Api sopra e sottovalutate

Ogni tanto escono risultati del progetto di ricerca Status and Trends of European Pollinators.

Riccardo Bommarco et al. dell’università di Lund, scrivono sui Proceedings of the Royal Soc. B che dalla fine degli anni Trenta, in Svezia la varietà dei bombi è calata; le due specie a lingua corta Bombus terrestris e B. lapidarius che nel 1940 rappresentavano il 40% del totale adesso sono l’89%;  il B. hortorum e B. pascuorum sono passati dal 20% cad. al 2% e il B. distinguendus dall’11% allo 0,7% per cui adesso è nell’elenco delle specie a rischio di estinzione.

Questo spiegherebbe  la resa calante del trifoglio rosso che piace tanto alle mucche.

How important are honeybees?
chiedono Tom Breeze et al del gruppo di Simon Potts a Reading su Agriculture, Ecosystems & Environment. Dalle estrapolazioni fino al 2007, il 20,4% della superficie agricola britannica è coltivata con piante che hanno bisogno di essere impollinate, ma  in base al numero delle arnie e alla loro popolazione media, risulta esserci soltanto un terzo delle api necessarie: nel 1984 l’Apis mellifera svolgeva il 70% del “servizio”, oggi soltanto il 34,1%. Eppure

Nonostante questo declino, dal 1984 le rese delle coltivazioni impollinate da insetti sono aumentate del 54% il che getta un dubbio sulla vecchia credenza che le api provvedono alla maggioranza dell’impollinazione.

A provvedere sarebbero le circa 250 specie di apoidei selvatici, ipotizzano, sui quali però servono ulteriori ricerche.

OT di poco
Erin Clark et al. hanno testato su 121 varietà di piante da fiori gli “idratanti”, da applicare sul gambo, e i “conservanti” da diluire nell’acqua per farli durare di più una volta recisi e tenuti in un vaso. Allungano la vita in 54 casi, in 46 casi la accorciano e negli altri non hanno alcun effetto. Idem per l’acqua distillata.

E’ in funzione Try, il database delle caratteristiche delle piante vascolari con già tre milioni di voci per circa 69 mila delle 300 mila piante che mira a contenere. Descrizione.