Il comitato esecutivo dell’Unesco ha sospeso il premio Obiang-Unesco per la ricerca biomedica finanziato da e in onore di Teodoro Obiang Nguema Mbasogo, il ditta-presidente a vita della Guinea Equatoriale, vedi post del 28 maggio, nonostante l’opposizione degli ambasciatori all’Unesco di alcuni paesi africani. Oggi la delegazione americana s’è indignata ufficialmente, quindi niente viaggio a Parigi per il presidente che intendeva consegnare brevi manu il maltolto, mentre la famiglia faceva shopping nel faubourg Saint-Honoré et rue Royale, al suo solito. Ancora non è stata presa la decisione finale, se ne riparla al prossimo comitato esecutivo a metà ottobre.
Restano quattro mesi per appurare la provenienza dei 3 milioni di dollari donati dal presidente nel tentativo di rammendarsi la reputazione.
Alla Royal Society di Londra, nel frattempo, i sociologi del Centro per la via verso la sostenibilità (il nome è molto più lungo, si abbrevia in STEPS-Centre) hanno lanciato un manifesto indignato dai finanziamenti per la scienza, la tecnologia e l’innovazione, quasi sempre decisi dall’élite tecnocratica a proprio beneficio.
In sintesi: dov’è la ricerca che aiuta i poveri? Secondo l’inviata di Nature, alcuni fellows dell’onorata Società non erano entusiasti dell’iniziativa, forse perché menzionava le latrine (che non ci sono). Letto il manifesto, si può commentare sul blog dello Steps.