Femmina


Fonte

(Due punture all’alba della prima zanzara dell’anno, l’avrei strozzata.)

Mamma Africa
Siamo nati lì, ma la culla dov’è? Nel sud “suggeriscono” oggi Brenda Henn di Stanford e altri 18 genetisti sui Pnas, redazione a cura di Mary-Claire King, una garanzia. Hanno prelevato campioni di saliva a cacciato-ri raccoglitori Hadza e Sandawe in Tanzania, Pigmei Biaka (Africa Centrale), ‘Khomani  in Sudafrica (una delle etnie Khoisan), compreso un gruppo che parla ancora il Nu.

Poi hanno paragonato la distribuzione e la frequenza di oltre 580 mila SNPs con quelle di Masai, Yoruba e Toscani, che qui va la maiuscola per par condicio. Comunque i ‘Khomani hanno il più alto livello di diversità genetica del mondo, quindi sarebbero i più antichi.

La conclusione fa discutere, la nostra origine finora era dalle parti dell’Olduvai, Rift Valley e altri panorami austeri. Brenda Henn et al. tengono conto delle molte migrazioni e quindi dei “colli di bottiglia” genetici. Però in linea generale, i dati concordano con quello che si sa in teoria e in pratica: le popolazioni migrate sono più omogenee perché ereditano i geni di pochi individui fondatori. Se uomini arcaici originati in Africa orientale si fossero spostati a Sud, i cacciatori raccoglitori meridionali non avrebbero tante variazioni.

Ma Chris Singer dubita che ci sia stato “un unico Eden”, su Nature il cui link al paper non funziona, usare quello sopra. Forse ce ne saranno stati altri e si troveranno, ma i Khoisan vivono tuttora in mezzo al Kalahari, nel delta dell’Okavango e più Eden di così…

Lieti calici
Silvia Bello, Simon Parfitt e Chris Stinger hanno studiato da molto vicino le ossa umane ritrovate a Gough, in Gran Bretagna. Su PLoS One concludono:

I risultati suggeriscono interventi sui cadaveri per i consumo di alcuni tessuti (midollo osseo) accompagnati dalla meticolosa lavorazione delle volte craniche. La distribuzione dei segni di taglio e percussione indica che i crani erano scrupolosamente “ripuliti” dai tessuti molli e poi modificati con una rimozione controllata dalla parte facciale e la rottura della base cranica lungo un piano sub-orizzontale. Le volte erano anche “ritoccate”, forse per rendere più regolari i bordi scheggiati. Questa manipolazione suggerisce che i crani erano plasmati per produrre coppe…

Questo 14.700 anni fa.

Altri parenti
Nel 1970 Gordon Gallup Jr. pubblicava su Science il famoso esperimento in cui degli scimpanzé ai quali aveva messo una macchia di colore sulla fronte si riconoscevano allo specchio. Su PLoS Biology, insieme a James Anderson passa in rassegna quelli fatti poi con scimmie non antropomorfe e ritiene che nessuna abbia superato lo stadio dello specchio:

La capacità di dirigere la propria attenzione su di sé implica un salto cognitivo qualitativo occorso solo recentemente nella storia evolutiva dei primati, e in relativamente poche specie.

Sembra diventata patologica in una sola.

Aggiornamento: l’ho appena strozzata.