Ilaria Capua ha vinto l’Oscar

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Complimenti, signora.

Domenica sul Sole usciva un’indiscrezione, perché l’occasione di accostare la scienziata bruna alla filosofa bionda Martha Nussbaum, cioè la prassi alla teoria era irresistibile. Da ieri è ufficiale: una delle cinque “Revolutionary Minds” di Seed Magazine – quello dei www.scienceblogs.com – è la virologa  dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie che ha teorizzato il concetto “One Health”: umani, animali, ambiente, la salute è una.

La rivoluzione sta nell’averlo applicato con GISAID e, a furia di rampogne nei vertici internazionali, nell’aver costretto gli specialisti in zoonosi trasmesse agli umani, cioè i medici, a parlare con gli specialisti delle zoonosi, cioè i veterinari.

A posteriori, sembra l’uovo di Colombo (bad pun). Eppure non s’erano mai incontrati per darsi strumenti e progetti comuni. Per fortuna, un anno fa la Fao, l’Oie e l’Oms hanno chiesto a Ilaria di organizzare un workshop congiunto. Si è tenuto in ottobre a Verona, nel palazzo Verità-Poeta (nome stupendo, posto anche), a porte chiuse forse per non spaventare l’opinione pubblica perché certi scenari erano un po’ ansiogeni. Resoconto sul sito della Fao.

Nel video si vede anche il Capua lab. Mica male. E tutto, personale compreso, pagato con fondi internazionali.