Infezioni "silenziose"

Nella zona del Mekong e affluenti si diffonde un nuovo ceppo multi-resistente del plasmodio, com’è successo spesso negli ultimi sessant’anni. Probabilmente per via della densità di abitanti lungo i fiumi, penso, perché in media l’incidenza della malaria sta calando, è diventata più “rara” che in Africa.
Nature dedica alla malaria la copertina e

  • l’editoriale “Pay people to fight malaria”
  • la rassegna di Neil Ferguson sulle nuove strategie contro le “mosquito-borne infections” ancora da verificare, e probabilmente più efficaci contro la dengue, dice,
  • il bel reportage di Amy Maxmen nel bacino del Mekong, sui tentativi di sconfiggerla entro il 2030, “Malaria’s ticking bomb”. Una campagna coordina volontari delle Ong, abitanti (le insegnanti per prime), il personale del sistema sanitario locale dove esiste, ricercatori e agenzie internazionali in Vietnam, Laos, Thailandia, Cambogia e Myanmar. Ma deve superare ostacoli che vanno dall’ostilità contro gli estranei alle guerriglie e alle alluvioni, passando dagli elefanti che aggrediscono infermieri e paramedici che si spostano in moto.

Da far girare nelle Ong – anche umanitarie come Action Aid – che lavorano nei campi di rifugiati, a cominciare da quello dei Rohingya a Cox’s Bazar, in Bangladesh. Servono insetticidi, zanzariere, mosquito-repellents, tutto l’armamentario della prevenzione. Uno dei problemi più gravi, dopo la resistenza del plasmodio ai farmaci, è che i test diagnostici – ce ne sono altri, ma né portabili né utilizzabili da non esperti per ora – non rilevano il plasmodio quando persiste a basso livello nelle infezioni “silenziose”. Durante la stagione delle piogge, le zanzare lo trasmettono innanzitutto nelle zone sovrappopolate, ovviamente.
(A proposito del “lago” marziano, anche Alexandra Witze aspetta conferme.)

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Alla conferenza sull’AIDS di Amsterdam, si è parlato di esperimenti clinici – falliti purtroppo – che dovevano sconfiggere altre infezioni silenziose: i serbatoi nei quali l’HIV sfugge a tutte le combinazioni di anti-retrovirali. I pazienti risultano sieronegativi ai test, finché non smettono di prendere gli anti-retrovirali.
In controtendenza, Ricardo Sobhie Diaz dell’università di San Paolo ha portato i dati preliminari di un esperimento di fase I. Dora di HIV forum spiega la strategia di Andrea Savarino sulla quale si basa: usare farmaci non più coperti da brevetto insieme a un “auto-vaccino” per sloggiare il virus e farlo fuori prima che si replichi altrove.

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Cronache trumpiane, cont.

In USA, i consultori gestiti da fanatici religiosi sono appena stati autorizzati a – e sovvenzionati per – mentire alle donne sia sulla loro fisiologia che su contraccettivi e anticoncezionali.

Qui i catto-talebani sperano di esserlo presto. Su Wired (h/t radioprozac), la filosofa Chiara Lalli della Sapienza “analizza brevemente” la mozione per ridurre le donne a bestie da monta, dettata da esagitati/e di “Gemma” e “Culla Segreta”, e discussa oggi al consiglio comunale di Verona.

Nelle note con le fonti delle bufale “manca solo Frate Indovino”, scrive Chiara Lalli, un po’ ingiusta nei confronti di Rosario Marcianò…

4 commenti

  1. …i consiglieri veronesi dicono che “…nel periodo 1990-2010, gli aborti oltre la 12a settimana sono cresciuti del 182% e costituiscono il 278% di tutti gli aborti”. Ora, non si capisce bene come estrapolano questi dati (la referenza che mettono è http://www.centrodiaiutoallavitadicassino.it/da-sapere/i-numeri-dell-aborto-in-italia/). Il punto è che il 278% di tutti gli aborti mi sfugge come concetto (dato 100% tutti gli aborti, come fa una porzione ad essere il 278%?). Il secondo è che dal 1990 (165.980 aborti) al 2010 (115.981 aborti), il numero è in realtà diminuito! Ovvio che è aumentato invece il totale, ma allora il concetto espresso è fuorviante. Va beh, forse ho capito male io, certo che dalle referenze a cui si appoggiano non mi stupirei più di tanto.

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