Da Science di oggi. Un gruppo internazionale di microbiologi, biogeologi, astrobiologi ecc. (1) coordinati da Lisa Pratt dell’università dell’Indiana, ha prelevato campioni d’acqua che da uno strato d’uranio a 3,2 chilometri di profondità emerge sul fondo di una miniera d’oro, vicino a Johannesburg.
Nell’acqua, fra parecchi batteri estremofili prevalgono i Firmicutes. Sono ancora più efficienti del Deinococcus radiodurans (che per il Guinness dei primati è “il batterio più tosto del mondo” e per la NASA “Conan il batterio”). Come i D. radiodurans, non temono le radiazioni, anzi, utilizzano proprio la radioattività dell’uranio per trarre energia dall’acqua.
Dalle analisi dei loro geni, sarebbero scesi in miniera tra i 3 e i 25 milioni di anni fa, separandosi dai parenti rimasti in superficie a procurarsi l’energia dal Sole direttamente. O indirettamente come i vari ceppi di Firmicutes che ospitiamo nell’intestino.
Stephen Jay Gould diceva che la Terra era fatta per i batteri e vice versa, ma adesso che si scoprono a temperature e pressioni simili a quelle che dovrebbero esserci sopra o sotto la superficie di altri pianeti o lune, sembra quasi che sia l’intero universo a essere fatto per loro e vice versa.
(1) Il gruppo si chiama IPTAI dai nomi delle università che l’hanno fondato (Indiana, Princeton ecc.) e la sua missione è di trovare
energia sostenibile e cicli di nutrienti nelle sub-superfici profonde della Terra e di Marte.