Pattuglie aeree


Lucy King et al. dell’università di Oxford e di Save the Elephants, scrivono sul Journal of African Ecology che a tenere gli elefanti lontani dalle coltivazioni, bastano poche arnie di api africane. L’Apis mellifera scutellata ha una pessima reputazione infatti, forse per una leggenda metropolitana secondo la quale all’inizio della prima guerra  mondiale, avrebbe aiutato i tedeschi a sconfiggere gli inglesi nella Battaglia delle Api, e a tenersi come colonia la parte di Africa orientale detta oggi Tanzania.

Determinate a difendere il proprio territorio, però servizievoli e generose ripagano pure la costruzione della casa con il miele. via BBC.

C’è un’ape anche sulla copertina di Science, a proposito della domanda perché mai si sono evoluti due sessi? Risponde Carl Zimmer in un saggio della serie Origins, per il bicentenario darwiniano. Più che di sessualità delle api, tratta in generale dei vantaggi per le specie bisex. Nello scambiarsi i geni eviterebbero l’accumulo di mutazioni deleterie nella discendenza.

Questo vale per le specie fragili e complicate, si conoscono robusti batteri ne fanno a meno da 3,8 miliardi di anni e la discendenza sta benone.

Per tirarsi su dopo le elezioni
Dopo analoghi esperimenti di Jan Panksepp sui giovani ratti, Marina Davila Ross et al., univ. Portsmouth scrivono su Current Biology di aver solleticato 25 bambini e adolescenti, di cui 3 umani in libertà e il resto negli zoo: gorilla, orango, scimpanzé, bonobo e un siamango.

Dalle registrazioni dell’effetto ottenuto, risulta che la risata s’è evoluta in tutte le antropomorfe. I suoni sono diversi, ma il ritmo della respirazione non lascia  dubbi: le rire, checché ne dicesse Rabelais, n’est pas le propre de l’homme.
Per i non abb c’è un commento su Nature, ma Not rocket science ha un video in più e quattro registrazioni. Quella del bonobo ricorda un po’ un mio dirimpettaio, trovo.

Ritrovato su un post-it
Volevo raccontarlo, poi mi son dimenticata, infatti il post-it s’era appiccicato al libro di Gregory Clark, Senza Pietà (Codice, 430 pagine, 32 euro – è di economia, dovrebbe essere rivoluzionario ma son perplessa, intanto che lo finisco se ne parla qui…).

La casa editrice Elsevier che insieme alle sue simili s’era annessa un famoso PR per rovinare la reputazione della Public Library of Science e in generale dell’editoria scientifica open access, è stata colta con le mani nella marmellata: per anni ha pubblicato riviste pagate da aziende farmaceutiche in cui scriveva solo gente pagata da aziende farmaceutiche.

Il 30 aprile The Scientist aveva scoperto una rivista finta peer-reviewed, il 7 maggio erano sei. Non credo che il totale sia definitivo. Il capo dell’Elsevier ha promesso una “policy review”, vediamo se la pubblica e dove…