Jim e la farfalla

Milkweed-Butterfly-Pictures
Jim Hansen racconta il seguito di Tempeste – h/t Joe Romm.

Nella fattoria dei suoi, in Pennsylvania, ha piantato una siepe di milkweed (asclepiadi? esculapie?) per ospitare le farfalle monarca. E’ cresciuta alta sopra il recinto così i cavalli del vicino gliel’hanno mangiata, ma tra le altre, una monarca dall’ala rotta aveva fatto in tempo a deporci le uova, e quindi gliel’hanno mangiata anche i bruchi.

Dopo l’arresto a Washington, è tornato alla fattoria. La siepe era malmessa per via delle piogge torrenziali di Irene, restava solo la monarca dall’ala rotta. Per lei non c’è ritorno possibile in Messico, scrive Hansen,  ma quelle che dovranno attraversare il Sud-est riarso da un anno di siccità e di caldo, come faranno a nutrirsi per proseguire il viaggio?

Gli sembra che sia trascorsa un’ “estate silenziosa”, che i media abbiano parlato poco di cambiamenti climatici in occasione degli eventi meteo estremi e si chiede se i suoi colleghi siano rimasti schisci (non direi) per non esporsi all’inquisizione come quella contro Ben Santer, Michael Mann e Phil Jones. Si arrabbia e invita i lettori ad arrabbiarsi contro gli inquisitori del Tea Party e i loro sponsor, si considera fortunato perché quando aveva testimoniato al Congresso negli anni ’80 aveva ricevuto solo critiche di tipo scientifico, e trova motivi di ottimismo:
–  è meno solo ad arrabbiarsi, il disprezzo per le lobby di Washington aumenta;
– calcola che una carbon tax ridurrebbe davvero i consumi e non ci sarebbe bisogno del bitumodotto Keystone XL;
– gli sembra che sempre più gente sia favorevole a una carbon tax;
– si moltiplicano le iniziative dal basso per informare sui cambiamenti climatici e costringere l’amministrazione pubblica a tenerne conto, come la Citizens’ climate lobby cui invita a iscriversi.

Ci sono analisi e diagrammi climatici, ma sembra più un articolo “naturalistico” nella tradizione americana di Rachel Carson, Thoreau, Emerson ecc. Fuori dalla tradizione, un 5° motivo è che gli USA non determinano più da soli i provvedimenti globali e li determinerebbero ancora meno se un candidato come Rick Perry vincesse le elezioni presidenziali – cosa che, 6° motivo, l’Economist per dirne uno ritiene sempre meno probabile.

Coincidenza, aggiunta
Un rapporto della Consulta canadese su ambiente ed economia stima i costi del riscaldamento globale – più marcato alle alte latitudini nord – tra il 2020 e il 2050. Altri ambasciatori che il putinesco governo Harper s’affretterà a zittire? Se il rapporto sembra troppo lungo, c’è un sunto da Skeptical Science.

Scoperta nella provincia canadese dell’Alberta la più grande diga mai costruita dai castori – con Google Earth; lunga 850 metri, si vede dallo spazio…

Malumori
Su Science due sociologi di Cornell, Scott Golder e Michael Macy, analizzano i tweets di 14,3 milioni di persone e scoprono l’acqua calda

il livello individuali di ritmi quotidiani e stagionali dell’umore in culture di tutto il mondo. Abbiamo trovato che gli individui si svegliano di buon umore il quale si deteriora nel corso della giornata, coerentemente con gli effetti del sonno e del ritmo circadiano, e che rispetto all’affetto positivo di base il cambiamento stagionale varia con la lunghezza de giorno. La gente è più felice durante il week-end, ma l’affetto positivo è ritardato di due ore, il che suggerisce che la gente si alza più tardi.

Su Science Express, Massimo Bollasina et al. di Princeton trovano una robusta correlazione tra gli aerosol di origine antropica – la “nube bruna” – e l’indebolimento dei monsoni nel sud-asiatico per tutto il Novecento. Nel secolo successivo le alluvioni non paiono o indebolirsi…

Su Real Climate, Jeff Pierce scrive e discute di raggi cosmici, nucleazione, aerosol, nubi e clima.
Da Skeptical Science che si occupa degli odierni “Galileo”, Riccardo Reitano rivela un interessante paradosso.
Roger Pielke Jr ha mandato un paper alle Geophysical Research Letters in cui sostiene che l’aumento dei danni economici da cicloni tropicali non è dovuto al riscaldamento globale (alla maggiore energia dei cicloni) ma al fatto che i danneggiati sono più ricchi.

Infatti sino all’altro giorno nelle Filippine e in Cina stavano in ville hollywoodiane. I reviewers gli hanno chiesto di integrare il paper con i dati a supporto della sua conclusione. Roger Jr e Watts accusano la rivista di bullismo, a sorpresa l’economista lomborghiano Richard Tol tradisce l’amico Roger Jr e spiffera (h/t)

La richiesta di importanti revisioni era giustificata perché il paper originale vantava risultati infondati. Invece di correggerlo, Pielke Jr ha deciso di piantare una grana e gli è stato detto FO.

Lo so, ma ci son più peripezie che da Climate monitor.