L’asse del male, per oggi

Secondo la BBC, al vertice dell’International Whaling Committee a Madeira (l’organizzazione ha tentato di mandar via Watson, della Sea Shepherd), il Giappone sarebbe disposto a rispettare il santuario meridionale, ma insiste sul suo diritto di uccidere balene a “scopo scientifico”.

Scientifico un corno
Le sue baleniere sovvenzionate – puro spreco di yen, e in piena crisi economica – ne hanno ammazzate migliaia in dieci anni senza che dalla strage sia mai uscito un paper. E la maggioranza dei giapponesi è contraria. Meno i tradizionalisti per i quali farsi un filetto di balena è uno status symbol. Così l’anno scorso hanno importato tonnellate dalla Norvegia – altro paese che rivendica “la tradizione”, mentre tiene le carcasse  in freezer a spese del governo perché nessuno ne vuole.

Poi ci sono i balenieri di frodo nelle acque territoriali tra Giappone e Corea del Sud dove c’è un fiorente mercato nero. Il Giappone vuole la loro legalizzazione col pretesto che 150 balene finiscono comunque nelle reti ogni anno. Sì, per caso…
I ricercatori non sono d’accordo.
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Bel modo di festeggiare l’indipendenza
La Groelandia vuol aumentare la sua quota da 10 a 100, anche se non si mangiano neanche lì…

Dov’è Peter Garrett quando c’è bisogno di lui
E questa sarebbe la canzoncina da cantare in tutto il mondo il 13 maggio 2010, giornata Salviamo le balene? Oh pleeease…

Con una nenia così, i protettori delle balene non galvanizzeranno mai le truppe. Non è che ci può mettere mano il ministro per l’ambiente australiano, difensore delle ospiti del santuario meridionale ed ex leader dei Midnight Oil?
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