Titolo della Reuters:
Il governo cinese continua ad espandere i piani di produzione di energia pulita per sostituire l’elettricità derivata dal carbone che, troppo costoso, fa chiudere centrali e causa un ammanco di almeno 16 gigawatt. Il piano quinquennale svelato questa settimana prevede 7 gigawatt eolici e 5 solari entro il 2015.
A seconda della richiesta, l’ammanco arriverebbe anche a 40 gigawatt. Al condizionale, come i gigawatt solari che dovevano essere 10 entro quattro anni – quattro è la mia opinione – e gli eolici 30 nel 2020, per cui l’espansione del piano somiglierebbe a quella del ghiaccio artico.
All’inizio dell’anno la “catastrofe climatica australiana” – dicono altri, l’oca no di certo – ha costretto alla chiusura le miniere (coke di qualità, basso contenuto di zolfo e altri inquinanti) che rifornivano le principali catene di centrali cinesi. Così i gestori hanno ripiegato sul carbone statunitense, più sporco, più distante e intanto
Un nuovo sviluppo, il picco del carbone, ha sconvolto il piano. Dal 2007 i prezzi sono aumentati del 75% mentre quelli dell’elettricità sono stati autorizzati a salire soltanto del 15%. Le centrali cinesi ora sono sotto stress.
Stretti nella morsa del libero mercato e del dirigismo, i gestori hanno gettato la spugna e cominciato a chiudere i generatori, altrimenti più watt producono e più ci rimettono.
Piango che sembro une madeleine all’idea di rischio corso dagli investimenti dei fratelli Koch dall’Athabasca agli Appalachi e comincio a capire un effetto della crisi carbonifera sull’economia. Come ripetono anche i bigoil-carbonisti nostrani, il passaggio alle energie pulite la metterebbe sotto uno stress che in confronto una centrale a carbone cinese è un pranzo di gala.
L’anno scorso infatti, i produttori di impianti solari hanno risollevato sia il PIL che l’occupazione statunitense consegnando alla patria una delle rare eccedenza di bilancio, commerciale, con la Cina. (1)
(1) Sì, lo so che il consumo annuo cinese è stimato in 3.500 4.140 terawatt (grazie Claudio D.V., rif. commenti sotto), sole + vento = goccia nel mare + mano di verde e ho esaurito le mixed metaphors di oggi.
Niente Clooney for president?
Non resta che tifare per l’elezione di uno/a del Tea Party che taglierà i fondi alla ricerca statunitense in energie pulite, aumenterà le esportazioni tedesche di pannelli e turbine, farà rieleggere Angela Merkel e ancora più verdi i quali mossi a pietà dal premier (2) che gronda sangue finanzieranno il debito dei PIGS e insieme ai grandi evasori lo manderanno alla… No, quella no, questa.
(2) Oggi in versione l’arroseur arrosé.
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Nature’s quick digest
– A proposito di carbonio, e del suo ciclo attorno allo Ienissei, su Nature Quirin Schiermeier racconta quello che è successo alla ricerca internazionale coordinata dal Max Planck;
– Ieri parlavo dei nitrati, oggi esce una ricerca su quelli delle rocce che contribuiscono al sequestro di carbonio e azoto da parte di una foresta californiana. Spiegazione e limiti.
– Sono sotto stress anche gli scienziati, con i tagli dei finanziamenti (e le angherie, in certe discipline), ma chi glielo fa fare? si chiede un editoriale.