Un po’ meno “elementare, mio caro Watson”

James Watson spiega quello che intendeva sull’Independent. Il determinismo genetico resta come prima, il QI viene confuso con una misura dell’intelligenza (di cui non esiste una definizione, ma tante per ogni sua eventuale componente) mentre misura il contenuto della “memoria di lavoro” relativo a certi compiti, estrarre una radice quadrata per es.

Esplicita la speranza, riferita proprio alla schizofrenia del figlio, che carenze mentali siano attribuibili a determinati difetti genetici, così ci sarebbe la possibilità di correggerle. Ma scrive anche: “a Los Angeles su tre disoccupati che cercano un posto nelle agenzie di lavoro temporaneo, uno è psicopatico o sociopatico. E’ una conseguenza dell’ambiente o di componenti genetiche? Il sequenziamento del DNA dovrebbe darci una risposta”.

Cosa intende per “sociopatia”? La categoria include di tutto, anche comportamenti giudicati asociali in una determinata collettività, tipo buttare per strada la gomma da masticare a Singapore, cosa normale a Los Angeles dove invece è mal visto sputare per terra, cosa normale a Pechino ecc.

Comunque  è lucido (pensavo che forse non stava molto bene),  precisa ma non demorde. E visto che ormai la frittata era fatta, mi sembra sbagliato averne cancellato le conferenze a Londra e a Bristol.

p.s. Visto che discutiamo di intelligenza e geni, c’è del cacio per i nostri maccheroni nell’analisi che Chris Chatham fa dell’articolo di Friedman et al. sull’ultimo JEP. Vedi “99% genetic?”. E’ fra i recent posts del suo www.scienceblogs.com/developingintelligence/