Innovazione in pratica e in teoria

A fine luglio, il gruppo di Daniel Nocera al MIT aveva pubblicato su Science un catalizzatore che separa ossigeno e idrogeno dall’acqua e consente di stoccare l’energia solare in una cella a combustibile, per usarla quando non c’è il sole. La Technology Review ne riparla questa settimana.

Intanto sui PNAS, il gruppo di Malcolm Chisholm innova altrettanto. E almeno altri due o tre materiali che aumentano il rendimento di celle e pannelli solari sono usciti su Angewandte Chemie, solo tra settembre e ottobre. E chissà quanta altri risultati che non ho visto.

Tanti sforzi per niente?
La ditta BlackLight Power Inc. ha appena pubblicato il rapporto di esperti della Rowan University. Confermano che “il reattore-cella a combustibile solido BlackLight Process” libera sotto forma di calore l’energia latente nell’atomo di idrogeno. La BlackLight avrebbe inventato un reagente e un reattore per far scendere di un livello d’energia gli elettroni degli atomi di idrogeno trasformando questo nel molto ipotetico idrino e stabilizzandolo in molecole di bi-idrino. Ne risulterebbe un’energia a metà tra quella chimica e nucleare.

Euh…

– Sbaglio o gli esperti sono piuttosto cauti e chiedono ulteriori esperimenti?
– Come fanno a essere “indipendenti” se collaborano da tempo con la BlackLight?
– Comprereste un reattore dal suo proprietario Randell Mills, autore di una teoria unificata che salta la fisica quantistica, falsifica un famoso lavoro di Feynman, modifica la relatività generale di Einstein e viene pubblicata in proprio?

Par condicio
Temo che la teoria di Mills diverta solo i fisici. Per gli altri raccomando, sul sito di Answers in Genesis, la critica dell’articolo uscito su Nature a proposito del cranio del Tiktaalit, e quella sotto sulla scoperta di un’impronta fossile di un insetto volante, risalente a 300 milioni di anni fa.