Sabato, la ministra Gelmini ha nominato 11 presidenti (e vari consiglieri di amministrazione) di enti di ricerca. In base alla competenza scientifica e amministrativa:
– Consiglio Nazionale delle Ricerche: Francesco Profumo, ex rettore del Politecnico di Torino, che pensa di poter “rivoluzionare” il CNR. Basterà un ingegnere a cacciarne i dinosauri e schiodare dalla vice-presidenza il creazionista De Mattei?
– Consorzio per l’area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste: Corrado Clini, direttore generale del Ministero dell’Ambiente, secondo il quale la CO2 non ha effetto serra e gli scienziati del clima sono corrotti, come i suoi colleghi dell’Istituto Bruno Leoni?
– Istituto Nazionale di Astrofisica: Nanni Bignami, la persona giusta anche per l’Agenzia spaziale italiana dove rimane invece Enrico Saggese
– Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: il grande Domenico Giardini, ETH di Zurigo;
– Istituto Nazionale di Ricerca Meteorologica: Alberto Carpinteri del Poli-To pure lui, che alterna così fra poltrona presidenziale e vice-presidenziale;
– Stazione Zoologica ”Anton Dohrn”: l’etologo Enrico Alleva (non s’è tirato indietro, auguri)
– Istituto Nazionale di Alta Matematica: Vincenzo Ancona dell’univ. di Firenze – una conferma, era già stato eletto dai suoi pari;
– Museo Storico della Fisica e Centro di Studi e Ricerche ‘Enrico Fermi’: Luisa Cifarelli dell’università di Bologna.
In base a?
– Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale: Maria Cristina Pedicchio, prof. di algebra all’univ. di Trieste