di sedimenti dell’Alaska e di carote della Groenlandia risalenti a 18 mila anni fa. Risultato:

Synchronization of these regions occurred 15,500 to 11,000 years ago, just prior to and throughout the most abrupt climate transitions of the last 20,000 years, suggesting that dynamic coupling of North Pacific and North Atlantic climates may lead to critical transitions in Earth’s climate system.

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O’s digest cont.
Stefan Rahmstorf spiega in tedesco e in inglese il lavoro del consorzio PAGES 2k, che ha ricostruito le variazioni della temperatura globale negli ultimi duemila anni. Da non far vedere al dott. Pennetta e altri cripto-creazionisti globalcoolisti prima di pranzo o gli va di traverso, perché la tendenza dell’ultimo millennio è a mazza da hockey.

Se non ci credono, trovano i dati on line e possono tranquillamente ricalcolarla, c’è anche il metodo spiegato ai debuttanti. I pois verdi sono la ricostruzione di PAGES 2k (media trentennale); la curva blu la ricostruzione pubblicata 15 anni fa da Michael Mann et al., la curva rossa le temperature HadCrut misurate con i termometri.

6 commenti

  1. @ocasapiens
    Daniel C. non dice niente sull’hydrino power, ma se vi interessa trovo qualcosa da starnazzare
    sull’hydrino di Mills, “Raman” ha scritto delle cose interessanti su cobraf:
    Dopo tredici milioni di anni l’universo dovrebbe essere pieno di hydrini, visto che è uno stato più stabile dell’idrogeno. Dov’è? Veda pure il documento ESA postato da Nevanlinna. O forse diventa dark matter [tra un po’ vedrà che ci pensano].
    Io mi sono limitato a riportare due slide inconsistenti [e non sono le sole].
    In una si dice che in un cubo da 1 litro c’è un miliardo di watt [dicono several, ma siamo morigerati]. Come minimo sono 22.400 K sulle facce del cubo e mi pare difficile che il sole (5.700 K) abbia lo stesso spettro.
    Poi 22.400 K hanno il picco a 102 nm, e mi pare che con quei fotoni ci si ammali e si muoia rapidamente, altro che bollettino UV sui giornali.
    L’hydrino modifica la teoria del corpo nero? A che pagina è scritto sul libro di Mills?

    http://www.cobraf.com/forum/topic.php?reply_id=0&topic_id=5747&ps=20&pg=4&sh=0

  2. Non credo serva a molto che “Raman” tiri fuori i numeri della BLP tanto chi non vuole vedere non vede neppure le cose assurde. Tutti cominciano a parlare di altro e dirottano il discorso.
    BLP nella slide 45 mostra il loro generatore di potenza che ha l’andamento che gli serve per poter utilizzare celle solari commerciali, cioè una replica della radiazione solare al suolo (che fortuna! tutti fortunati questi FuF, non capisco perché non giochino al superenalotto); solo che lo fa a 50.000 volte l’intensità (altrove ho scritto 75.000 per errore ma la sostanza non cambia). Poiche il secondo termine della SB è lo stesso, la loro densità di potenza è 50.000 volte quella del sole d’agosto sulla spiaggia, ossia 50 MW/m2 circa.
    Ovviamente questa densità leggiadra la concentrano con delle lenti e la fanno passare dentro fibre ottiche (che saranno contentissime e si ecciteranno molto) deflettendola con specchi.
    Gli investitori in fondo se lo meritano, il crudele darwinismo economico. Spero che li lascino in mutande e che i deboli prendano il fucile.

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