Da femminista, cosa pensi

della faccenda Assange? mi chiedono ieri al WWF durante la pausa pranzo.  La penso come W.A.R., dico e faccio girare il testo (1) che la coordinatrice Katrin Alexsson aveva mandato ai giornali:

In Svezia come in Gran Bretagna, parecchie donne si stupiranno dello zelo insolito con il quale Julian Assange viene perseguito per accuse di stupro. Su questo punto, le svedesi non sono messe molto meglio delle inglesi. Anche se la Svezia ha il più alto numero pro capite di denunce in Europa e sono quadruplicate negli ultimi 20 anni, il tasso di condanne è diminuito. Il 23 aprile 2010, Carina Hägg e Nalin Pekgul (rispettivamente deputata e segretaria della federazione svedese Donne social-democratiche) hanno scritto sul Göteborgs-Posten che “fino al 90% degli stupri denunciati non arrivano mai in tribunale. Nel 2006 sei persone sono state condannate su 4.000 denunciate” e sottoscrivevano l’appello di Amnesty International per un’inchiesta indipendente che esaminasse i casi archiviati e la qualità delle indagini svolte.

Ad Assange, che a quanto sembra è incensurato, è stato rifiutata la libertà su cauzione sebbene fossero arrivate garanzie per 120.000 sterline. Eppure la cauzione è la norma. Per due anni, abbiamo assistito una vittima di stupro e di violenze domestiche da parte di un uomo già condannato per il tentato omicidio di una precedente convivente e dei suoi figli, rimasto libero dietro cauzione durante l’indagine della polizia.

L’uso dello stupro e delle molestie sessuali a scopi politici estranei alla sicurezza delle donne ha una lunga tradizione. Nel sud degli Stati Uniti, era giustificato linciare neri che avevano stuprato o soltanto guardato una donna bianca. Non ci piace che si strumentalizzi la nostra richiesta di sicurezza mentre lo stupro continua a essere  ignorato, nel migliore dei casi, o protetto, nel peggiore.

(1) Traduzione integrale per chi avesse letto su un quotidiano scandalistico che il gruppo europeo Women Against Rape si era “scatenato” contro una delle donne coinvolte e ci avesse creduto. Per altri aggiornamenti, rif. wikileaks italia.