Panna-leak e Poncho-gate


Fra una bufala e una ventina di altre sul clima (a naso) l’onnisciente prof. Franco Battaglia sostiene che gli insetticidi neo-nicotinoidei usati per conciare le sementi non fanno nulla alle api. Come nel caso di Climate monitor, se lo dice lui la ciofeca è garantita.

Nel 2003  il Poncho – a base di clothianidina – ottiene dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) un’autorizzazione “condizionale” alla vendita negli Stati Uniti nonostante i ricercatori dell’Epa sconsiglino di autorizzarlo prima di avere gli esiti di studi sulla sua tossicità. E i semi conciati sono piantati negli stati della “cinta del mais”. L’anno dopo, Bayer chiede un rinnovo dell’autorizzazione. L’Epa dice d’accordo e dà alla Bayer un anno per completare gli studi, non sul mais negli USA stranamente, ma sulla colza in Canada.

Stranamente perché alle api la colza piace poco. La Bayer ci mette un po’ e nel novembre 2007 manda i risultati di esperimenti commissionati a ricercatori dell’università di Guelph. All’Epa ritengono che tutto sia stato fatto a regola d’arte.

Però nel frattempo c’è stata la grande moria delle api americane e Tom Theobald, un apicoltore preoccupato del Colorado, chiede una copia della ricerca Bayer. L’Epa non vuole consegnarla, quindi contatta il Natural Resource Defense Council che invoca il Freedom of Information Act e deve denunciare l’Epa in tribunale prima di riuscire a ottenerla.

Come scrive Tom Philpott su Grist, “è un po’ una barzelletta”. Il campo con la colza conciata e al centro le arnie era a 300 metri da quello con la colza non conciata con al centro le arnie di controllo. Dato che il raggio medio delle api è di 1,5-2 km  non è detto che abbiano bottinato sotto casa. Il fatto che regina, operaie e larve fossero parimenti in buona salute, anche se vero, non conferma l’atossicità del Poncho, solo la sciatteria del lavoro.

L’apicoltore preoccupato del Colorado quest’estate scrive su Bee Culture delle ricerche sul Poncho fatte in Europea e ne auspica il bando in USA. Il 22 novembre scrive all’Epa: come mai non ha più fatto sapere nulla in proposito? Gli viene gentilmente risposto che

ha ottenuto un’autorizzazione piena per l’uso come trattamento delle sementi di mais e colza il 22 aprile 2010. L’Epa ha emesso un avviso di autorizzazione, ma nessun documento che conferma il cambiamento da condizionale a incondizionale. E’ stata una decisione di gestione del rischio, basata sul completamento delle richieste e revisioni dei dati nell’accettare o riconoscere la loro trasmissione.

Dopo l’articolo su Bee Culture, un impiegato dell’Epa l’aveva chiamato per rassicurarlo: era in corso una nuova revisione perché la Bayer voleva estendere l’uso del Poncho al cotone e alla senape. Posso averla? chiede l’apicoltore preoccupato del Colorado. Certo, appena è pronta. E quando gli è arrivata, l’ha girata alla Pesticide Action Network-North America, detta Panna che l’ha distribuita ai media:

la clothianidina (grazie Giacomo, ndt) è un insetticida neo-nicotinoideo persistente e sistemico. Studi di tossicità acuta sulle api mostrano che è altamente tossico sia al contatto che oralmente. (…) La precedente ricerca sul campo era stata considerata accettabile. In un’ulteriore revisione alla luce di nuove informazioni tuttavia, sono stati identificati difetti che rendono accessoria la ricerca.  Non rispetta le linee guida n. 850.3040 ed è quindi necessaria un’ulteriore ricerca sul campo…

Durante l’ulteriore ricerca che deve concludersi entro il 2012, la vendita continua?

Di solito sì, ma quest’anno la siccità, il caldo, le alluvioni hanno stremato le api americane, se n’è riparlato nei media locali e di nuovo in quelli nazionali con lo scandalo dell’Epa che prende decisioni contrarie al parere dei ricercatori. A chiedere il bando del Poncho adesso c’è la Consulta nazionale sulle api, la Federazione degli apicoltori,  Beyond Pesticides, Panna, il Centro per la diversità biologica, vari ed eventuali.

E un apicoltore preoccupato del Colorado.