Il titolo è tratto da “First Things First” che Auden ha pubblicato nel New Yorker alla fine del 1957. Poche settimane dopo la sua amica Dorothy Day – femminista, socialista poi anarchica, verde ante literam, fondatrice del movimento lavoratori cattolici e altro ancora – veniva arrestata durante una manifestazione contro la bomba atomica. Dal carcere femminile di Manhattan, gli ha scritto che mentre le prigioniere aspettavano nel cortile di andare alla doccia settimanale, una prostituta aveva gridato quel verso e le altre l’avevano ripreso in coro.
Auden ne era molto fiero.
Questa foto è degli anni Settanta, durante un corteo contro la guerra del Vietnam, mentre i poliziotti stanno per portarla di nuovo in carcere: la sua ultima manifestazione e l’ultimo arresto. Alcuni cattolici ne chiedono la beatificazione, i papi non ci sentono. Chissà perché. Solo per miracolo aveva schivato le pallottole dei killer assoldati dai padroni, quando organizzava le lotte sindacali.
Non c’è una ricorrenza particolare. Mi è venuta in mente forse perché ieri con Filter si parlava di credenti con i quali è facile andare d’accordo. O perché stasera all’incontro scientifico dell’Odissea, parlo d’acqua e domani che è l’ultimo giorno ne parla Valerio Barboni. First things last.