Per prendere aria


ca. 1900, fonte

Complimenti a Stefano Dalla Casa, il collega di Oggi Scienza che in nove minuti s’è specializzato in omeopatia on line, conseguendo l’attestato “Boiron Certified Homeopathy Specialist“. Negli ultimi dieci giorni, si sono specializzati anche juhan (dr. hom) e un cospicuo numero di nick. L’oca s. no, grazie. Dopo tre giorni di pseudoscienza deve faire bleu, per dirla con i minatori-

Vado su Nature Geoscience.
A partire da uno scenario moderato dei cambiamenti climatici Valentina Radic e Regine Hock ne hanno modellizzato l’effetto su, attenzione: 120.229 ghiacciai montani e 2.638 calotte, il 40% dei ghiacci terrestri. Confermano la valutazione fatta nel vol. 1 (scienza) del IV rapporto dell’Ipcc (2007).  Nello scenario a estinguersi per primi sono i ghiacciai sotto i 5 km2 – ovvio, due son già scomparsi l’anno scorso – e con il loro squagliarsi aggiungono 12 cm. al livello del mare.  Ma la concordanza media nasconde le differenze regionali. Rispetto al 20-35% entro fine secolo, come – vado a memoria – c’era scritto nel vol. 1 del rapporto Ipcc, i ghiacciai himalayani perderebbero un 10-15%  e potrebbero crescere un po’ in certi posti, per via delle maggiori nevicate. Quelli alpini invece si ridurrebbero dal 50 al 90%.

Per niente buono il risultato di Nathan Gillett et al. Con il Earth System Model canadese che aveva già fatto parlare di sé con il ciclo pre-industriale del carbonio, un bel gruppo insomma, hanno simulato l’andamento del clima se entro il 2100 finivano le nostre emissioni di CO2. L’aumento della temperatura media globale resterebbe quasi costante, ma anche in questo caso ci sarebbe parecchia variazione regionale soprattutto nelle precipitazioni. Il caldo aggiunto per via della CO2 accumulata in precedenza in atmosfera finisce negli oceani  e mina il calottone antartico occidentale così nel 3000 collassa. Pluf, 2,2 milioni di km3 in più nel mare e mezzo Bangladesh sott’acqua.

Per gli indici al ribasso, sul numero di gennaio c’è la ricerca di Martin Hirschi, Sonia Seneviratne et al. sul deficit di umidità nei suoli e l’aumento delle ondate di caldo estive nell’Europa centrale e sud-orientale. Nel loro modello basato sui dati 1961-2000 (nelle figure, in realtà devo ancora leggerlo bene) dall’Austria in su e a destra va meglio di quanto previsto fin qui. Russi e ucraini saranno rassicurati.

Dimostrata l’assenza di umorismo
Da Wonk Room, il sommario della ricerca di Brad Johnson:

Koch Industries ricorre ai tribunali per difendere la propria reputazione di sentina neghista del riscaldamento globale. Il colosso carbonaro d’estrema destra, di proprietà dei miliardari del Tea Party David e Charles Koch, ha depositato una denuncia nello Utah contro gli anonimi burloni che a nome della ditta avevano diffuso la notizia che non avrebbe più finanziato gruppi pseudo-spontanei di deniosauri. Secondo i legali della Koch, è girata la voce che la ditta credeva nella scienza del clima, il che  “ne ha danneggiato gli affari e la reputazione“.

Mica come il programma politico-sociale di David Koch nel quale il marito ha il diritto di seviziare la moglie.